Ricordate lo scorso anno, quando il Carnevale di Venezia è stato sospeso in ritardo, dopo il volo del’Angelo, quando si scoprirono i primi due positivi di Coronavirus in città? Pensavamo che l’amministrazione comunale avesse imparato la lezione; pensavamo che, in epoca di pandemia, sarebbe stato utile dimenticare proprio le feste carnascialesche, anche per rispetto degli oltre novantamila morti che finora il virus ha causato. Per capire meglio, diciamo che una città come Pistoia, o Catanzaro o Pisa è stata interamente spazzata via dei loro abitanti da una bomba invisibile ma estremamente potente.
Evidentemente abbiamo pensato male, perché il Carnevale di Venezia, ancorché sospeso “in presenza”, ha trovato una sua collocazione “on line”, con dirette streaming sul sito ufficiale della manifestazione e su alcuni canali streaming del Comune di Venezia.
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Ci potremmo dilungare sull’opportunità di tale scelta, che appunto riteniamo funesta, non sia altro che per il messaggio che si veicola, che cioè “the show must go on” sempre e comunque, anche a costo di creare aspettative che potrebbero indurre molti, durante il weekend e proprio in occasione del periodo di festa, a invadere Venezia come successe durante le festività natalizie.
E purtroppo, già sabato 6 febbraio, le foto che ci giungono da uno dei campi della movida veneziana ci danno ragione dei nostri timori: decine e decine di giovani sono ammassati per il rito dello spritz, incuranti di tutte le basilari norme anticovid. Abbiamo cercato, con i nostri pochi mezzi, di fotografate una situazione che, stante le strabilianti telecamere di videosorveglianza e la futuristica smart control room del Tronchetto, tanto decantata dal sindaco Brugnaro a ogni ospite importante che viene a Venezia, dovrebbe essere ben monitorata e conosciuta dalla Polizia locale che, almeno al momento, non si è ancora palesata.

Non possiamo testimoniare altri assembramenti, ma non appare difficile immaginare la stessa situazione a Santa Margherita, agli Ormesini e negli altri luoghi simbolo dell’afterhour veneziano, sperando ovviamente di sbagliarci.
Di una cosa però certo non ci sbagliamo: e cioè che la diretta streaming mandata in onda dal Comune di Venezia, e che dovrebbe sostituire il Carnevale con spettacolini, racconti di storie, filmati delle edizioni precedenti, ricchi premi e cotillon, non tiene minimamente conto delle severe normative anticovid che si estendono anche agli studi televisivi. Abbiamo avuto pazienza e l’abbiamo vista tutta.
Inizia con le due presentatrici che ci dicono che sono “tamponate e distanziate”, così come speriamo che lo siano stati, tamponati, tutti gli ospiti presenti in studio. Lo speriamo davvero, per loro, anche se, come abbiamo ormai imparato, il tampone negativo fotografa il momento ma non tiene conto del tempo finestra, cioè del periodo che potrebbe intercorrere tra l’infezione, non ancora manifesta, e il risultato del tampone. Tanto che negli studi televisivi veri, oltre ai tamponi vengono richieste rigide misure di distanziamento fisico, che qui invece non ci sono. Anzi, il microfono a gelato dato agli ospiti è passato di mano in mano e, ovviamente, di bocca in bocca ai vari presenti, a iniziare dal presidente di Vela, Piero Rosa Salva, per poi passare a Giovanni Giusto, intramontabile consigliere delegato alle tutela delle tradizioni, a Maurizio Agosti Montenaro Durazzo, in arte principe Maurice, nonché ad altri illustri ospiti.

Sarà stato sanificato? Lo speriamo, anche se riteniamo sia improbabile, visto che l’operazione di sanificazione dei microfoni consiste, secondo un sito specializzato, nel pulire le superfici e le griglie con un panno di cotone morbido imbevuto di disinfettante e quindi riponendo i microfoni per 72 ore, ovviamente lavandosi le mani dopo averli toccati. Di sicuro non sono state sanificate lo postazioni dove gli ospiti si sono seduti, né sono state mantenute in alcun modo le distanze di sicurezza. Addirittura, verso il termine della trasmissione, una presentatrice ha mangiato, continuando a parlare, una frittella a pochi centimetri di distanza dal pasticcere che le aveva preparate, esattamente sopra al vassoio di altre frittole che poi probabilmente saranno state consumate dai presenti. Insomma: se c’era qualcosa da fare per aiutare il virus nella sua diffusione, oggi in quella diretta streaming è stato fatto, o almeno ci è stato mostrato.

Vogliamo sperare che, almeno da domani, si seguano tutte le normative anticovid e, se per caso fossero già state seguite, si evidenzino le varie procedure adottate, magari anche utilizzando i titoli sottopancia che spieghino al pubblico che la trasmissione è registrata in aderenza con le disposizioni di sanità pubblica.
Non fosse altro, oltre che per tutelare la salute di quanti lavorano al Carnevale di Venezia on line e degli ospiti che si susseguiranno, per dare un forte segnale di attenzione e di responsabilità per il drammatico momento che stiamo vivendo, stigmatizzando, e non certo propagando, atteggiamenti che possono drammaticamente peggiorare la situazione. E che la presenza massiccia delle forze dell’ordine eviti nei prossimi giorni il ripetersi di situazioni come quelle che oggi abbiamo documentato.
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