L’attesa è finita. A trentotto giorni dal primo turno, Emmanuel Macron dice quanto tutti già sapevano. Sarà candidato alla sua rielezione. Aveva tempo fino a domani, alle 18, per farlo. La suspence di queste settimane è dovuta alla guerra in Ucraina, che monopolizza l’agenda del presidente, rendendo ogni momento inadatto per la discesa nell’arena elettorale. Perfino il meeting di apertura previsto a Marsiglia, questo sabato, è stato annullato. Alla fine Macron ha scelto di prendere la penna e scrivere ai francesi, mettendo da parte quella che era la strategia iniziale, di un annuncio televisivo.
La situazione internazionale drammatica obbliga il capo dell’Eliseo a cambiare i toni, e a dissociare il suo ruolo di presidente da quello di candidato. Per questo, dopo essere intervenuto ieri sera in televisione per parlare ai francesi della situazione in Ucraina, oggi ha scelto di scrivere questa missiva, che domani, venerdì, sarà pubblicata da vari giornali regionali e che è stata svelata in anteprima da BFM-TV e Agence France-Presse. A parlare è il Macron di sempre, che sogna una Francia indipendente in un’Europa indipendente. Dai dittatori che la ricattano con il gas e le materie prime. La via verso la sovranità passa da un aumento della produttività economica, dice Macron, che vuole un paese al contempo meritocratico e attento agli ultimi. Una sapiente miscela di retorica di destra e di sinistra, che confonde gli avversari e punta a completare quanto iniziato nel 2017: la ricomposizione di un paesaggio politico sempre più diviso tra progressisti e reazionari. È la vigilia del secondo atto. Macron si gioca la rielezione, i suoi gloriosi avversari di ieri – Partito socialista e Repubblicani – la sopravvivenza.
Segue la traduzione della “lettera ai francesi” di Emmanuel Macron.

