Cos’è “oggi” il Giorno del Ricordo per gli esuli e per i figli degli esuli

Le vittime e chi fu costretto all’Esodo erano persone! Persone come tante, in Istria e in Dalmazia da generazioni, che a un tratto si sono trovate dalla parte sbagliata della Storia, che non ha Giustizia. Da persone sono state invece trasformate in simboli, e quando questo avviene l’umanità si cancella.
SILVIO TESTA
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Le peggiori tragedie delle guerre balcaniche, quelle avvenute durante il secondo conflitto mondiale, ma anche quelle più vicine ai tempi nostri, sono il frutto di due malepiante ottocentesche: i nazionalismi e le ideologie. In quelle terre soprattutto gli opposti nazionalismi, quello italiano e quello slavo, furono alimentati l’uno contro l’altro dall’Impero Austroungarico per indebolirli entrambi ai fini di mantenere l’equilibrio interno, ma poi il gioco si ritorse contro chi l’aveva fomentato armando la mano di Gavrilo Princip contro l’arciduca Ferdinando a Sarajevo, facendo deflagrare la Prima Guerra mondiale. 

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Dopo la dissoluzione dell’Impero, alla fine del conflitto, i termini della Conferenza di Pace di Parigi e del Trattato di Londra scontentarono tanto le aspettative territoriali degli italiani che degli slavi alimentando ulteriormente i rispettivi nazionalismi ai quali, dopo l’avvento del fascismo con le sue politiche repressive antislave durante l’occupazione italiana della Dalmazia, si sommarono le ideologie, con le forze partigiane monopolizzate dai comunisti di Tito. Ne scaturì un mix micidiale, che diede luogo a orrori inenarrabili tanto tra gli slavi (divisi tra titini, ùstascia croati, cetnici serbi, domobranci sloveni) quanto nei confronti della popolazione autoctona italiana, dopo l’8 settembre 1943.

A distanza di oltre settant’anni da quegli eventi, in Italia per fortuna nazionalismi e ideologie non vegetano più, se non per un limitato sovranismo che perfino Salvini sembra (sembra) orientato ad abbandonare, e in qualche residuale movimento estremistico che ogni tanto si fa sentire ma che pian piano il tempo si incaricherà di cancellare. Ciò probabilmente avverrà anche nelle popolazioni della ex Jugoslavia, in guerra fino a pochi anni fa ma finalmente instradate a un percorso di convivenza e di pace nei comuni confini dell’Europa.

Nessuno nega che durante la Seconda Guerra anche nazisti e fascisti compirono crimini contro gli slavi, anche se il Regio Esercito, nonostante gli ordini di Mario Roatta, comandante della II Armata, fu ben lontano dal raggiungere le vette di crudeltà dei tedeschi, distinguendosi anzi per la protezione accordata fino all’8 settembre 1943 a serbi e musulmani dalle bestiali violenze degli alleati ustascia croati e salvando, nonostante le leggi razziali di Mussolini, migliaia di ebrei dalla “soluzione finale” che i nazisti volevano attuare anche nell’area di controllo italiana.

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In ogni caso, credo che violenze, stupri, uccisioni siano sempre da condannare, ma che comunque vi sia una differenza se questi avvengono in un tempo e un contesto di guerra oppure a guerra finita, come in larga parte accadde per le foibe, tra il 1944 e il 1946, frutto di una pianificazione a freddo testimoniata dai carteggi di Milovan Đilas e di Edward Kardelj. “Bisognava indurre gli italiani ad andare via con pressioni di ogni tipo. Così fu fatto”, dichiarò Đilas anni dopo.

Cadono dunque le braccia quando si vede che c’è chi, da destra come da sinistra, si ostina ancor oggi a leggere e soprattutto a giudicare la tragedia dell’esodo istriano-dalmata sempre con i soliti, vecchi, obsoleti armamentari dell’ideologia. Basta, non se ne può più! Gli infoibati istriani, i gettati in mare dagli scogli delle isole dalmate erano fascisti? Non erano fascisti? Ma chi se ne importa! Magari saranno stati anche fascisti, né più né meno come all’epoca lo erano milioni di italiani, e per questo meritavano di venire ammazzati come cani o di abbandonare tutto, beni, affetti, per salvare le loro vite e la loro cultura?

Per gli esuli e per i figli degli esuli “oggi” il Giorno dei Ricordo vuole per me sottolineare solo una cosa: che erano persone! Persone come tante, in Istria e in Dalmazia da generazioni, che a un tratto si sono trovate dalla parte sbagliata della Storia, che non ha Giustizia. Da persone sono state invece trasformate in simboli, e quando questo avviene l’umanità si cancella: la vittima non è più un uomo o una donna, e può essere giustiziata con tutta la cattiveria possibile, ma anche il carnefice, se mai l’ha avuta, perde la sua umanità.

Vogliamo continuare a leggere l’Esodo così? O non è meglio piuttosto cercare di immedesimarsi nel dolore di chi ha perso tutto per lenirlo nel riconoscerlo, anche se tardivamente?

Mi permetto di citare un passo del mio romanzo La Zaratina sull’esodo dei dalmati:

L’Italia era un paese distrutto dalla guerra, povero, senza risorse, e gli esuli avrebbero accettato di buon grado di condividere coi concittadini le privazioni, la miseria, le difficoltà e i problemi della ricostruzione, alla quale dettero come tutti il loro contributo. Quello, però, che non avrebbero tollerato e che poi non accettarono mai fu il travisamento della loro storia, la cecità ideologica che prima li rese merce di scambio e poi li trasformò in simboli da rifiutare e infine li relegò a impaccio da dimenticare, prima malamente sopportati e poi tediosamente rimossi.

Cos’è “oggi” il Giorno del Ricordo per gli esuli e per i figli degli esuli ultima modifica: 2021-02-17T17:23:07+01:00 da SILVIO TESTA
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