Il clima cambia la politica

Le inondazioni che hanno colpito vari territori della Germania portano la questione climatica al centro del dibattito politico-elettorale sul dopo-Merkel.
MATTEO ANGELI
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Da mercoledì il maltempo sta mettendo in ginocchio la Germania. Le forti piogge nella parte nord-occidentale del paese, in Renania Settentrionale-Vestfalia e in Renania-Palatinato e, in misura minore, in Baviera, soprattutto nell’area di Berchtesgaden, hanno fatto straripare fiumi, sradicato alberi e inondato le strade. In questo disastro, centocinquantasei persone hanno per ora perso la vita, mentre molte altre risultano ancora disperse. La catastrofe porta il cambiamento climatico al centro del dibattito politico tedesco, quando mancano quasi due mesi alle elezioni che determineranno il successore di Angela Merkel.

Non è esagerato dire che la tragedia che sta vivendo il paese potrebbe sconvolgere le dinamiche di una campagna elettorale per il momento abbastanza noiosa. Finora il dibattito è stato infatti dominato dagli errori di Annalena Baerbock, candidata degli ecologisti alla cancelleria. L’ultimo in ordine di tempo? Baerbock è accusata di aver commesso una serie di plagi nella stesura del libro “Jetzt. Wie wir unser Land erneuern” (“Adesso. Come rinnoviamo il nostro paese”). L’ennesimo passo falso che contribuisce ad alimentare l’immagine di una candidata pronta a gonfiare il proprio curriculum e copiare pur di apparire “kanzlerfähig”, degna dello scranno di cancelliera. 

Le inondazioni cambiano davvero tutto, trascinando via con sé le critiche agli sbagli di Baerbock, i quali appaiono ridimensionati di fronte alla gravità della situazione attuale. La corsa ricomincia da zero, o quasi.

Nella storia recente della politica tedesca ci sono almeno due casi che dimostrano come la gestione di un evento climatico avverso possa contribuire a modificare il risultato della competizione elettorale. Nell’agosto 2002, il fiume Elba ruppe gli argini. Il cancelliere in carica, Gerhard Schröder – che in quel momento si trovava cinque punti dietro al suo rivale, Edmund Stoiber, della CSU – indossò gli stivali di gomma e si recò sul luogo del disastro, dimostrando leadership nella crisi. Un intervento che contribuì alla rimonta di Schröder, il quale un mese dopo venne riconfermato alla guida del paese. 

Il 14 agosto 2002 il cancelliere Garhard Schröder è in Sassonia, a Grimma, città allagata

Nell’estate del 2014, in Renania Settentrionale-Vestfalia, il maltempo colpì la città di Münster, con inondazioni e morti. La governatrice di allora, la socialdemocratica Hannelore Kraft, si recò sul posto solo dopo alcune settimane. Kraft si giustificò dicendo che era in vacanza in barca nel Land Brandeburgo e il cellulare non prendeva. Un errore per il quale la leader socialdemocratica fu duramente criticata e che pesò sulla sua disfatta nel 2017, per mano di Armin Laschet.

L’attuale candidato alla cancelleria della CDU-CSU deve esserselo ricordato giovedì, quando si è prontamente recato ad Hagen e Altena, due città della Renania Settentrionale-Vestfalia colpite dal maltempo. Stivali di gomma nell’acqua, Laschet – che è governatore del Land – ha promesso fin da subito aiuti rapidi. Si tratta per lui infatti di un importante banco di prova, per dimostrare le sue capacità di gestione nella crisi – doti fondamentali per chi aspira a essere cancelliere.

I suoi due principali sfidanti, Annalena Baerbock per i Verdi e Olaf Scholz della SPD, hanno entrambi interrotto le loro vacanze, ma hanno occupato un ruolo diverso rispetto a Laschet, in quanto non direttamente coinvolti nel governo dei territori colpiti. Scholz ha fatto appello a un maggiore impegno nella lotta al cambiamento climatico, mentre Baerbock ha chiesto aiuti rapidi e un processo burocratico snello nella loro distribuzione. Tutti e due però hanno manifestato una certa ritrosia a occupare la scena, per evitare di apparire come degli opportunisti interessati a fare campagna elettorale su una catastrofe naturale. 

