Agghiacciante, pericolosa, rivelatrice “sputacchiera” disegnata sul “Fatto”

Non so come esprimere sdegno, rabbia, tristezza, dopo aver visto sulla prima pagina del quotidiano diretto da Travaglio quell’immagine sconvolgente con l’invito a sputare sull’odiata faccia di Renzi.
FRANCO MIRACCO
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Immagini e parole hanno sempre preceduto e accompagnato l’odio e la violenza sanguinaria contro il diverso, sia esso ebreo, nero, musulmano, o contro il politico che si vorrebbe distruggere, eliminare. Comunque, non mi riesce di mettere nero su bianco perché non so come esprimere sdegno, rabbia, tristezza, dopo aver visto sulla prima pagina del Fatto Quotidiano quell’immagine sconvolgente con l’invito a sputare sull’odiata faccia di Renzi. E questo a poche ore soltanto dal Giorno della Memoria. Così mi sono rivolto a immagini e fatti storici di cui ha scritto Chiara Frugoni nel suo libro sulle Paure medievali (ci torneremo ampiamente nei prossimi giorni), in particolare nel capitolo sulla paura dell’ebreo.

Frugoni, nell’osservare una miniatura del XV secolo, scrive: “l’ebreo è riconoscibile per il volto allungato, il naso deciso, la lunga barba, le sopracciglie folte. Sul mantello con cappuccio è cucita bene in vista una grande rondella bipartita. È invece gialla quella cucita sugli abiti degli ebrei espulsi da Filippo Augusto dalla Francia nel 1182”.

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Più avanti leggiamo la descrizione di una miniatura dipinta dopo il 1321. Il sovrano ha una statura notevolmente più alta rispetto agli esiliati; l’ebreo più vicino all’indice puntato di Filippo Augusto, essendo di profilo, ha il naso tipicamente pronunciato. Ma nel passare dall’immagine miniata a un’immagine fotografica, che documenta la disumana fuga di una famiglia di ebrei olandesi durante la seconda guerra mondiale, la storica ricorda che “non una rotella ma una stella gialla a sei punte fu scelta da Hitler già prima dell’ultima guerra mondiale”.

Nel 2019 andammo a Weimar per vedere la mostra sul Bauhaus, scuola di arte per una leggenda della cultura e che dette un enorme contributo alla migliore modernità del XX secolo. Certamente la Weimar di Goethe e dell’illuminismo tedesco, dei disegni di Goethe con le immagini del suo Grand Tour, ma anche la Weimar di una troppo fragile Repubblica. Ed è da una finestra del Museo, dov’era allestita la mostra sul Bauhaus, che Alessandro ha voluto fotografare la tragica torre del campo di sterminio di Buchenwald, ben visibile sull’orizzonte. Come a dire che è sempre terribilmente possibile scivolare dalle immagini di Klee o di Gropius o di Kandinskij, nei giorni del Bauhaus e di Weimar, all’orrore di Buchenwald e poi giù giù, fino all’agghiacciante, pericolosa, rivelatrice “sputacchiera” disegnata per il Fatto Quotidiano

Agghiacciante, pericolosa, rivelatrice “sputacchiera” disegnata sul “Fatto” ultima modifica: 2021-01-29T15:55:38+01:00 da FRANCO MIRACCO
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