Un furlano (friulano) resta sempre furlano, a maggior ragione se è lontano dalla Piccola Patria: e Zuan da Udene Furlano lo fu sempre nel corso della sua vita, dalla nascita a Udine nel 1487 alla morte a Roma nel 1561. Artista poliedrico, pittore, architetto, decoratore, attento osservatore della natura, Giovanni è protagonista della prima mostra dedicata alla sua arte presso la Galleria d’Arte Antica del Castello di Udine. Zuan da Udene Furlano. Giovanni da Udine tra Raffaello e MIchelangelo, a cura di Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan, dal 12 giugno al 12 settembre introduce il visitatore in un itinerario denso di informazioni e immagini di un artista che sviluppò i suoi talenti in pieno Rinascimento all’ombra dei due immensi Raffaello e Michelangelo, con i quali collaborò a capolavori come le Logge Vaticane, villa Farnesina e villa Medici a Roma e le Cappelle Medicee a Firenze.

La mostra, sostenuta dalla Fondazione Friuli e dalla società di servizi Amga Hera, si snoda attraverso un percorso che occupa il Salone del Parlamento, la sala XII e XIII del Castello che ospita lo scalone progettato da Giovanni stesso al suo rientro nella città natale, quando divenne proto e architetto cittadino, con gli allori della fama raccolti a Roma, Firenze, Venezia dove aveva lasciato tangibili segni della sua arte firmandosi Zuane Furlano.
ytali è una rivista indipendente. Vive del lavoro volontario e gratuito di giornalisti e collaboratori che quotidianamente s’impegnano per dare voce a un’informazione approfondita, plurale e libera da vincoli. Il sostegno dei lettori è il nostro unico strumento di autofinanziamento. Se anche tu vuoi contribuire con una donazione clicca QUI
Vita e opere dell’artista illustrate nel percorso attraverso un recupero eccezionale di disegni e bozzetti disegnati da Giovanni a modello delle opere (ovviamente inamovibili) di Roma, Firenze e Venezia: documentazione preziosa, frutto di una minuziosa ricerca presso archivi e musei di tutta Europa. Da Monaco a Berlino, da Lilla a Firenze, da Londra a Edimburgo e molte altre collezioni pubbliche e private, il progetto di ricerca è stato svolto con rigore scientifico volto a evidenziare la qualità dei lavori presentati. Stampe, dipinti, documenti, disegni, luoghi dove l’artista lavorò a Roma, lettere: la produzione artistica di una vita in giro per l’Italia. Uno sguardo quindi che travalica i confini cittadini e nazionali, per presentare Giovanni da Udine in una dimensione internazionale, “rutilante” come era quel XVI secolo apice di mecenati e artisti.

Incisioni e disegni preparatori, specialmente per gli stucchi delle Logge dove Raffaello scatenò la sua arte sublime, e riscoperte tecniche di Giovanni da Udine che influenzarono i suoi maestri/colleghi: come la formula antica dello stucco bianco o l’esplorazione della Domus Aurea che diede origine alle decorazioni “grottesche” che caratterizzarono l’arte dell’Urbinate. Era Giovanni lo specialista negli affreschi di ghirlande e di uccelli, come ricorda Vasari nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, descrivendolo come artista bravissimo nel contraffare “tutte le cose naturali” che si dilettò “di fare uccelli di tutte le sorti di maniera che in poco tempo ne condusse un libro tanto vario e bello, che egli era lo spasso ed il trastullo di Raffaello”. Raffaello che morì nel 1520 a trentotto anni, lasciando i suoi collaboratori con un’aura di fama e onori non indifferente, tanto che Giovanni continuò il suo impegno decorando con Giulio Romano Villa Madama.
Alla morte di Agostino Chigi suo mecenate, di papa Leone X e di Clemente VII entrambi della famiglia Medici, e soprattutto dopo il sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi nel 1527, Zuane rientrò a Udine, non senza passare per Venezia per decorare gli studioli di Palazzo Grimani: un trionfo di vegetazione e di volatili. I suoi testamenti, in uno dei quali disereda il figlio Raffaelo che “per cose pazze disperdeva il patrimonio familiare”, e in particolare le lettere che si scambiò con Michelangelo per decidere i lavori da fare a Firenze, rappresentano uno dei tesori di questa mostra raffinata: sul retro di una missiva un sonetto autografo del Buonarroti.
Mostra ricca di riferimenti, occasione per ripercorrere quel XVI secolo così denso di arte e di storia parte dell’eredità di questo paese che tutti siamo chiamati a tramandare e mantenere.


Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!