Armin Laschet visita i luoghi della catastrofe in quanto governatore della Renania Settentrionale-Vestfalia

Da giovedì mattina quindi quasi tutti i riflettori erano puntati su Laschet. Non solo perché è il governatore di uno dei Land vittima delle inondazioni. In quanto candidato alla cancelleria della CDU-CSU, Laschet ha anche il dovere di spiegare se e come la politica ambientale del partito cambia dopo una tale catastrofe, che nel dibattito pubblico e scientifico viene subito associata al riscaldamento climatico.

Una sfida impervia per il leader di un partito che su questi temi viene spesso accusato di non essere abbastanza ambizioso. Venerdì, in conferenza stampa, Laschet si è limitato a dire che “la Germania deve marciare ancora più rapidamente verso la neutralità climatica e fare di tutto per rispettare il calendario in materia di raggiungimento degli obiettivi climatici”. 

Dopo questo dramma, i cristiano democratici correggeranno la loro politica climatica? Gli aveva chiesto solo qualche ora prima, la sera del giovedì, un’intervistatrice dell’emittente televisiva WDR. 

Dopo aver cercato inutilmente di dribblare la domanda, messo alle strette Laschet aveva risposto: “Non cambiamo la nostra politica solo perché oggi è un giorno così… Combattere il riscaldamento climatico è una questione internazionale. Non va banalizzata in questo modo”. 

Più di altri partiti, la CDU-CSU pone l’accento sulla salvaguardia del tessuto economico-produttivo. Perciò, quando si tratta di clima, il discorso di Laschet non è mai particolarmente incisivo. Il governatore della Renania Settentrionale-Vestfalia ricorda sempre come il suo Land sia un modello in materia di abbandono del carbone. Parla di idrogeno verde, di progetti ferroviari, ma è chiaro: per lui la lotta contro il cambiamento climatico va bene solo fino a quando non mette in crisi le industrie tedesche. 

In questo senso, la rinnovata attenzione all’ambiente rappresenta al contempo un’opportunità e una sfida per Armin Laschet. Una sfida perché lo obbliga a metter mano al suo programma. Un’opportunità, perlomeno dal punto di vista operativo, perché egli ha l’occasione di mostrare che è un leader capace di gestire le crisi.

Dovrà però farsi perdonare la figuraccia di sabato scorso, quando nella città di Erftstadt – dove l’alluvione ha provocato una frana gigantesca, è stato fotografato mentre rideva durante il discorso del presidente federale, Frank-Walter Steinmeier. Non si sa per quale motivo Laschet stesse ridendo, ma poco conta. Le foto hanno fatto il giro dei media tedeschi e molti commentatori ora si chiedono se egli sia veramente adatto a diventare cancelliere.

Lo scatto che riprende il candidato cancelliere della CDU-CSU mentre ride durante il discorso di Frank-Walter Steinmeier

Una gaffe che inietta incertezza in una sfida che vede la CDU ancora largamente in testa. Come cambia la corsa? Laschet farà dimenticare l’uscita infelice ed emergerà dalla crisi come lo statista che ha saputo far fronte alla catastrofe? O saranno gli ecologisti a riprendere slancio, dato che sono loro che hanno messo la lotta al cambiamento climatico in cima alla loro agenda?

Con Laschet e Baerbock costretti a scusarsi a giorni alterni, resta poi sulla carta una terza opzione per la cancelleria: il socialdemocratico Olaf Scholz, vice-cancelliere e ministro delle finanze del governo in carica. Finora è lui il candidato che ha fatto meno errori e che ha indubbiamente la maggiore esperienza di governo. Certo, non scalda i cuori, ma la sua SPD si sta finalmente staccando dal 15 per cento al quale è rimasta a lungo inchiodata nei sondaggi e si avvicina agli ecologisti. Per lui questa è una nuova, flebile speranza.

Nell’immagine di copertina, la frana che l’alluvione ha provocato a Erftstadt, città appartenente al distretto governativo di Colonia, nella Renania Settentrionale-Vestfalia.

Il clima cambia la politica ultima modifica: 2021-07-19T17:50:29+02:00 da MATTEO ANGELI

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