Il tema scelto era “Tendenze e mutamenti nella società italiana alle prese con la pandemia”. Il coordinamento del primolunedìdelmese di Vicenza – composto da ANS-XXI, ANPI, CGIL, CISL, GIT Banca Etica, Progetto Sulla Soglia (Rete Famiglie Aperte, Cooperativa Sociale Tangram, Cooperativa Sociale Insieme) – ha promosso una serata per discuterne con Ilvo Diamanti. (Diamanti è docente ordinario di Scienza politica nella Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Urbino e Prorettore per i rapporti internazionali e con il territorio della stessa Università. Dal 1995, Diamanti tiene un corso su “Régimes politiques comparés” presso l’École Doctorale di Paris II, Panthéon-Assas. È membro del comitato scientifico ed editoriale delle riviste: Rassegna Italiana di Sociologia, Rivista italiana di Scienza politica, Limes, Sviluppo locale, Economia e Società Regionale, Critique internationale. Collabora con il quotidiano Il Sole 24 Ore ed è editorialista del quotidiano la Repubblica, dove settimanalmente disegna mappe della politica e della società italiana. Scrive anche su Le Monde.)

All’inizio del suo ragionamento, Diamanti ha posto il legame tra crisi ambientale e crisi provocata dal Covid che segnala un grave malessere sociale. “Il primo dato su cui riflettere per capire cosa ha provocato socialmente la pandemia – spiega – è il decremento di popolarità di ogni forma di partecipazione, da quella sindacale a quella del volontariato. Prevalgono gli interessi individuali e di piccoli gruppi. Dopo due anni alle prese con il Covid, la società è molto cambiata, come del resto la politica”. Il dato è preoccupante:
Si sono dimezzate le forme di partecipazione democratica, di associazionismo culturale e assistenziale: il che muta alla base le relazioni sociali. Dal cinquanta per cento che diceva di aver partecipato a qualche attività almeno una volta in un anno ora si è passati al dieci per cento. È in crisi la cultura della partecipazione, mentre quella della protesta estrema è in ripresa: si fa sentire chi urla.
C’è dunque il rischio che prevalga la logica del “distanziamento sociale” rispetto a quella del semplice distanziamento per evitare il contagio: perché per partecipare si ha banalmente bisogno di spazi, territori, luoghi. Nella pandemia si sono quindi ridotte tutte le forme partecipative. Sottolinea Diamanti:
Si sono rarefatti i rapporti sociali. La pandemia ha mutato nel profondo la vita sociale. Spesso intuiamo quello che è accaduto, ma ci sfugge il ‘quanto’ del cambiamento che ha cambiato i fondamenti sociali: cioè le relazioni.
Diamanti insiste:
Siamo di fronte a una società senza partecipazione. E senza partecipazione non c’è società. La partecipazione è stata sostituita dall’uso massiccio di Internet che ha di molto incrementato i suoi fruitori. La partecipazione è diventata scomoda, rarefatta. Senza partecipazione non è possibile dare sostanza alla società che a noi piace. C’è invece il pericolo di una società di uomini soli.
Si calcola infatti che siano ormai cinquanta milioni gli italiani che si connettono ogni giorno su Internet per varie ore, c’è stato pure un aumento del numero di piattaforme specializzate.
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Diamanti lancia l’allarme: “La società rischia di diventare social”. Siano stati a lungo chiusi in casa per i lockdown e questo ha modificato i comportamenti individuali, le reti sociali si sono poggiate sull’uso di internet e del digitale per sopravvivere. Senza Internet si restava soli, ciò spiega l’incremento calcolato in due milioni di persone, quasi tutte ‘anziane’, che si sono collegate per la prima volta in internet negli ultimi due anni. Si calcola che con la pandemia si è allargata di molto la platea digitale. Internet serve per parlarsi, ascoltare, vedere.
Il sociologo dell’Università di Urbino pone subito dopo il problema “democrazia”, come segnala pure il recente massiccio astensionismo elettorale:
Si riducono in questo clima gli spazi democratici. Si è disposti a rinunciare ai propri diritti, se è necessario, a causa della pandemia. In questo quadro, può cambiare addirittura la struttura normativa dei poteri. Negli anni di Tangentopoli emersero i magistrati come riposta alla sfiducia nei confronti della politica. Questa volta emergono i virologi che tranquillizzano o alimentano insicurezze.

È il tempo in cui i “tecnici” emergono come soluzione. Può nascere così una sorta di “democrazia virale” – cioè colpita letteralmente dal virus, dice Diamanti – o di “democrazia del capo” come fenomeno già in atto da tempo (contano più le persone dei partiti). “La paura ci spinge a stringerci intono a un capo”, ricorda Diamanti, che annota ancora:
Nel caso di Conte e Draghi si tratta di capi non eletti, nominati, garantiti dal rapporto preferenziale con l’Europa. Draghi può contare su un consenso larghissimo, pur essendo un finanziere su tutela europea.
Quindi, i mutamenti sociali non possono che riversarsi sulla politica: la pandemia ha già cambiato la politica.
Il fatto che sette persone su dieci abbiano molta paura del virus – ricorda Diamanti – ha spinto verso la disponibilità a ridurre gli spazi di democrazia. Un terzo degli italiani si dice infatti disposto a rinunciare ad alcuni diritti democratici pur di far fronte in modo adeguato al virus.
Non siamo di fronte a una “dittatura sanitaria”, ma dobbiamo cogliere cosa è mutato.
Se inchieste e sondaggi indicano questi mutamenti, si deve essere pessimisti per il presente e il futuro? Diamanti cita la canzone di Jovanotti “Penso positivo”:
Abbiamo il bisogno di farlo, anche se attualmente il pensare positivo ha cambiato significato. È cambiato intanto il nostro modo di vedere il mondo. Viviamo in una sorta di tempo sospeso. C’è necessità di pensare il futuro. Occorre avere un rapporto con gli altri. Una società senza partecipazione non va bene. Gli studenti giustamente chiedono quest’anno di studiare in presenza: è una controtendenza. Voi stessi che mi ascoltate rappresentate una rete di relazioni e di impegno fondamentali. Non rinunciate al vostro ruolo. La società siamo tutti noi. Non può e non deve esserci una maggioranza silenziosa.
Ad animare la discussione a partire dalle proprie esperienze ci hanno poi pensato Paola Baglioni (operatricesociale), Giovanna Coin (volontaria), Aldo Garzia (giornalista), Carla Marcheluzzo (Cisl), Milena Nebbia (insegnante) e Giampaolo Zanni (Cgil). Moderatore: Marco Cantarelli.
La registrazione della diretta streaming è disponibile su Facebook e YouTube.


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