Di Ornella, ce n’è una sola. “Unica” e tinta di giallo

Disco/gioiellino di inediti della cantante che ha superato gli ottanta e ha ancora voglia di giocare con il pubblico. Prova riuscita.
ALDO GARZIA
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Non c’è tv o giornale che non abbia parlato di lei in questi giorni. Infatti, il suo disco appena uscito di canzoni inedite è un evento. È il numero 50 di una carriera iniziata nel 1956 che le ha dato innumerevoli soddisfazioni. Ornella Vanoni, 86 anni compiuti, ha avuto il coraggio di confezionare un disco dalle atmosfere particolari e dai ritmi vari: da quelli soffusi a quelli latinoamericani. Il titolo non poteva che essere Unica. L’unica che può competere con lei è da decenni solo Mina, il cui fan club si è congratulato con Ornella scrivendo in un breve comunicato: “Salutiamo con gioia l’uscita di un album bellissimo a otto anni dal precedente”. Le due regine della canzone made in Italy hanno smesso da tempo di rivaleggiare per il primo posto, oggi possono farsi i complimenti.

La copertina di Unica

Questo Unica è un disco curato in ogni dettaglio. Dalla grafica di copertina e del cofanetto agli autori dei pezzi (Giuliano Sangiorgi, Fabio Ilacqua, Carmen Consoli, Francesco Gabbani, Pacifico), dal produttore Mauro Pagani agli arrangiamenti sofisticati di musicisti di primordine. Ne escono undici canzoni che non passano inosservate, più una introduzione musicale. È un gioiellino, dove l’interprete non ha avuto paura di misurarsi con una ennesima prova, rifuggendo da compilation o reinterpretazioni di un consolidato repertorio e preferendo rinnovarlo. Brillano: Specialmente quando ridi, Arcobaleno, Carezza d’autunno (con Carmen Consoli), Tu/me (in duetto con Virginia Raffaele, alter ego di Ornella per le sue imitazioni), Un sorriso dentro al pianto.

In questo darsi al pubblico senza risparmio, non si sfugge a un cambiamento nell’immagine della Vanoni. Fino a vent’anni fa, lei era tra le cantanti più sexy e seduttive del panorama italiano. In ogni concerto giocava con il pubblico per sedurlo. Oggi, invece, gioca con la sua simpatia un po’ svampita e con la saggezza che le deriva dall’età e dall’esperienza. Vederla e ascoltarla è sempre assai piacevole in questo darsi e avere.

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La carriera longeva di Ornella Vanoni inizia nel 1956, quando il regista Giorgio Strehler la notò tra le ragazze del Piccolo Teatro, dove si era iscritta a un corso di recitazione. Ornella, figlia di una famiglia borghese milanese, reduce da collegi svizzeri, francesi e inglesi dove ha imparato lingue e buone maniere fece innamorare il geniale Strehler. Lei, con cotanto pigmalione, superò una innata timidezza: tirò fuori grinta e voce particolari, iniziò a cantare e recitare. Le prime incisioni con la Ricordi arrivarono già nel 1958.

Nel 1960 arriva invece l’incontro, non solo artistico, con Gino Paoli che scrive il suo ritratto con Senza fine per parlare delle sue “mani, mani grandi, mani senza fine”. Tra loro rimane un’amicizia che dura tuttora, dopo due tournée di enorme successo (ora si parla di nuovi concerti a due, quando l’andamento del Coronavirus li renderà possibili). Ornella superò, dopo l’iniziale collaborazione con Paoli, il cliché di “cantante della mala” che le fu cucito addosso per le canzoni scritte per lei da Strehler (indimenticabile Ma mi…).

Nella lunga carriera c’è di tutto: un disco in collaborazione con i brasiliani Vinicius de Moraes e Toquinho, un altro inciso con i migliori jazzisti del mondo, dischi in omaggio ai suoi amici cantautori, altri ancora con collaboratori di eccezione. Non mancano le prove al cinema e a teatro (per esempio Rugantino nel 1964 con Aldo Fabrizi e Nino Manfredi). Nel suo curriculum c’è perfino un Festival della canzone napoletana vinto nel 1964 in coppia con Domenico Modugno (Tu si’ ‘na cosa grande).

Chiude il cofanetto che contiene il cd o il vinile la dichiarazione con cui Ornella dice di privilegiare il colore giallo. Lo fa utilizzando una frase di Borges, il grande scrittore argentino: “Non c’è una sola cosa al mondo che non sia misteriosa, ma tale mistero è più evidente in certe cose che in altre. Nel mare, nel colore giallo, negli occhi degli anziani e nella musica” (da Il tempio di Poseidone). 


Immagini tratte dal video Ornella Vanoni – Unica – Recording Session

Di Ornella, ce n’è una sola. “Unica” e tinta di giallo ultima modifica: 2021-02-01T18:10:43+01:00 da ALDO GARZIA
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