Di Maio: “Su Cuba l’Italia non cambia posizione”

Il ministro degli esteri precisa che non c’è stato un voto italiano contro L’Avana all’Onu. L’errore colpevole di noi giornalisti.
ALDO GARZIA
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Buona notizia per Cuba e per l’Italia. Il ministro Luigi Di Maio ha tenuto a chiarirlo nella riunione congiunta, mercoledì, 31 marzo, delle Commissioni esteri di Camera e Senato:

L’ultima volta che all’Onu si è votato sul rinnovo delle sanzioni a Cuba è nel 2019. L’Italia, con tanti altri paesi, votò per la rimozione.

Quindi, non corrisponde al vero che l’Italia abbia nel frattempo cambiato posizione. La garbata smentita è rivolta a chi ha scritto nei giorni scorsi il contrario, sbagliando (io su ytali, il Fatto, il manifesto, la Repubblica, Fanpage, Associazione Italia-Cuba, eccetera. Oltre a diversi esponenti politici, nazionali e locali).

Il responsabile della Farnesina ha poi ha aggiunto:

Nelle ultime settimane si è votato per una risoluzione che chiedeva di abolire lo strumento delle sanzioni in sé. Non per Cuba, per tutto il mondo. Credo siamo tutti d’accordo: si tratta di una generalizzazione che non si può accettare. Possiamo dunque chiarire che l’Italia non ha votato a favore delle sanzioni a Cuba e che siamo molto grati a Cuba, come a tanti altri paesi, per il supporto che ci hanno dato.

Poco più di un anno fa – occorre ricordarlo – arrivarono in Italia decine di medici provenienti da L’Avana con l’obiettivo di aiutare Lombardia e Piemonte  nell’azione contro il Covid. Il gesto fu lodato nel 2020 dal governo Conte e da quelli regionali di centrodestra di Lombardia e Piemonte.

A chi scrive non resta che apprezzare il chiarimento del ministro Di Maio e ammettere l’errore con un mea culpa nato da un passaparola tra chi si occupa di Cuba.

L’arrivo, un anno fa, di 53 operatori sanitari cubani venuti in Italia per combattere l’emergenza Covid

Il documento di risoluzione approvato a Ginevra ci è arrivato tra le mani in forma integrale solo il giorno dopo che ne avevamo scritto. In effetti, non fa alcun riferimento a Cuba. Siamo stati superficiali, vittime di una fake news. Ha prevalso il nostro impulso di simpatia verso L’Avana. L’argomento delle sanzioni economiche è poi molto delicato da generalizzare. Ci sono quelle contro Venezuela, Russia, Cina, Siria, Iran, alcune realtà africane, fino a quelle recentissime contro il Myanmar (ex Birmania) dove è in corso un cruento colpo di stato per citarne alcune. Il caso dell’embargo unilaterale degli Stati Uniti contro L’Avana fa caso a parte. 

La “questione Cuba” è nervo scoperto. Con l’Italia i rapporti sono ottimi da tempo, fin dalla fine dell’Ottocento quando alcuni garibaldini andarono nell’isola a dare una mano ai cubani nella guerra d’indipendenza dalla Spagna. In Italia c’è inoltre molta sensibilità sul tema dell’embargo economico imposto dagli Statui Uniti contro L’Avana fin dal 1962, il più antico della storia contemporanea e tuttora in vigore. Ecco così che si può incorrere nell’errore di interpretare un voto nel Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra contro una mozione che stigmatizzava l’uso degli embarghi in generale come una scelta contro L’Avana.

Meglio così. L’episodio si conclude bene per Cuba e per i suoi vincoli diplomatici con l’Italia anche del governo Draghi. Noi giornalisti dovremo trarre una lezione dall’errore: le news, soprattutto nel tempo di internet, vanno sempre verificate.

Di Maio: “Su Cuba l’Italia non cambia posizione” ultima modifica: 2021-04-01T15:55:45+02:00 da ALDO GARZIA
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