Dino Viola, regalò gioia a quel sognatore del Testaccio

Trent'anni fa moriva Dino Viola, presidente che guidò la Roma alla vittoria del campionato nel 1983 e a cui dedicò la sua carriera con dedizione, impegno e amore sinceri. Fin da quando era un ragazzino che giocava a Campo Testaccio.
ROBERTO BERTONI BERNARDI
Condividi
PDF

Adino Viola (dall’ebraico Adāh, ornamento), per tutti Dino, ci disse addio trent’anni fa all’età di settantacinque anni, dopo aver reso grande una squadra che, prima di lui, aveva vinto assai poco e che in quegli anni, gli Ottanta in cui l’Italia mundial divenne la “Mecca del calcio”, tenne testa per intere stagioni alla magna Juve trapattoniana. Dino Viola era nato là dove la Toscana incontra la Liguria, sul confine nordico di un mondo assai diverso rispetto a quello romano.

Eppure, quando venne nella capitale, quel sognatore del Campo Testaccio, spedito a Roma dai genitori per consentirgli di studiare, s’innamorò dei colori giallorossi, della squadra di Amadei e Fulvio Bernardini, del fascino popolare di una compagine unica nel suo genere, e decise che un giorno avrebbe voluto regalarsi quella magia, plasmarla, renderla finalmente grande.  

L’insegna all’ingresso di Campo Testaccio a Roma.

E così, molti anni dopo, rilevò da Anzalone una squadretta ridotta ai minimi termini e la condusse al secondo scudetto della sua storia, sotto la sapiente guida di Nils Liedholm e offrendo un gioco spettacolare, capace di avere la meglio persino sulla gloriosa Juventus imbottita di campioni del mondo e le cui file erano state arricchite con stranieri di rango come Boniek e Platini. 

Non volle mai piacere a tutti: Viola era netto, sincero, divisivo, e pagò a caro prezzo il suo coraggio, le sue idee e la forza con cui non smise mai di esprimerle. Ma lottò, tutta la vita, affinché anche chi aveva meno potesse raggiungere livelli significativi, scegliendo, una volta divenuto presidente, di lasciare le sue attività e dedicarsi unicamente alla Roma, la sua creatura, il suo amore di gioventù, il filo conduttore di un’esistenza in cui il suo carattere focoso si era sposato alla perfezione col cuore caldo di una città dalle passioni travolgenti, specie in ambito calcistico. 

Era un nordico atipico, più romano che mai, capace di battagliare con Boniperti nei giorni del gol annullato a Turone ma senza piangersi addosso, trasformando anzi la rabbia in spinta propulsiva e allestendo, due anni dopo, una squadra in grado di vincere.

La Roma del presidente Viola vince il campionato nazionale della stagione 1982/1983.

Roma quell’anno, era l’83, fu finalmente felice, fanciullescamente felice, allegra come non lo era mai stata, neanche l’anno precedente, perché quella gioia adesso era solo sua, dei suoi campioni, della sua gente, dell’antico Testaccio, dei rioni, dei quartieri popolari, dell’ambiente in cui si era formato l’immaginario del giovane Viola e al quale l’ingegnere aveva finalmente regalato una concreta speranza di essere protagonista ai piani alti. 

Come detto, se ne andò trent’anni fa, appena in tempo per risparmiarsi il declino del calcio o, per meglio dire, la sua distruzione, fra televisioni a pagamento, strapotere dei procuratori, ingaggi astronomici dei calciatori e la totale perdita di quell’umanità che era stata il suo tratto distintivo. 

Solo Sensi è riuscito a eguagliarne la grandezza e a raggiungere lo stesso livello di gratitudine da parte di una tifoseria con molti pregi ma talvolta tristemente ingrata. Il calcio, tuttavia, era già cambiato, in peggio, e ora ci manca, come tutte le cose che davamo per scontate e invece non lo erano affatto. Ciao Dino, non ti abbiamo dimenticato. 

Pallone, e non solo.
Gli eroi del calcio e dello sport
raccontati da Roberto Bertoni

Dino Viola, regalò gioia a quel sognatore del Testaccio ultima modifica: 2021-01-21T18:16:22+01:00 da ROBERTO BERTONI BERNARDI
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

VAI AL PROSSIMO ARTICOLO:

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento