I Verdi trionfano in Baden-Württemberg con il governatore uscente Winfried Kretschmann e i socialdemocratici si tengono stretta la Renania Palatinato, con l’ottima vittoria della Ministerpräsidentin Malu Dreyer. I cristiano democratici di Merkel, invece, ottengono il peggior risultato di sempre nei due importanti Länder.
Poteva andare diversamente: per un anno e fino a qualche settimana fa, i sondaggi accreditavano la Cdu come in grado di arrivare in testa in entrambe le consultazioni regionali. Poi, però, le critiche per il modo in cui il governo centrale ha gestito la campagna vaccinale e, soprattutto, lo scandalo sulle mascherine che ha coinvolto due membri dell’Unione – Cdu e Csu – hanno azzoppato le chance di vittoria dei candidati cristiano democratici.
La maggior parte del merito del risultato va a Malu Dreyer, che governa per la Spd la Renania Palatinato dal 2013, e Winfried Kretschmann, primo governatore ecologista di un Land, in carica dal 2011. Entrambi hanno giocato la carta della loro popolarità e hanno vinto. Mentre il conteggio dei voti è ancora in corso, Dreyer è avanti con il 35,7 per cento contro il 27,7 per cento del secondo arrivato, il candidato della Cdu, Christian Baldauf. Kretschmann, la cui vittoria alla vigilia era data come molto probabile, si afferma al 32,6 per cento, molto davanti alla Cdu, rimasta al 24,1. Una grande disfatta per i cristiano democratici, che per decenni avevano visto nel Baden-Württemberg un bastione sicuro.

La sconfitta della Cdu ha una portata anche a livello nazionale. “Si può governare anche senza la Cdu”, dice contento Olaf Scholz, il candidato cancelliere dei socialdemocratici, che dopo ieri sera guarda con un po’ più di fiducia al voto del 26 settembre, con cui la Germania rinnoverà il Parlamento e sceglierà un nuovo leader. Infatti, sia in Renania Palatinato sia in Baden-Württemberg si apre lo scenario per una cosiddetta “coalizione semaforo”, ovvero un’alleanza tra socialdemocratici, liberali e Verdi.
In Renania Palatinato, Dreyer governa già secondo questo schema e i numeri le consentono di continuare questo tipo di esperienza. In Baden-Württemberg, invece, i Verdi hanno le mani libere. Possono provare a governare ancora con la Cdu, come hanno fatto negli ultimi anni, o scegliere di farlo con liberali e socialdemocratici. Il leader regionale del partito Oliver Hildenbrand lo ha detto in maniera chiara dopo il voto:
Stasera non sappiamo ancora con chi governeremo, ma sappiamo già molto bene cosa vogliamo.
Tutela del clima e rilancio della coesione sociale sono le priorità dei Verdi, che hanno già detto che terranno colloqui esplorativi con i cristiano democratici, i socialdemocratici e i liberali. Questo preoccupa i cristiano democratici: i Länder sono da tempo laboratori nella formazione di alleanze che poi si concretizzano a livello nazionale.

In tal senso, il voto di ieri ribadisce la centralità dei Verdi, che a settembre potrebbero giocare il ruolo non solo di kingmaker ma anche, nella migliore delle ipotesi, di leader di coalizione. Quel che è certo è che cominciano il Superwahljahr, questo super anno elettorale, con il vento in poppa.
Nella Cdu, invece, tutti si chiedono che ne sarà di Armin Laschet, il nuovo presidente del partito che, secondo regole non scritte, dovrebbe raccogliere il testimone di Angela Merkel. Si andava da tempo dicendo che queste due elezioni sarebbero state un test per Laschet, per valutarne la capacità di far vincere il partito. Ma poi sono arrivati lo scandalo delle mascherine e la cattiva gestione della strategia vaccinale, che hanno in un certo senso tolto parte del peso della sconfitta dalle spalle del presidente.
Tra Pasqua e Pentecoste, cristiano democratici e cristiano sociali – l’ala bavarese del partito – si incontreranno per scegliere il loro Kanzlerkandidat, il candidato alla cancelleria. Laschet resta il favorito, ma dovrà fare i conti con Markus Söder, popolare ministro della Baviera, che non è ancora uscito allo scoperto, ma che da molti (anche dai sondaggi) è dato come il più temibile avversario.
Nelle prossime settimane è certo che all’interno della Cdu ci sarà una disamina della cause di questa bruciante sconfitta, che apre nuovi scenari a livello nazionale. La fine dell’era Merkel segna l’inizio di una stagione di grande incertezza.

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