“Miei cari compatrioti,
Negli ultimi cinque anni, abbiamo attraversato molte prove insieme. Terrorismo, pandemia, ritorno della violenza, guerra in Europa: raramente la Francia ha fatto i conti con un tale accumulo di crisi. Le abbiamo affrontate con dignità e fraternità.
Abbiamo tenuto duro senza mai arrenderci. Grazie alle riforme realizzate, la nostra industria ha ricreato per la prima volta posti di lavoro e la disoccupazione ha raggiunto il livello più basso degli ultimi quindici anni. Grazie al lavoro di tutti, abbiamo potuto investire nei nostri ospedali e nella ricerca, rafforzare le nostre forze armate, reclutare poliziotti, gendarmi, giudici e insegnanti, ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e continuare a modernizzare la nostra agricoltura. Grazie ai nostri sforzi, abbiamo ridotto il deficit prima della pandemia e, durante tutto il quinquennio, abbiamo abbassato le tasse in un modo senza precedenti.
Tutto questo ci ha permesso di essere credibili e di convincere i nostri principali vicini a cominciare a costruire un’Europa potente, capace di difendersi e d’influenzare il corso della storia.
Non abbiamo ottenuto tutto. Ci sono scelte che, con l’esperienza che ho acquisito con voi, farei senza dubbio in modo diverso. Ma le trasformazioni intraprese durante questo mandato hanno permesso a molti dei nostri compatrioti di vivere meglio, e alla Francia di guadagnare in indipendenza. E le crisi che stiamo vivendo da due anni a questa parte dimostrano che questa è la strada da seguire.
Stiamo vivendo sconvolgimenti di una velocità senza precedenti: minacce alle nostre democrazie, aumento delle disuguaglianze, cambiamento climatico, transizione demografica, trasformazioni tecnologiche.
Non facciamo errori: non risponderemo a queste sfide scegliendo di ritirarci o coltivando la nostalgia. È guardando il presente con umiltà e lucidità, non rinunciando per nulla all’audacia, alla nostra volontà e al nostro gusto per il futuro che avremo successo. La sfida è costruire la Francia dei nostri figli, non rimasticare la Francia della nostra infanzia.
Per questo chiedo la vostra fiducia per un nuovo mandato come presidente della Repubblica. Mi candido a inventare, con voi, una risposta unica francese ed europea alle sfide del secolo. Sono candidato per difendere i nostri valori, che sono minacciati dagli sconvolgimenti del mondo. Sono candidato per continuare a preparare il futuro dei nostri figli e nipoti. Per permetterci oggi e domani di decidere da soli.
Non ci può essere indipendenza senza forza economica. Dobbiamo quindi lavorare di più e continuare a ridurre le tasse sul lavoro e sulla produzione. Per non lasciare che altri ci impongano le tecnologie che domani scandiranno la nostra vita quotidiana, dobbiamo anche continuare a investire nella nostra innovazione e ricerca per porre la Francia all’avanguardia in settori come le energie rinnovabili, l’energia nucleare, le batterie, l’agricoltura, la tecnologia digitale e lo spazio, che plasmeranno il futuro e ci permetteranno di diventare una grande nazione ecologica, la prima ad essere libera dalla dipendenza da gas, petrolio e carbone.
È a condizione di questa riconquista produttiva attraverso il lavoro che potremo conservare e perfino migliorare questo modello sociale che ci sta tanto a cuore e che ha dimostrato il suo valore.
Lotteremo contro le disuguaglianze, non tanto cercando di correggerle troppo tardi, ma attaccandole alla radice. Faremo in modo che tutti i bambini in Francia abbiano le stesse opportunità, che la meritocrazia repubblicana diventi una promessa per tutti. Per raggiungere questo obiettivo, la priorità sarà data alle scuole e ai nostri insegnanti, che saranno più liberi, rispettati e meglio pagati.
Investiremo per permettere a tutti di vivere la propria vecchiaia a casa il più a lungo possibile, per rendere le case di riposo più umane. Continueremo a lavorare senza sosta per l’inclusione dei nostri compatrioti con disabilità. Nel campo della salute, realizzeremo una rivoluzione nella prevenzione e ridurremo i territori dove scarseggia il personale sanitario.
La forza del nostro modello sociale risiede in questo investimento nelle persone per tutta la vita, che dà fiducia alle famiglie e ha fatto della Francia uno dei paesi europei con il più alto tasso di natalità.
Difendere la nostra unicità francese significa anche promuovere un certo modo di stare al mondo. Un’arte di vivere millenaria, radicata in ogni regione, ogni cantone, ogni città e ogni villaggio, sia nella Francia metropolitana sia nei nostri territori d’oltremare. Una storia, una lingua, una cultura che quando si è francesi bisogna conoscere, amare e condividere. Una cittadinanza, che non si basa solo sui diritti, ma sui doveri e sull’impegno quotidiano.
Poiché l’applicazione della legge non è negoziabile, continueremo a investire nelle nostre forze di sicurezza e nella giustizia. Incoraggeremo l’impegno con una semplice ambizione: formare non solo degli individui e dei consumatori, ma anche dei cittadini. Per farne dei veri “repubblicani”.
Durante il mio mandato, ho visto ovunque uno spirito di resilienza, una notevole volontà d’impegnarsi, un desiderio instancabile di costruire. L’ho trovato nel nostro paese, ma anche andando a incontrare i nostri compatrioti che vivono all’estero. In ogni luogo, ho percepito il desiderio di partecipare a questa bella e grande avventura collettiva chiamata Francia.
Ecco perché la prossima scadenza elettorale è così importante. Queste elezioni presidenziali determineranno le direzioni che il paese si darà per i prossimi cinque anni e oltre. Naturalmente, non potrò fare la campagna come avrei voluto a causa del contesto attuale. Ma con chiarezza e impegno spiegherò il nostro progetto, la nostra volontà di continuare a far progredire il nostro paese con ognuno di voi.
Insieme, possiamo fare di questi tempi di crisi il punto di partenza di una nuova era francese ed europea.
Con voi. Per voi. Per tutti noi. Viva la Repubblica!
Viva la Francia!”

traduzione di Matteo Angeli

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