Letteratura tedesca. La lezione di Marino Freschi

Una serie di lezioni online, in tempi di covid, diventa un libro, sintetico, piacevole, colloquiale a volte, con la solidità di un testo scritto da un profondo conoscitore della civiltà letteraria tedesca.
ROBERTA ASCARELLI
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La dedica del libro di Marino Freschi, Lezioni di Letteratura tedesca (Bonanno Editore, Acireale-Roma 2020, 165 pp, 18 euro) è spiazzante e sicuramente attuale: “Alle studentesse e agli studenti di letteratura tedesca del suo Orsola Benincasa di Napoli al tempo del covid”, scrive l’autore a segnalare un debito tutt’altro che scontato con una ‘classe’ particolare, in un momento inconsueto. 

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La nascita di questo libro ci riporta allo scorso marzo e all’inizio, repentino e traumatico, dell’insegnamento a distanza con tutte le difficoltà a connettersi e a rimanere connessi – e non solo in senso tecnico. Ricorda Marino Freschi:

non sapendo se sarei riuscito a collegarmi ricorsi a ciò che sapevo fare: scrissi quel che intendevo comunicare nella prima lezione che spedii per posta elettronica suscitando interesse e incoraggiamento a proseguire inviando questi appunti a sostegno delle effimere conversazioni in streaming. Le notazioni ora riunite, opportunamente ordinate e rielaborate, costituiscono questo testo che vuole essere un’introduzione alla letteratura tedesca in una situazione particolare. 

Sintetico, piacevole, colloquiale a volte, attento agli echi che temi e personaggi possano avere per dei giovani – ma anche, in genere, per ‘neofiti’ – questo libro, scritto da un profondo conoscitore della civiltà letteraria tedesca, professore da molti lustri, preserva il calco di una voce, la traccia di un rapporto e strategie didattiche a lungo sperimentate. Si propone così come una guida nel mondo culturale e poetico tedesco, un universo poco conosciuto e fin troppo ricco di figure e di idee: non sarà allora una esaustiva storia della letteratura ma una mappa per un viaggio condiviso e con scelte fatte in nome di un entusiasmo da trasmettere, di legami con l’oggi e della sapienza maturata negli anni. 

A differenza dalle altre storie letterarie proposte negli anni da Marino Freschi per editori e con formati diversi – a iniziare dalle cento dense pagine di una Storia della letteratura tedesca, scritte nel 1995 per la collana Sapere della Newton “che non spaventa e dà invece voglia di leggere di più”, si legge in una recensione, seguita dalla grande opera di ‘fine secolo’ Storia della civiltà letteraria tedesca della UTET, e, infine, dalla Storia della Letteratura tedesca, pubblicata da il Mulino nel 2008 – queste lezioni in tempo di Covid si concentrano soprattutto su due periodi: sono l’età di Goethe quando nasce, per l’autore, la civiltà letteraria di lingua tedesca con un suo canone e la sua genealogia, e il primo Novecento con una fioritura che si sviluppa varia e sontuosa sia in Germania che nell’Impero asburgico.

Per l’autore sono questi i momenti più intensi e più creativi, i più famosi e i più vicini a una platea di giovani (e non solo giovani) ascoltatori/lettori. Lascia allora sullo sfondo, citandole appena, le lunghe origini, l’età di Lutero e quella delle accademie, insieme al secolo che Ladislao Mittner liquidava come “lo stupido Ottocento” con i suoi incerti e spesso falliti tentativi di dialogare con la Kunstperiode, la goethiana “età dell’arte”.

Rimane sullo sfondo anche la letteratura del Novecento, quella che si sviluppa prima della dittatura nazista, quella appena accennata del dodicennio nero e quella delle ‘due Germanie’ che si articola tra sopravvissuti nell’impegno a restituire ai tedeschi un’identità e una qualche coscienza. Pochi anche i riferimenti alla più recente produzione austriaca e ai Nobel di lingua tedesca del secolo nuovo, dalla “straniera” Herta Mueller con il suo “paesaggio degli spodestati”, al discusso Peter Handke – segnali, scrive Freschi, “di una ripresa ancora insicura nella letteratura tedesca che si dovrà verificare in futuro prossimo”. E in questa incertezza si conclude un testo che, se parla di letteratura tedesca, parla anche – e in modo profondo e originale – della biografia intellettuale del suo autore e di questo strano periodo in cui si cerca, malgrado tutto, di “rimanere connessi” anche con la cultura e le passioni.


In copertina una cartolina del 1899 con l’immagine dell’Hoftheater di Weimar, successivamente sostituito dal Nationaltheater. Nelle immagini del testo il Goethe-Schiller-Denkmal, a Weimar, realizzato da Ernst Rietschel nel 1857. Le due statue in bronzo raffigurano Johann Wolfgang Goethe (1749–1832) e Friedrich Schiller (1759–1805). Il monumento è stato replicato a San Francisco (1901), Cleveland (1907), Milwaukee (1908) e Syracuse (1911).

Letteratura tedesca. La lezione di Marino Freschi ultima modifica: 2021-02-08T16:53:29+01:00 da ROBERTA ASCARELLI
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