Venezia. C’è speranza per una rinascita dopo Covid?

Il modello “Uffizi diffusi” non servirebbe a contenere l’overtourism. La tregua imposta da Covid offre un'opportunità per la città per decidere come vuole che tornino i turisti. È anche un’opportunità che non dovrebbe essere sprecata per concentrarsi sul miglioramento della situazione per gli attuali residenti e aumentarne il numero.
REBECCA ANN HUGHES
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Italy has a new way to combat overtourism. L’Italia ha un nuovo modo per combattere l’overtourism, racconta Julia Buckley su CNN Travel. La giornalista descrive ed esalta “Uffizi Diffusi”, il progetto di esposizione di opere, conservate nel deposito degli Uffizi di Firenze, in diverse località in giro per la Toscana, che trasforma, come sottolinea l’inviata, “la regione più famosa d’Italia in un grande museo diffuso”. Idea suggestiva. Può essere trasferita e pensata anche per Venezia, per il Veneto? Può essere un modo per contrastare l’overtourism nella città dei Dogi? Oppure lascerebbe la situazione così com’è? Ne discutiamo su ytali. Sono finora intervenuti Paul RosenbergFranco AvicolliFranco MiglioriniAntonella Baretton, Francesco Erbani. Qui di seguito l’intervento di Rebecca Ann Hughes.

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Si direbbe sia un tentativo di scongiurare, dopo la pandemia, il ritorno in massa dei turisti. Parlo del piano reso noto recentemente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze: far viaggiare le sue opere in giro per la campagna toscana. L’idea è avvincente: rimbocchiamoci le maniche, solleviamo la Venere e portiamola giù per le scale, facciamola montare su un camion per condurla in un pittoresco villaggio toscano dove potrei essere una delle poche persone che si crogiolano al suo cospetto? Non è proprio così.

Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, ha fatto sapere che tra le opere da distribuire in Toscana ci saranno “nomi familiari”, in realtà saranno soprattutto opere prelevate dal deposito del museo. Se si osserva questa iniziativa dal punto di vista del contrasto all’overtourism che affligge gli Uffizi, l’ostacolo principale mi pare sia che, se la Venere, la Primavera, la Sacra Famiglia e le altre grandi attrazioni rimarranno agli Uffizi, ci rimarranno anche le masse di turisti. Al massimo possono semplicemente aggiungere la bandierina di un giorno alla fine della loro vacanza per fare un salto in una cittadina vicina e vedere un’opera d’arte meno degna di nota.

Edouard Manet (1832-1883), Canal Grande, Shelburne Museum, Vermont.

Ci sono comunque anche aspetti positivi nello schema del “museo diffuso”? Il vantaggio più grande sarebbe probabilmente per i residenti stessi delle comunità ospitanti. Gli abitanti delle città e dei paesi più piccoli avrebbero importanti opere d’arte a portata di mano, oltre ai tanti tesori che già si trovano in molti di questi luoghi. Ci sarebbe la suggestione dell’abbinamento tra le opere d’arte e le loro nuove sistemazioni sulla base dell’origine dell’artista o dello stile artistico, che consentirebbe ai residenti di vedere opere d’arte con la sensibilità di chi le sente vicine a sé e alla storia e patrimonio della propria comunità.

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Dovremmo però andare più a fondo nell’interpretare quel velato suggerimento secondo cui le opere d’arte possono essere riportate “dove sono nate”? Sono da tempo attratta dall’idea di riportare un’opera d’arte, anche se temporaneamente, nel suo luogo d’origine: una pala d’altare in una chiesa, un dipinto devozionale privato nella sua residenza. Si può presumere che gli Uffizi non intendono entrare così nei dettagli, a proposito del luogo d’origine. Certo, però, il contesto culturale e fisico originale fa molto per migliorare l’esperienza di un’opera d’arte.

Inoltre, se le opere d’arte fossero strategicamente ricollocate in strutture che necessitano di restauro o finanziamento, il successivo impulso economico suscitato dall’arrivo di nuovi visitatori potrebbe contribuire all’intervento di restauro o conservazione di quell’edificio.

Per quanto riguarda la possibilità di replicare a Venezia il progetto degli Uffizi diffusi per contenere l’overtourism, vedo un punto critico simile alla situazione in Toscana. Bellini rimarrebbe all’Accademia, Tintoretto a Palazzo Ducale, quindi l’iniziativa probabilmente non ridurrebbe il flusso di visitatori a Venezia. Vedo caso mai più potenzialità in iniziative tese a rinvigorire la scena culturale, infinitamente ricca, che è già spalmata su tutto il Veneto.

Proprio l’altro giorno, prima che fosse applicata la zona rossa, mi trovavo a Castelfranco ad ammirare la magnifica pala d’altare del Giorgione nel Duomo. Se si dovesse creare un breve itinerario che comprenda questa pala e altre attrazioni di Castelfranco, si potrebbe pensare che essa terrebbe lontani un po’ di turisti da Venezia per un giorno. Ma forse questo tipo di programmi si tradurrebbe semplicemente in un aumento del turismo complessivo nel Veneto.

Paul Signac (1863-1935), Veduta del Canal Grande, Toledo Museum of Art, Toledo, Ohio

Concentrarsi sulla riduzione dell’overtourism c’impedisce di concentrarci su un’altra questione indissolubilmente legata all’aumento del numero di visitatori. Migliorare i servizi e la qualità generale della vita per i residenti di una città o di una città potrebbe non arginare il turismo eccessivo, ma lo renderebbe più gestibile per gli abitanti. Invece di distribuire opere d’arte tenute nei magazzini in tutta la regione, i finanziamenti e le risorse potrebbero concentrarsi sul miglioramento dell’accesso alle risorse culturali esistenti per la comunità locale a fini di svago, istruzione e conservazione del sito, della tradizione o del manufatto per le generazioni future.

La tregua imposta da Covid all’overtourism è, e continuerà a esserlo per un periodo limitato, un’opportunità per la città per decidere come vuole che tornino i turisti. È anche un’opportunità che non dovrebbe essere sprecata per concentrarsi sul miglioramento della situazione per gli attuali residenti e aumentarne il numero.


in copertina: Thomas Moran (1837–1926), The Pearl of Venice, Joslyn Art Museum, Omaha, Nebraska

Venezia. C’è speranza per una rinascita dopo Covid? ultima modifica: 2021-03-20T20:24:27+01:00 da REBECCA ANN HUGHES
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