La guerra “contamina mucho”

Si sta ricominciando a parlare di pace, ad attivarsi per la pace. È una buona notizia.
MARCO MILINI
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Si sta ricominciando a parlare di pace, ad attivarsi per la pace. È una buona notizia. Alcuni giorni fa, poco prima che Putin decidesse di attaccare l’Ucraina, lavoravo su un testo in cui si accennava a come la pace fosse scomparsa ultimamente dai temi e dalla proposta politica della sinistra. Verissimo. Ma la pace dovrebbe essere considerata un valore, anzi una pratica, fondamentale da tutti, a prescindere dallo schieramento politico.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.

È la strofa finale di “Promemoria”, che insieme a “La Luna di Kiev” è stata postata e condivisa sui social network. Per fortuna c’è Gianni Rodari, ad aiutarci nei momenti difficili. Non solo con i suoi versi, ma soprattutto con la sua proposta della fantasia come strumento per cambiare il mondo e renderlo migliore.

Poco più di un anno fa sono tornato a leggere Rodari, in occasione del centenario della sua nascita e per un lavoro in una scuola elementare, all’interno di un bellissimo e variegato programma che comprendeva diverse attività tra le quali – dato che la scuola era a Jerez de la Frontera, in Andalusia – un laboratorio dedicato al flamenco, nello specifico alla composizione dei canti.

I bambini hanno lavorato su temi che erano stati affrontati dagli insegnanti in classe, temi tra i quali c’erano la pace e la questione ambientale. Ogni bambino partecipava alla composizione con un verso, e alla fine una delle strofe finali è venuta così:

Me niego a la guerra
porque destroza el mundo.
Porque mueren las personas,
Porque contamina mucho.
Esto tiene que acabar

Rifiuto la guerra
Perché distrugge il mondo.
Perché muoiono le persone,
Perché inquina molto.
Questo deve finire

Un testo del genere, da molti puristi del flamenco, potrebbe essere considerato incantabile, eppure ho assistito al contrario: quei versi, che tanti potrebbero considerare estremamente infantili, sono stati messi in musica da una cantaora di flamenco accompagnata da un chitarrista. Per dire che le cose, se si prendono sul serio, acquistano un altro valore e si possono fare.

Rifiuto la guerra perché inquina tanto: ecco, sembra una cosa ingenua, ma è molto seria. La guerra inquina, tantissimo. Direttamente, e indirettamente, perché distoglie energie e distrugge risorse. Volendo, potremmo non avere bisogno di altri motivi, per non farla. La guerra semplicemente non ce la possiamo permettere adesso. Una ragione scientifica, concreta, pratica, valida per tutti.

Ecco, si potrebbe provare così: facciamo la pace per un po’, finché non risolviamo la questione ambientale che sta in cima all’agenda mondiale. La guerra la rimandiamo a data da destinarsi. Accettando il rischio che questo comporta: il rischio di avere, nel frattempo, pensato, dialogato, collaborato, trovato soluzioni comuni, risolto problemi vitali per l’umanità. Magari anche dimenticato perché e come si fa la guerra. E se così fosse, pace.

La guerra “contamina mucho” ultima modifica: 2022-02-26T20:30:15+01:00 da MARCO MILINI
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