Contro il dilagare del plateatico. Un appello

Bar e ristoranti invadono senza limiti gli spazi pubblici di Venezia. Si sono inventati le “siepi artificiali”, piazzando tavoli, sedie in mezzo a fondamente, calli, campielli. Gli interessi di chi è stato costretto a lunghe chiusure vanno messi insieme a quelli degli abitanti.
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Dal momento che Venezia ha una dotazione di verde pubblico o di uso pubblico abbastanza limitata, ristoratori e baristi si sono inventati le “siepi artificiali”, piazzando tavoli, sedie e ogni genere di plateatico in mezzo a fondamente, calli, campielli. Non più solo in Riva del Vin, ma nelle calli più interne dietro Rialto e in tutte le calli e i campielli più stretti, in particolare nelle ore più calde, pare ormai di essere a Strà, nel labirinto di villa Pisani, e dover faticare a trovare una via di uscita per proseguire il proprio cammino.

Siamo sicuri che la deregulation più totale sia una buona cura per la ripresa post pandemica?

Gli interessi di chi è stato costretto a lunghe chiusure vanno messi insieme a quelli degli abitanti.

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La situazione a Venezia

A Venezia la questione dei plateatici è regolata dai “pianini”, che zona per zona assegnano e disciplinano gli spazi delle pubbliche vie (quindi pubblici) messi a disposizione di bar e ristoranti (quindi di attività private).

Con l’emergenza Covid è stato concesso l’ampliamento di superficie alle concessioni in essere per una misura del cinquanta per cento in più, in modo da garantire distanziamento ed eventuale revisione degli arredi (non si poteva sedere in più di quattro persone per tavolo, ecc), comunque dietro presentazione di apposita istanza, di validità immediata (tipo SCIA), ma che in alcuni casi viene rifiutata dopo valutazione tecnica; questo perché in bar e ristoranti prima del green pass non si poteva mangiare dentro i locali.

Per chi non aveva concessioni di plateatici è permessa la disposizione di mensole e sgabelli di fronte alle vetrine di pertinenza. Tutto ciò in teoria non doveva ovviamente confliggere con la viabilità pedonale in maniera troppo invasiva.

L’ampliamento dei metri quadri a disposizione è valido fino al 31/12/21, quando tutti dovrebbero tornare nella superficie precedentemente concessa.

Le prospettive

È necessario che dal 01/01/2022 si consideri chiuso il periodo di emergenza e si torni alla situazione dei pianini. Il Consiglio comunale potrebbe deciderne una revisione, che però andrebbe decisa con la partecipazione degli interessati, cioè non solo degli operatori economici (ristoranti e bar, che utilizzano a scopi privati il suolo pubblico) ma degli abitanti (uso pubblico del suolo pubblico) che hanno altrettanto diritto a utilizzare gli spazi per trovarsi, bere un bicchiere insieme, incontrarsi, giocare; anche perché la destinazione di campi e calli come plateatico privatizzato ne fa un uso limitato nel tempo e nelle persone.

La situazione di San Giacomo dell’Orio 

San Giacomo è come sempre un caso paradigmatico, fortunatamente presidiato da una comunità che se ne prende cura (Orto, Vida, torneo di pallavolo). Vuole avere un buon rapporto con i luoghi “privati” di socialità che vi sono insediati (bar, alberghi, ristoranti), purchè il loro impatto (dall’occupazione di spazio pubblico al traffico di motoscafi indotto) resti nei limiti ragionevoli.

Ma è evidente che, negli ultimi anni, la parte del campo effettivamente a disposizione del pubblico si è ristretta, fino a rischiare di compromettere la sua straordinaria qualità come luogo di incontro.

Ricordiamo, tra l’altro, che tutto Campo San Giacomo nel Piano regolatore vigente (nella tavola B2, che individua gli standard urbanistici) è destinato ad “area per attrezzature di interesse comune” e tale deve restare. 

Gli abitanti della zona chiedono con fermezza che nessun altro spazio di Campo San Giacomo sia concesso d’ora in poi all’uso privato. 

Basta così! 

Puoi segnalare la tua adesione con un’email (bastano nome e cognone) a: bastaplateatico@gmail.com.
Le adesioni saranno pubblicate qui di seguito.

Renzo De Antonia, Annabella Bassani, Nicoletta De Grandis, Arlette e Andrea Portnoff, Stefano Zago, Ugo Trivellato, Maria Chiara Piva, Nives Serafin, Elena Bonaldo, Marina Rodinò, Célia Gavaud, Daniela Dutto, Giovanni Sarpellon, Emilia Aimo, Andreina Corso, Maria Teresa Sega, Mario Santi, Annalisa Sacerdoti, Francesca Maggiolo, Cristina Toso, Nicia Materazzi, Franca Simoli, Laura Prevedello, Sandra Stocchetto, Francesca Trivellato, Nara Ronchetti, Francesca Pattaro, Simona Morini, Michele Boato, Alberto Madricardo, Giuseppe Tattara, Giorgio Santarello, Franco Rigosi, Antonella Baretton, Paolo Scarpa, Maria Cristina Baruzzini, Giuseppe Ghighii, Cristina Ceroni, Miriam Silvestri, Veronica Scarpa, Maurizio Marchetto, Maria Chiara Bellati, Michele Miraval, Enrica Berti, Patrizia Gatto, Mariolina Toniolo, Pier Luigi Olivi, Andreina Zitelli, Renato Gatto, Renata Segre, Elena Ferrazzi, Laura Lobina, Maria Grazia Gagliardi, Adriano Favaro, Claudia Beccaro, Minu Habibi Minelli, Cristina Toso, Arianna Novello, Roberta Lazzarini, Erica De Rosa De Rosa, Bruna Scanferlin, Fabio Sassetto, Ornella Doria, Marina Corrier, Anna Luisa Montagner, Marco Tombi, Raffaella Vidali, Luciana Simoli, Edoardo De Marchi, Fulvia Frasca, Livio Linzi, Adriana Galvan, Cinzia Filoni, Stefano Trivellato, Francesco Lazzaretto, Maria Luisa Marton, Barbara Marengo, Paul Rosenberg, Campaign for a living Venice, Elena Zoli, Andrea Franco, Annalisa Bottani, Michele Fanello, Stefania Camuffo, Edvige Forti Rossellini, Enzo Gnone, Isabella Panfido, Federico Gorini Balbo di Sambuy, Alessandra Taverna, Pietro Piasentin, Nadia Maria Filippini, Donatella Bergamo, Sandra Sambo, Paola Scarpa, Anna Scannapieco, Cristina Radicchio, Giovanni Leone, Michela Siega, Letizia Palazzetti, Adriana Gatto, Adele Stefanelli, Patrizia Iezzi, Elisabetta Baldi Enzo Bon, Milvia Fré, Simonetta Polacco, Alessandro Orlando, Roberto Longo, Jean-Jacques Kupiec, Giacomo Maria Salerno, Mustafa Cisse,

I messaggi

Gli abitanti devono tener duro
e non mollare più neanche un
centimetro a tavolini. falsi vasi
utilizzati per circondare i loro
tavolini, facendoli passare x
verde pubblico. Vanno rivisti i
famosi “pianini” (definizione
inventata dai commercianti s
loro favore) e successivamente
controllati seriamente. Va
controllata anche la
collocazione delle colonne
riscaldanti x evitare che gli
allargamenti estivi diventino
definitivi. Facciamo attenzione
anche noi fruitori dei bar ecc
buon lavoro e coraggio.
Annabella Bassani


Buonasera, Ho letto l’articolo
su ytali. Concordo in pieno e vi
invio il mio sostegno,
Cordialmente
Stefano Zago


Firmo con convinzione l’appello
per Campo San Giacomo
Maria Chiara Piva

Sostegno con forza questa
iniziativa! Tutte le altre grande
città stanno iniziando a
prendere provvedimenti. Noi?
Li lasciamo lì per sempre?
Célia Gavaud

Aderisco perché abito a
Cannaregio,  vicino a
fondamenta Ormesini e ogni
giorno faccio fatica a passare,
specie quando ho con me
borse della spese o carrello,
soprattutto nel tratto fra il
timon e il ponte di legno,
letteralmente aggredito da
tavolini del ristorante. La
mattina vado a lavorare fra
immondizie, piscio e vomito
lasciate nelle calli laterali alla
fondamenta. Uno schifo!
L’aumento dei plateatici e della
maleducazione di chi resta in
piedi a bere e chiacchierare o
fumare in mezzo alla strada ha
reso insopportabile la vita dei
residenti e dei passanti.
Paola Scarpa

Finita l’emergenza basta
plateatici invasivi si deve
pensare anche ai bambini che
hanno diritto di giocare perché
poi ci si lamenta che la città si
spopola !!!!
Patrizia Gatto

Andando anni fa sulla costa
Dalmata ci prese lo sconforto
di fronte a scenari di bellezza
sconsolata riempiti di tavoli
con stupidì piatti di fronte a
facce addormentate e anche
tutte tristi. “Prima o dopo –
commentammo – anche
Venezia sarà così. Ci siamo .
Aveva ragione Regis Debray nel
suo pamphlet ”Contro
Venezia”: rileggetelo tutto.
Adriano Favaro


Basta plateatici a Venezia e
basta consumo fuori dai locali.
Basta degrado. Basta giovani
ubriachi.
Arianna Novello

Condivido la preoccupazione
degli abitanti di San
Giacomo dell’Orio,
riguardo l’ipotesi di future
concessioni private in spazi che
dovrebbero rimanere principalmente ad
uso pubblico. Questo è un
Campo molto
amato da tutti i veneziani
proprio per la sua caratteristica
di venezianità
che lo rende prezioso.
Bruna Scanferlin

Mi associo nel lamentare il
grave disagio (anche sotto il
profilo del rumore) provocato
dall’espansione senza misura
dei plateatici  (tavoli e sedie
arrivano anche davanti ai
portoni di ingresso delle case) a
Venezia.
Ornella Doria


Aumento del 50% temporaneo????
Sono aumentati almeno del doppio!!!!
E nessun controllo: una vergogna
assoluta di questa Giunta e di questo 
Brugnaro (sindaco????)
Francesco Lazzaretto


Con questa mail intendo protestare
contro l’uso del plateatico a Venezia,
già esagerato prima della pandemia e
diventato un reale impedimento alla
vita di tutti i giorni dopo il lock down.
A  Venezia i residenti hanno diritto di
muoversi per calli e campi, campielli
senza esser costretti a fare lo slalom
tra tavoli e seggiole. Senza parlare del
degrado di una splendida città
diventata un bar ristorante a cielo
aperto.
Elena Zolli


E basta pipì in calle
Barbara Marengo

Sono Michela Siega, abito a Cannaregio, contornata da bar e ristoranti (anche cinema e scuole). La vita è impossibile sia di giorno che di notte, non si può passare per calli e campi tutti pieni di tavolini e gente che beve e chiacchiera a voce alta e canta e urla a tutte le ore del giorno e della notte, vomito e piscio sempre anche sulla porta di casa, plateatici triplicati e se poi sei in sedia a rotelle è anche peggio perché dai fastidio. Se protesti ti rispondono che sei fastidiosa e che vorresti avere una città morta. È davvero questa la vita vera? Grazie

Aderisco con convinzione perché i plateatici sono invasivi, intralciano la viabilità e sono indecorosi.
Adele Stefanelli

Aderisco all’appello sul ritorno negli spazi originariamente assegnati dei plateatici dopo il 31/12/22. L’invasività dei plateatici abnormi non è solo un fastidio per i cittadini residenti bensì sta stravolgendo l’immagine e la stessa natura della città, già pesantemente aggredita da un flusso turistico senza controllo. Ne abbiamo molti esempi nei piccoli centri storici, dove tutto, ma proprio tutto, è a misura del turismo. Venezia farà quella fine, cerchiamo di mettere un freno! 
Roberto Longo

Aderisco volentieri alla raccolta firme e a tutte le iniziative che si vorranno mettere in piedi. La città è già spremuta ogni oltre limite, facciamo in modo di non perdere definitivamente anche quel poco di spazio pubblico che ci rimane.
Giacomo Maria Salerno

Contro il dilagare del plateatico. Un appello ultima modifica: 2021-10-04T12:48:51+02:00 da YTALI
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1 commento

ytali. - Calli e campi veneziani tornino a respirare 10 Novembre 2021 a 21:18

[…] Contro il dilagare del plateatico. Un appello […]

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