Un guscio di legno racchiude “L’isola di Pinocchio”, a Santa Fosca, fondamenta del Diamanter: nel cuore di Cannaregio nella Venezia ancora vivace, un “mezà” (mezzanino) di una casa del XVII secolo è abitato dalle marionette di Roberto Comin artigiano che da trent’anni ha aperto questo atelier molto particolare. Sessanta metri quadri con belle travi e lucido pavimento di tavole, due finestre sul canale, una moltitudine di marionette, un banco di falegname, attrezzi e pezzi di legno. Banale il paragone con Geppetto, ma veramente Roberto Comin in questo spazio dà vita a centinaia di personaggi: l’unico a Venezia, erede per passione di una tradizione antica che prende il via dalla Festa delle Marie, quando fin dall’anno Mille le ragazze future spose sfilavano addobbate di gioielli e vesti sontuose, sostituite poi da grandi statue di legno chiamate Marie de tola, Marie di legno ovvero Marione, e da queste poi secondo la tradizione popolare raffigurate in più piccole dimensioni, appunto le “marionette”. Vere e proprie forme artistiche utilizzate in tutto il mondo per dar vita a rappresentazioni teatrali guidate da esperti manovratori, storie che dal Mediterraneo con i pupi siciliani raggiungono il Nord Europa e ancora oggi sono oggetto di studio e di collezione.
Pinocchio nasce come marionetta, e infatti tanti Pinocchio s’affacciano agli scaffali dell’atelier, vestiti di abiti a colori vivaci o nella forma più classica, pura marionetta snodata. Assieme a lui, Capitan Uncino, tanti diavoli e cavalieri, dame e cortigiane, Corto Maltese e il Gatto e la Volpe, un panorama eterogeneo di personaggi appesi alle lunghe corde. Artigiano per caso, Comin che viene da studi tecnici di geometra, ha imparato il mestiere in Toscana da un maestro marionettaio, e poi tornato a Venezia trent’anni fa ha aperto questo luogo di lavoro e di passione. Marionette snodate che riproducono il corpo umano, volti dipinti, capelli e abiti bellissimi cuciti da Manuela, sorella dell’artigiano, sarta e costumista, ma anche maschere e mongolfiere di cartapesta decorate, assieme ad una recente nuova marionetta che ha bisogno di un movimento speciale: il gondoliere.
E il movimento delle marionette che vediamo muoversi a bordo del teatro avviene tramite una meccanismo chiamato “croce” dal quale partono i numerosi fili che muovono braccia, gambe, piedi, teste delle marionette stesse, e una nuova forma di “croce a manovella” è stata pensata per riprodurre la vogata del gondoliere: uno studio dettagliato e preciso, che in questo periodo di chiusura forzata è stato accentuato da Roberto, che per un anno non ha avuto visitatori e turisti.
Sì, perché alla fondamenta del Diamanter (anche lui doveva essere un bravo artigiano, visto che intagliava i diamanti negli anni ruggenti della Serenissima), arrivavano e arriveranno di nuovo gruppi di turisti interessati all’antica arte delle marionette, turisti che attraverso il sito web dell’atelier cercano a Venezia visite e luoghi originali che sfuggano alle masse. E qui, tra i legni dell’Isola di Pinocchio, Comin tiene brevi lezioni di artigianato: in questo periodo una stagista americana, Roxy, lavora con lui per imparare le tecniche: viene da Los Angeles, studia arte all’Università ed è appassionata di teatro. Dopo questo stage veneziano porterà in California un pezzo della Venezia più antica e un immortale personaggio come Pinocchio.
Nell’atelier di Roberto non viene sprecato nemmeno un ricciolo di legno: si parte dal faggio o dal pino per costruire il corpo del personaggio, si passa poi alle articolazioni servendosi di strumenti tradizionali, pialla, sega, fili, chiodi…. La testa è la parte più difficile, perché è una vera e propria scultura che viene prima modellata in gesso e poi con la polvere del legno viene impressa nello stampo. Assieme al legno sono usati materiali tradizionali come cartapesta e polvere di alabastro.
Le marionette possono essere alte da quaranta a ottanta centimetri, e rappresentano personaggi di fantasia, della commedia dell’arte, ma anche del mondo dello spettacolo o della cultura. Ultimamente è stata commissionata una marionetta raffigurante lo scienziato Noam Chomsky, come regalo di compleanno da parte di amici americani. Molte sono le commesse che l’artigiano riceve dall’estero, da Oriente a Occidente, per collezioni, spettacoli dal vivo, compagnie teatrali. Particolare cura è dedicata all’abbigliamento dei personaggi, e qui entra in gioco Manuela sarta perfezionista fin nei minimi dettagli. Damaschi e passamanerie, piume e pizzi, seta e giarrettiere completano le creazioni artigianali in un rincorrersi di colori e dui modelli filologicamente rigorosi. La cortigiana con la giarrettiera o Capitan Uncino con la spada luccicante tra le trine del tricorno sono statue parlanti…
Certo è che oggi l’ordinatissimo atelier di Roberto rappresenta una continuità artigianale unica a Venezia: tra tradizione, sperimentazione, ricerca e moderne tecnologie la piccola ma tenace realtà veneziana di Roberto Comin continua il suo percorso con la consapevolezza che in questi ultimi anni, pandemia a parte, c’è stata una riscoperta ed una nuova tutela degli antichi mestieri soprattutto da parte di stranieri interessati alle arti e mestieri della Serenissima, patrimonio in cerca di eredi capaci di continuare un lavoro “che è passione, non arricchisce di certo”, ammette l’artigiano.
Don Chisciotte e Cyrano assieme a Pantalone e Pinocchio, aspettano i futuri ospiti del “mezà” di Cannaregio. Alle finestre sventolano girandole gialle, anche questo per i veneziani un ricordo di una tradizione “antica”, la casa delle girandole del poeta Zangrossi che al Castelforte a San Rocco per anni ha fatto alzare lo sguardo a generazioni di cittadini e turisti.


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1 commento
Una vera meraviglia, grazie da un burattinaio romano