Fermate il Lotto Zero. In nome di Francesco, del Molise, della decenza

Sono cominciati i lavori per realizzare la famigerata “bretella” della quale si è detto tutto il male possibile, cioè della sua inutilità, del costo sproporzionato e dei pericoli che comporta la sua realizzazione.
FRANCO AVICOLLI
Condividi
PDF

Il Lotto Zero e la normativa disattesa

Spero che il vitale ricordo francescano del Papa trovi ascolto nei consessi internazionali di Roma e di Glasgow dove si discute della salute del mondo, perché nella provincia il richiamo alla salute della “madre terra” invocato da Papa Francesco con l’Enciclica Laudato si’ arriva debole, cade nell’indifferenza, nell’assenza colpevole di chi dovrebbe provvedere al rispetto delle leggi e per la voce di miserabili interessi lautamente remunerati e mascherati con la falsa generosità della “creazione di posti di lavoro”.

ytali è una rivista indipendente. Vive del lavoro volontario e gratuito di giornalisti e collaboratori che quotidianamente s’impegnano per dare voce a un’informazione approfondita, plurale e libera da vincoli. Il sostegno dei lettori è il nostro unico strumento di autofinanziamento. Se anche tu vuoi contribuire con una donazione clicca QUI

A Isernia sono cominciati i lavori per realizzare il famigerato Lotto Zero del quale si è detto tutto il male possibile, cioè della sua inutilità, del costo sproporzionato e dei pericoli che comporta la sua realizzazione.

 In una recente assemblea tenutasi a Miranda, uno dei tre comuni coinvolti con Isernia e Pesche dall’opera insana, Aldo Succi, geologo isernino molto noto e apprezzato, ha mostrato con dati, immagini e diagrammi la gravità dell’intervento e le sue potenziali conseguenze catastrofiche. Nella sua lucida conferenza, lo stimato professionista ha ricordato che il tracciato dell’opera interessa l’area delle sorgenti di San Martino da cui nasce il fiume Sordo e parte l’acquedotto che porta l’acqua a Isernia. La legge definisce tale area zona di rispetto dove è vietata (art. 94 del Dlgs 52/06) “l’apertura di cave che possono essere in connessione con la falda”. Orbene, il Lotto Zero, prevede la realizzazione di tre svincoli, due gallerie e otto viadotti per i quali sarà necessario scavare in profondità per la realizzazione di pali di fondazione con il conseguente pericolo di inquinamento delle falde acquifere e in dispregio della legge che lo vieta. Inoltre, la galleria verso Castel di Sangro è progettata nei pressi del pozzo che alimenta la zona industriale di Miranda dove sono, fra l’altro, allocate temporaneamente alcune scuole di Isernia. Il pericolo di inquinamento e di sviamento delle acque è tutt’altro che remoto, tanto che per la fattibilità dell’opera è necessaria una perizia idrogeologica giurata e firmata contestualmente dal geologo, dai progettisti e dal direttore dei lavori; ebbene, secondo Succi e il comitato No Lotto Zero, tale documento non esiste. È legittimo domandarsi perché l’autorità ambientale e giudiziaria non intervengano. 

Il mito fallace dell’industrializzazione risolutiva

Pare proprio che in Molise abbia attecchito in profondità il mito terzomondista dello sviluppo industriale inteso come la panacea e invece dannoso perché rompe un lungo e virtuoso dialogo tra le popolazioni e il territorio. L’industrializzazione impone procedimenti che sviliscono le attività locali prevalentemente agricole, forestali, dell’allevamento, della cura del territorio, perciò, abbastanza intatto in Molise e particolarmente generoso con i suoi prodotti di altissima qualità organolettica. Perché sostituire un bene sempre più raro con la distruzione di un territorio così nobile e rilevante? Laddove sarebbe necessario intervenire per alleggerire il peso del lavoro della terra, si agisce invece violentando l’ambiente e distruggendo una qualità ambientale e produttiva. Il Molise è un vero e proprio bene del mondo per la qualità dei suoi prodotti alimentari, degli scenari proposti da una natura aspramente dolce e in costante rinnovamento, dei boschi, per l’abbondanza di acque e di aree amene dove è possibile il ristoro vitale dei numerosi borghi dove si entra nel prezioso senso della lentezza e dello scambio umano. Non è retorica celebrativa, ma attenzione a una presenza necessaria in un mondo troppo schiacciato sull’utile e il performante, troppo estraneo al viaggio e alla qualità della vita. I tempi richiedono attenzione ambientale, la tempesta Vaia con i suoi quindici milioni di alberi abbattuti ha rivelato l’assenza di attività legate al bosco e al legno. Gli enti locali regionali e comunali devono impegnarsi a promuovere l’educazione ambientale che nel caso del Molise è fondamentale per recuperare lunghi anni sfumati in progetti industriali generalmente falliti o perché estranei alle tradizioni e alle abilità territoriali o incapaci di creare spirito imprenditoriale e rinnovamento dell’esistente.

