“La forma del Tempo” è il titolo della mostra che dal 13 maggio ha aperto presso il Museo Poldi Pezzoli di Milano dopo un anno di rinvio a causa della pandemia da Covid-19: fino al 27 settembre la mostra a cura di Lavinia Galli, conservatore del Museo stesso, spiega come nei millenni e nei secoli è stato rappresentato l’immateriale “tempo” attraverso statue, dipinti, codici, orologi, collegando concetti filosofici alla tecnologia, con una iconografia ricca e varia che ripercorre le tappe dell’esistenza stessa dell’essere umano. Il bel catalogo edito da Skira ripropone un denso saggio di Umberto Eco dal titolo Tempi che cita – tra i molti – Aristotele, secondo il quale “il tempo è il numero del movimento secondo il prima e il dopo”: dal movimento degli astri per misurare anni e mesi alle tecnologie per misurare ore e minuti, il Tempo che scandisce le nostre vite è stato ed è oggetto di dissertazioni filosofiche profonde, e la mostra ce le prospetta tutte attraverso un vasto itinerario ricco di suggestioni.

La collezione cospicua di orologi meccanici e solari che appartiene alla Fondazione Artistica Poldi Pezzoli rappresenta tramite “La forma del Tempo” un momento di riflessione sul come nei millenni l’essere umano si è confrontato con l’inesorabile scandire dei minuti e delle ore, delle stagioni e degli anni: noi oggi, speriamo alla fine di questa pandemia che da oltre un anno attanaglia il mondo intero, diciamo spesso che “abbiamo perso un anno” e durante questo tempo abbiamo perso amici, conoscenti, occasioni, calcolando un “tempo” che per ognuno di noi è passato tra diverse emergenze e sofferenze. Ecco, nelle sale del bel Museo milanese possiamo ripercorrere le varie concezioni del Tempo raffigurato nell’arte e nella tecnica, nella filosofia e nella devozione.
Lavina Galli ci introduce nell’itinerario.

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!