Una vita brillante

L’epopea di Guglielmo Linetti, fondatore dell’omonima impresa resa famosa da Carosello, raccontata in un bel libro di Mario Merigo, “Anch’io ho commesso un errore” edito da Panda.
BARBARA MARENGO
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Baffoni, sorriso, mano destra a levare un elegante cappello dalla testa pelata  leggermente inclinata e l’indimenticabile frase ”anch’io ho commesso un errore, non ho mai usato la Brillantina Linetti!”: Cesare Polacco  attore veneziano è stato per anni protagonista dello spot del Carosello degli anni Sessanta che reclamizzava un prodotto allora in auge come la brillantina, mamma del gel che oggi varia umanità si sparge sui capelli più o meno lunghi per dare forma e sostanza alle chiome. E la frase che ha caratterizzato tale balsamo profumato fa ancora parte di un lessico familiare di generazioni di italiani. 

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La storia di questo marchio che oggi si chiamerebbe brand è raccontata in un agile volume scritto da Mario Merigo dal titolo Anch’io ho commesso un errore. L’epopea di Guglielmo Linetti nella Venezia del miracolo economico (Panda Edizioni), una ricostruzione che si dipana come un film sotto gli occhi del lettore. E di un film ha tutte le caratteristiche, questa vita vissuta da Guglielmo Linetti, veneziano avventuroso e lungimirante, un film dove succede di tutto: emigrazione, viaggi, incontri, famiglia, scappatelle galanti, invenzioni e intraprendenza, fortuna e guerre, tutto condito da voglia di fare, idee e un pizzico di immancabile fortuna a fasi alterne.

L’Autore rende omaggio a un personaggio nato alla fine del secolo numero 19, in una Venezia impoverita e da pochi decenni unita all’Italia dopo la fine della dominazione austriaca: lo spirito antico dei veneziani viaggiatori s’impadronisce di Guglielmo che osa e parte per l’Egitto, non come farà molti anni dopo a bordo della bella nave Ausonia (ah, le navi della società Adriatica, di giusta stazza per entrare in Bacino e ancorarsi a San Basilio!), ma come emigrante con famiglia al seguito. Potremo parlare delle antiche rotte delle “mude” della Serenissima che percorsero per secoli le vie del Levante approdando nel Levante? Sì, potremo anche parlare di questo, anche se forse il giovane Guglielmo all’epoca non lo sapeva proprio, ma da quel viaggio comincia la sua fortuna. Non aveva commesso un errore, il giovane veneziano: oltre a diventare amico di quello che sarebbe diventato il grande poeta Giuseppe Ungaretti, il nostro Guglielmo tornato a Venezia non perde tempo, annusa l’aria, si guarda intorno ed a raffica indovina una serie di piccole imprese commerciali che danno uno status ed un certo benessere a moglie e figli. Guerra e fascismo, altra guerra e situazioni sociali difficili non fanno demordere il nostro, che osservando gli invitati alla neonata Mostra del Cinema negli anni Trenta al Lido di Venezia, constata che l’uso della brillantina è di gran moda, e perché usarne una inglese presente sul mercato e non fabbricarne una made in Italy

Ecco fatto, le botteghe aperte in Mercerie vanno alla grande: rischio di impresa, intuizione, lavoro familiare, posizione sociale in ascesa, tutto concorre a far si che i Linetti da veri veneziani espandano le loro attività (a Guglielmo si uniranno i due figli ) e nel dopoguerra aprano due negozi di giocattoli, quelli che hanno fatto sognare generazioni di bambini veneziani ma anche di adulti (chi non ricorda a Venezia le vetrine con i trenini in movimento). In Mercerie del Capitello e in Gran Viale al Lido i negozi di giocattoli Linetti hanno rappresentato una realtà magica, con le vetrine che tra bambole e Meccano attiravano frotte (allora ce n’erano a frotte) di bambini. Mario Merigo ripercorre le tappe della vita di Guglielmo senza tralasciare nulla, e il lettore potrà riconoscere luoghi di una Venezia che non c’è più dove i negozi di souvenirs lasciavano il posto a vere e proprie imprese e manifatture importanti, guidate da generazioni di veneziani che rendevano viva la città. 

Formidabile l’irrompere di Cesare Polacco nella biografia Linetti, quando il boom economico faceva vedere quasi tutto rosa e Carosello con i suoi brevi, geniali e garbati spot pubblicitari spingeva gli italiani verso un consumo di prodotti e di novità inimmaginabili. L’ispettore Rock affiancato da Giuliano Isidori sotto la guida di inaspettati registi come Lina Wertmuller entrava nelle case degli italiani dichiarando il suo enorme, capitale errore, che lo aveva condotto ahimè alla calvizie: ammetteva di non aver usato la brillantina Linetti, panacea profumata di tutte le capigliature. Già ammettere un errore non è cosa da poco, e fare di questa frase uno slogan che dura ancora a distanza di sessant’anni è un risultato clamoroso. 

E così Guglielmo Linetti, tra devozione familiare e fuga amorosa con l’inevitabile ballerina, lascia un segno nella nostra storia nazionale, ma anche in quella veneziana, che ha bisogno più che mai di riappropriarsi di positivi esempi di vigore e lungimiranza.

Una vita brillante ultima modifica: 2021-07-19T13:25:48+02:00 da BARBARA MARENGO
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