Le grandi opere pubbliche e industriali sorrette spesso da sovvenzioni di favore hanno solo alimentato interessi di pochi, comunque, non della regione o, se lo erano, andati via. Su opere pubbliche viarie inutili o utili solo per i finanziamenti, ma mai per la creazione di una struttura favorevole alle attività locali di supporto si è andata formando una classe dirigente che si limita ad una funzione redistributiva di fondi dello Stato che finiscono quasi sempre nelle tasche di pochi. Ne è testimonianza l’esodo inarrestabile oramai assestatosi sull’abbandono di duemila unità annuali, evidenza di un ventaglio di attività sempre più ristretto.

L’inganno dei “posti di lavoro” e il futuro del Molise

E così il Lotto Zero viene contrabbandato come soluzione per la creazione di lavoro quando invece agisce in senso assolutamente contrario perché distrugge un’area suburbana importante e perché è opera esecutiva senza valore territoriale aggiunto. Fra l’altro, i 5,450 chilometri e passa della bretella che costa la bellezza di 170 milioni di euro, servono nientepopodimeno ad accorciare di tre minuti il raccordo tra Pesche e Miranda. 

Questa è la solita politica cieca e dannosa che restringe le potenzialità del territorio nel senso che le circoscrive ad una qualche attività “avuta in prestito” e comunque con funzioni di breve gittata che poi creano vuoti difficilmente colmabili come è accaduto con la Ittiere.
Ed è una politica che ha appartato le attività agricole e boschive, che non ha dedicato attenzione alla formazione di un’ampia gamma di lavoro qualificato necessario all’introduzione di tecnologie utili all’economia agroalimentare, dell’allevamento, della produzione casearia e della cura del grande e prezioso patrimonio boschivo. In cambio ha accelerato l’esodo della popolazione scesa sotto le trecentomila unità. Viene da pensare ad un destino tragico di una regione per la quale si paventa la volontà di favorire lo spopolamento per poterla infine trasformare in una zona indisturbata di discariche.

Mi piace credere che San Francesco pensasse al Molise quando scriveva “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba». E mi piace proprio perché il Papa si rivolge al mondo con le stesse parole del santo di Assisi alla base della sua accorata e intensa enciclica Laudato si’. 

Le ruspe entrano in funzione in un momento emblematico

Le ruspe entrano in funzione alla vigilia di due importanti appuntamenti mondiali sull’ambiente e il clima, mentre si insedia il sindaco di Isernia Piero Castrataro e nell’eco dell’enciclica papale. Lo scempio che si sta consumando nell’area delle sorgenti di San Martino suona perciò con la dissonanza di ciò che non va fatto e rende l’opera già inutile e dannosa anche immorale. 

Nell’eco della sollecitazione del rispetto della “matre terra” ricordato dal Papa Francesco con l’enciclica Laudato si’ mi sia consentito rivolgere un rispettoso e accorato appello al Vescovo della diocesi di Isernia, monsignor Camillo Cibotti, perché sensibilizzi le autorità locali alla necessaria attenzione per la terra che specialmente in Molise è madre e fonte di benessere. E non posso non ricordare al sindaco appena insediatosi che la novità del suo mandato non può che realizzarsi in una radicale inversione di tendenza che può trovare successo appunto sulla speciale qualità territoriale di Isernia e del Molise che l’onta del Lotto Zero potrebbe macchiare indelebilmente anche fiaccando quella parte della popolazione che ancora crede con buona ragione nella qualità del Molise e nella possibilità che Isernia possa aprire un nuovo percorso.

Immagini della conferenza stampa / sit-in a Miranda (Isernia) contro l’opera di disboscamento per la realizzazione del Lotto Zero (da Pino Manocchio, Facebook)

 

Fermate il Lotto Zero. In nome di Francesco, del Molise, della decenza ultima modifica: 2021-10-30T12:24:13+02:00 da FRANCO AVICOLLI
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

VAI AL PROSSIMO ARTICOLO:

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento