Domenica 16 gennaio 2022 il giovane medico sarà premiato, nelle sale Apollinee del Teatro La Fenice, dal sindaco Luigi Brugnaro, come “Veneziano dell’anno”. Importante riconoscimento organizzato dall’Associazione Settemari fino dal 1978. Si tratta di uno dei premiati più giovani. Nella oltre quarantennale gestione del “Veneziano dell’anno” figurano, tra gli altri: lady Frances Clarke, Unesco, il musicista Pino Donaggio, lo storico Alvise Zorzi, il regista Damiano Michieletto, l’archeologo lagunare Ernesto Tito Canal, la campionessa olimpica Bebe Vio.
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Tutto ha inizio il 21 febbraio 2020. Il piccolo ospedale distrettuale di Schiavonìa, nel padovano, ha un malato “con sospetta polmonite”. È grave. Si chiama Adriano Trevisan, 77 anni. Non esiste reparto di malattie infettive. Da poco è stato assunto, ma a tempo determinato, un giovane infettivologo di Mestre, Jacopo Monticelli, 34 anni. Laureato a Padova, specializzato a Verona. Il giovane medico, preoccupato, mette in relazione la polmonite, al caso di un 38enne di Codogno, provincia di Lodi, Lombardia. Era il giorno prima. Il primo sospettato di avere contratto il Covid 19. La misteriosa infezione che arrivava da Wuhan, Ubei, in Cina. Le autorità sanitarie della Repubblica popolare avevano messo l’embargo di Stato su qualsiasi notizia dalla città che ospita un centro mondiale della sanità, Oms, gestito congiuntamente con i francesi.
L’esercito aveva circondato Wuhan, nessuno poteva uscire o entrare.

Jacopo Monticelli non perde tempo. A pochi chilometri di distanza, a Padova, lavora come docente universitario il dott. Andrea Crisanti. Lunga esperienza come virologo nel Regno Unito. Crisanti è il primo a lanciare l’allarme per il pericolo cinese.
Il giovane medico organizza un tracciamento. Con chi era nei giorni precedenti Il pensionato Trevisan? Giocava a carte con gli anziani del Mio Bar, a Vo’ Euganeo, oppure nella vicina Locanda al Sole. Gioco preferito “battere il fante”. Monticelli scopre che ci sono altri infettati e lancia il suo primo verdetto. Si tratta di Covid-19. Nel frattempo il pensionato Adriano Trevisan, il paziente zero, muore in sala rianimazione.
La giovane età e la poca esperienza giocano a sfavore di Jacopo Monticelli.
Un serial televisivo americano The good doctor, sembra anticipare la realtà.
Il protagonista è un giovane medico, affetto dalla sindrome autistica del “savant”. Sembra imbranato, è leggermente balbuziente, ha fragilità comportamentali, ma le azzecca tutte davanti a chirurghi esperti e in sala operatoria non sbaglia un colpo. Un serial televisivo con successo planetario.
Il nostro Jacopo per fortuna non è così, viene ascoltato subito. Il sindaco di Vo’ Euganeo lancia l’allarme e arriva l’esercito. L’ospedale di Schiavonìa viene immediatamente evacuato. Ma il povero Adriano Trevisan sarà il primo morto da Covid-19 in Europa.
Solo un mese dopo arrivano, diffuse da tutti i Tg, le terrificanti immagini da Bergamo. È notte fonda, e si vede la scena delle 25 bare e dei cinque camion militari in lugubre fila. Qualcuno cercherà poi di dire che erano immagini “false”.
In Nord Europa, come al solito, ironizzano sugli italiani. Il primo ministro inglese Boris Johnson, sorridente, dice che loro hanno l’immunità di gregge, davanti alla BBC. Organizza una festa, dove si scusa solo oggi, a due anni di distanza. Svedesi e norvegesi poi, che già invitano a non visitare l’Italia e che, soprattutto, non hanno bisogno di vaccini. Con il tempo, i loro pregiudizi saranno smentiti. Solo in Gran Bretagna, oltre 160 mila decessi e venti milioni di contagi. I dati parleranno chiaro. E inesorabilmente.
Quante medaglie d’oro al nostro patriota italiano Jacopo Monticelli?
Con qualche polemica, l’Ussl 6 Euganea non l’accetta al concorso per la stabilizzazione, perché “non aveva i requisiti, per giovane età e poca esperienza”, anche se riconoscono la grande intuizione del giovane infettivologo.
Nel frattempo Monticelli da Mestre è assunto a Trieste, nell’importante ospedale per le malattie infettive della Regione Friuli Venezia Giulia. Buona carriera Jacopo.
Questo il testo con la motivazione, allegato alla pergamena, consegnata al premiato con la medaglia d’oro dell’Associazione Settemari di Venezia:




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