Annalena, la speranza del cambiamento per il dopo Merkel

Nella corsa alla cancelleria, gli ecologisti saranno rappresentati da una donna di quarant’anni. È una svolta generazionale, nel partito e nella società tedesca.
MATTEO ANGELI
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Si è svolto tutto in modo molto ordinato, con i due leader del partito che hanno discusso tra di loro, deciso chi sarà il candidato cancelliere e fissato una data per annunciarlo: gli ecologisti tedeschi – o meglio, Bündnis 90/Die Grünen, questo il loro nome completo – hanno messo in scena uno show perfetto, lontano anni luce dal braccio di ferro che ha consumato per giorni la Cdu/Csu nella scelta del successore di Angela Merkel. 

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Tutta questa disciplina non è figlia solo della buona volontà dei due leader del partito, Robert Habeck e Annalena Baerbock. Questi – diversamente da quanto accade nel campo conservatore – hanno più o meno gli stessi consensi nei sondaggi e posizioni politiche simili. In questi casi, tra i Verdi la prassi è chiara: ladies first, prima le donne. 

Lo volevamo entrambi, ma alla fine può farlo solo uno di noi,

ha spiegato Robert Habeck introducendo ieri la collega Annalena Baerbock, che sarà quindi la candidata degli ecologisti alla cancelleria, in occasione delle elezioni per il rinnovo del parlamento federale del prossimo 26 settembre. Il regno di Angela Merkel si chiude dopo sedici anni e mai come ora gli ecologisti hanno la possibilità non solo di entrare nel prossimo governo ma anche di guidarlo.

Quarant’anni, co-leader dei Verdi dal 2018, Annalena Baerbock era solo tre anni fa semplicemente la spalla di Robert Habeck, il carismatico vice-presidente del Land Schleswig-Holstein, molto più noto di lei, considerato da molti l’erede di Joschka Fischer. In poco tempo però, la deputata del Brandeburgo ha sorpassato il famoso collega – con il quale ha dimostrato sempre molta sintonia. Al congresso di Bielefeld del 2019, il partito l’ha di nuovo incoronata co-leader con il 97,1 per cento dei voti, davanti a Habeck, fermo al 90,4 per cento. Con loro il partito ha guadagnato 12 punti, arrivando al 22 per cento e tallonando la Cdu/Csu, in calo nei sondaggi. 

Robert Habeck e Annalena Baerbock hanno inaugurato un nuovo stile di leadership tra i Verdi. Hanno preso insieme la decisione su chi sarà il candidato cancelliere, senza far trasparire alcuna conflittualità all’esterno. La nomina di Baerbock dovrà essere confermata dal congresso del partito a metà luglio.

Annalena Baerbock nasce nel 1980, lo stesso anno in cui è fondato il suo partito, i Verdi, allora movimento di protesta, mosso in particolare dal pacifismo e dall’opposizione al nucleare. Figlia di un ingegnere meccanico e di un’assistente sociale, cresce a Schulenburg, un villaggio vicino a Hannover, nel Land della Bassa Sassonia. Ha le battaglie degli ecologisti nel sangue: fin da piccola, i genitori la portavano alle proteste contro lo stazionamento dei missili Pershing nella Germania occidentale o contro la creazione di un deposito di rifiuti nucleari a Gorleben.

Da adolescente si afferma come ginnasta, campionessa di trampolino elastico, vincitrice di tre medaglie di bronzo nel campionato tedesco. All’università, studia politica e legge ad Amburgo. Il sogno è quello di diventare una giornalista di guerra. Nel 2005 frequenta un master di diritto internazionale a Londra, alla London School of Economics. 

Il 2005 è anche l’anno in cui Baerbock aderisce ai verdi. In quel momento, si concludeva l’esperienza del governo rosso-verde, che aveva visto gli ecologisti per la prima volta al governo, per due mandati, junior partner della Spd di Gerhard Schröder. Era l’inizio dell’era Merkel.

Terminati gli studi, Baerbock comincia a lavorare a Strasburgo e Bruxelles, come assistente parlamentare di Elisabeth Schroedter, eurodeputata ecologista. La parentesi europea dura relativamente poco: nel 2008 si trasferisce a Berlino, cuore pulsante della politica tedesca, dov’è consulente per il gruppo dei Verdi in Parlamento sulle questioni legate a politica estera e sicurezza. Annalena è una che si dà da fare: oltre al suo lavoro, è anche portavoce del partito sulle questioni legate all’Europa e conquista la leadership del partito nel Brandeburgo, l’ex stato della Germania est che circonda Berlino. 

Così nel 2013 entra nel Bundestag, deputata per il Brandeburgo, dove diventa portavoce dei Verdi per le tematiche legate al cambiamento climatico. Nel 2017 è una delle rappresentarti degli ecologisti nei colloqui esplorativi per un governo di coalizione tra conservatori, liberali e, appunto, Verdi. Questi ultimi dimostrano una grande voglia e capacità di negoziare con la Cdu/Csu. Ciononostante, l’eventualità di un governo Giamaica (un’alleanza tra conservatori, liberali ed ecologisti, dai colori dei tre partiti) è fatta naufragare dal gran rifiuto dei liberali. Resta un dato di fatto: i Verdi non sono più, ormai da tempo, un partito di protesta, ma un soggetto politico pronto a governare, anche insieme al centrodestra. 

Nel 2018 conquista le leadership del partito, in un modo un po’ imprevisto. Tradizionalmente, i Verdi hanno due co-leader, un uomo e una donna, un esponente dell’ala pragmatica – i cosiddetti Realos – e un esponente dell’ala più progressista, i cosiddetti Fundis. Per i Realos il favorito è Robert Habeck, carismatico vicepresidente del Land Schleswig Holstein. Scrittore e traduttore, Habeck affascina il partito e il paese con le sue capacità oratorie. Secondo le regole del partito, la sua spalla dovrà essere donna. Nell’ala progressista c’è più di un tentennamento. Baerbock, che è anche lei una “pragmatica”, come Habeck, decide allora di lanciarsi. E ce la fa: Habeck è eletto con l’81 per cento dei voti, lei con il 64.

Annalena Baerbock con Winfried Kretschmann, governatore ecologista del Land Baden-Württemberg (a sinistra) e Anton Hofreiter, capogruppo dei Verdi al Bundenstag

Come Habeck ha ribadito anche ieri, i due inaugurano un “nuovo tipo di leadership”, lontano dalle conflittualità che hanno a lungo contraddistinto le dinamiche interne del partito. Si vede anche nelle piccole cose: diversamente dai loro predecessori, condividono ufficio e collaboratori. Il loro progetto è ambizioso: conquistare il centro della società, strappare il “Mitte” ad Angela Merkel. Lo fanno a suon di presenze televisive: i due sono il re e la regina dei talk show. 

Annalena, la pragmatica, organizzata. Robert, il carismatico, oratore capace di discorsi politici di lungo respiro. E pian piano, Annalena sorpassa l’erede designato di Joschka Fischer. All’interno del partito e nei sondaggi. Al punto che i Verdi oggi vedono, per la prima volta nella storia, la cancelleria a portata di mano. Soprattutto se la Cdu/Csu dovesse confermare Armin Laschet candidato alla cancelleria – una scelta figlia del modo pasticciato in cui il candidato favorito dai sondaggi, Markus Söder, ha cercato la leadership. Recenti rilevazioni danno Baerbock in testa, al 23 per cento, con Laschet al 16 per cento, terzo, addirittura dietro al candidato socialdemocratico. 

Ieri, in occasione dell’annuncio della sua candidatura alla cancelleria, Baerbock ha presentato le grandi linee di quello che sarà il suo discorso nei prossimi mesi.

La protezione del clima è l’impegno della mia generazione. Dobbiamo realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Dobbiamo avere il coraggio di fare le cose diversamente. È il momento di agire. Cambiare le cose, è possibile,

ha detto, facendo riferimento al mondo che lascerà alle sue due figlie. 

Ha anche anticipato la critica che tutti le faranno in campagna elettorale, in riferimento alla sua mancanza di esperienza di governo:

La democrazia vive di cambiamento. Non sono mai stata né cancelliera né ministra: io rappresento il cambiamento, per lo status quoi ci sono gli altri… Sono convinta che il nostro paese abbia bisogno di un nuovo inizio… Appartengo a una generazione che non è più giovane ma neanche vecchia. Abbiamo il compito di portare il meglio nel futuro. È il momento di forgiare il futuro: questa è la mia offerta. 

Annalena, la speranza del cambiamento per il dopo Merkel ultima modifica: 2021-04-20T10:51:55+02:00 da MATTEO ANGELI

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