“Viviamo un momento storico”, ha detto ieri Annalena Baerbock, co-leader dei Verdi. Le ha fatto eco Christian Lindner, capo dei liberali della FDP: “Il voto ha segnato una cesura. La gente si è espressa contro lo status quo. Ora deve nascere qualcosa di nuovo in Germania”. Ecologisti e liberali sono i soggetti politici che hanno più puntato sul cambiamento. In modo molto significativo, i giovani li hanno premiati, mettendoli in cima alle loro preferenze. Tra chi ha meno di venticinque anni, il 23 per cento ha votato Verdi, il 21 per cento la FDP. “I nostri due partiti rappresentano il cambiamento, ma non nello stesso modo”, ha precisato Robert Habeck, l’altro co-leader degli ecologisti.
I negoziati per la formazione di un nuovo governo entrano nel vivo. Le delegazioni di liberali e Verdi si sono incontrate ieri a Berlino. L’obiettivo è ambizioso: i due partiti, arrivati terzo e quarto nelle elezioni di domenica scorsa, puntano a forgiare un nuovo centro di potere, capace di scegliere il prossimo cancelliere. E soprattutto di dar vita a un nuovo corso per la politica tedesca. Le differenze importanti della campagna elettorale sono archiviate. È ora il momento della responsabilità.
Non sarà facile costruire ponti. Nella contesa elettorale i due partiti hanno dato l’impressione di essere agli antipodi su molti temi. Il punto di partenza saranno probabilmente i diritti civili. Almeno su questo tema, FDP e Verdi non hanno mai nascosto di essere d’accordo. Entrambi lottano per la parità di genere e contro le discriminazioni verso le persone LGBT. Ambedue vogliono legalizzare la cannabis e abbassare il diritto di voto a sedici anni. Entrambi vogliono annullare la conservazione dei dati degli utenti online – attualmente prevista in Germania – e stralciare il riconoscimento facciale biometrico e la possibilità per i servizi di sicurezza di violare i computer o telefoni cellulari di chi è sospettato. Due misure introdotte dalla grande coalizione CDU-CSU e SPD.
L’attenzione ai diritti civili definisce anche i programmi di politica estera. Sia Baerbock sia Lindner hanno sottolineato l’importanza di far prevalere i diritti umani quando si negozia con regimi autoritari come Cina o Russia. Tutti e due hanno criticato il recente accordo sugli investimenti Ue-Cina. Inoltre, in Parlamento europeo, Verdi e liberali hanno dimostrato di saper collaborare bene sui temi legati allo stato di diritto. Essi hanno infatti giocato un ruolo importante nell’istituzione del meccanismo per la protezione dei valori dell’Ue. Questo rende possibile bloccare i pagamenti dal bilancio europeo agli stati membri che non rispettano lo stato di diritto e la democrazia.
Anche su educazione e digitalizzazione è probabile che venga trovato rapidamente un accordo. I due partiti, che si vogliono moderni, hanno fatto entrambi di questi temi un loro cavallo di battaglia, proponendo entrambi più investimenti.

Le maggiori differenze riguardano soprattutto l’economia e il clima. La FDP, come la CDU-CSU, vuole abbassare le tasse, mentre i Verdi, come la SPD, vogliono aumentarle. Per i liberali è molto difficile fare concessioni su questo tema, che è uno dei pilastri della loro politica. I Verdi, forse, potrebbero invece cedere qualcosa, se venisse trovato un altro modo per finanziare la lotta al cambiamento climatico. La domanda è, come? Il freno all’indebitamento, inserito nella costituzione tedesca, prevede limiti ferrei per il deficit pubblico. Né una coalizione semaforo (SPD, Verdi, liberali), né una coalizione Giamaica (CDU, Verdi, liberali) avranno la maggioranza di due terzi necessaria per cambiare questa regola.
La soluzione potrebbe essere quindi la creazione di un fondo d’investimento che permetta di prendere a prestito risorse sui mercati, da investire obbligatoriamente nelle misure climatiche, infrastrutturali o digitali. Un investimento per le future generazioni, politicamente spendibile anche per la FDP, che ha spesso denunciato il debito come un fardello per i giovani.
Come fare lo stesso tipo di operazione a livello europeo, resta ancora una domanda aperta. I Verdi, come la SDP, vogliono maggiori investimenti per le loro politiche chiave. Per questo propongono di andare al di là del patto di stabilità, aprendo la porta anche a misure permanenti d’indebitamento comune. Per la FDP, tutto ciò è semplicemente inconcepibile.
Un altro punto chiave è l’aumento del salario minimo a 12 euro l’ora (attualmente è a 9,60 euro). Questa è una delle misure cardine dei programmi sia della SPD sia dei Verdi. Un rospo, che probabilmente i liberali ingoieranno, chiedendo in cambio che l’aumento venga fatto in modo progressivo.

Restano però ancora nodi importanti sulle questioni climatiche e ambientali. Verdi e liberali sono d’accordo ad aumentare i costi per chi produce CO2, intervenendo sul sistema esistente di scambio delle quote di emissione. Ambedue vogliono usare le entrate derivanti da un maggiore costo delle emissioni per sostenere le persone meno abbienti o coloro che rischiano di essere penalizzati dalla transizione ecologica. Il problema è che i Verdi vogliono aumentare il prezzo della CO2 a 60 euro a tonnellata già entro il 2023. Al momento, questo è a 25 euro e i costi si fanno già sentire. I liberali vogliono che questo prezzo venga definito dal mercato.
Seguendo lo stesso ragionamento, la FDP si rifiuta di anticipare la data per l’eliminazione delle centrali elettriche a carbone (attualmente prevista entro il 2038) o di definirne una per l’abbandono delle auto a benzina e diesel. Gli ecologisti hanno invece le idee molto chiare. Vogliono abbandonare il carbone entro il 2030. Sempre a partire da questa data, vogliono che vengano realizzate solo auto che non producono emissioni e andare verso un’eliminazione dei voli a corto raggio.
A questa serie di argomenti spinosi s’aggiunge il desiderio di Baerbock e compagni d’introdurre un limite di velocità di 130 km all’ora in autostrada (al momento su molte tratte delle autostrade tedesche non esiste limite). Una misura appoggiata anche dalla SPD. Sulla quale però è molto improbabile che i liberali – convinti sostenitori della libertà di sfrecciare a tutta velocità – cedano. Per questo, Anton Hofreiter, capogruppo dei Verdi in parlamento, ha già detto che il suo partito non farà del limite di velocità una condizione vincolante per il successo dei negoziati.
Un gesto di buona volontà, che indica come i due partiti siano consapevoli che ora il loro destino politico è legato a doppio filo. Potranno incoronare il nuovo cancelliere solo se sapranno mettersi d’accordo. Il loro peso negoziale rispetto a Olaf Scholz e Armin Laschet sarà tanto più alto quanto più sapranno tenere i due candidati nella partita.

Immagine di copertina: da sinistra a destra, Robert Habeck (co-leader dei Verdi), Annalena Baerbock (co-leader dei Verdi e candidata alla cancelleria), Christian Lindner (leader dei liberali), durante la conferenza stampa di ieri, venerdì 1° ottobre, in seguito all’incontro delle delegazioni dei due partiti.

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