Spaventa la guerra attorno alle centrali nucleari

YTALI
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Timore nella comunità scientifica internazionale per l’esplosione avvenuta nella notte nell’impianto nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, colpita durante un bombardamento da un missile. Due agenti della sicurezza sono stati coinvolti nell’incendio divampato in seguito all’esplosione rimanendo feriti. Le fiamme sono state poi controllate dai pompieri in servizio alla centrale.

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), l’argentino Rafael Mariano Grossi, nel corso di una conferenza stampa stamane a Vienna ha aggiornato sulla situazione, rassicurando sul fatto che nessun impianto radioattivo è stato danneggiato. “Un proiettile non identificato ha colpito un edificio dedicato all’addestramento e si è sviluppato un incendio localizzato che è stato spento dai pompieri”, ha spiegato. “I sistemi di sicurezza di tutti i reattori non sono stati per nulla interessati e i nostri sistemi di monitoraggio delle radiazioni sono pienamente in funzione”. “Non c’è stato rilascio di materiale radioattivo – ha proseguito – nessuno dei sei sistemi di sicurezza è stato colpito. Al momento un solo reattore è attivo e lavora al 60% del suo potenziale. La situazione continua però a essere estremamente tesa”.

L’Ucraina – ha informato Grossi – ha inviato alla nostra agenzia una richiesta di assistenza immediata. Si tratta di una richiesta che non lasceremo cadere nel vuoto. Continueremo a monitorare la situazione con molta attenzione.

Grossi ha poi annunciato l’intenzione di recarsi sul posto.

Ho indicato sia alla Federazione russa che all’Ucraina la mia disponibilità ad andare a Chernboyl il prima possibile: bisogna trovare un accordo su un quadro che impegni a non compromettere i principi che abbiamo tutti sottoscritto” [tra i quali c’è l’esclusione degli impianti nucleare dagli obiettivi militari di combattimento e la collaborazione internazionale – Ndr].

Grossi ha assicurato di essere “in contatto permanente” sia con il personale ucraino di Zaporizhzhya e del sito dismesso di Chernobyl che con le autorità russe che hanno preso il controllo delle aree. L’obiettivo è concordare un quadro per garantire la sicurezza delle centrali nucleari durante il conflitto.

In Ucraina ci sono quattro centrali nucleari in funzione, oltre alla dismessa centrale di Chernobyl, con complessivamente quindici reattori operativi. Delle quattro centrali attive, due sono nel sud del Paese (Zaporizhzhia, con 6 reattori, e la centrale nucleare Ucraina del sud, con tre reattori) e le altre due a Nord-Ovest (Rivne, con quattro reattori e Khmelnitsky con due reattori). Viene così generata circa la metà dell’energia elettrica del Paese.

Il problema non è tanto che le centrali vengano bombardate intenzionalmente, il missile ha probabilmente colpito l’impianto per errore, ma che fatti simili possano ripetersi, cosa frequente nelle operazioni belliche sul campo, si pensi solo al concetto di “fuoco amico”. E il rischio non risiede solo nei reattori, protetti da mura di metri di cemento e progettate per resistere a ordigni “convenzionali”. Come ha spiegato all’Adnkronos Maurizio Martellini, fisico nucleare e professore all’Università dell’Insubria presso il Dipartimento di Scienza e alta tecnologia (Disat):

Il vero problema della centrale di Zaporizhzhia è che, come tutte le centrali nucleari, utilizza del combustibile che dopo un certo numero di anni deve essere sostituito ma è molto ‘caldo’, come diciamo noi fisici, molto radioattivo e viene messo dentro delle piscine a raffreddare. La paura della Aiea, che non lo ha scritto ma che conosciamo, è che queste piscine non sono ricoperte come il reattore nucleare ma sono libere e a cielo aperto e la paura è che un missile possa finire su una di queste piscine di raffreddamento del combustibile nucleare spento, cosa che causerebbe una catastrofe molto più grave di Fukushima e Chernobyl.

E proprio a Chernobyl ha fatto riferimento il presidente ucraino: “Voglio rivolgere un appello al popolo russo: come è possibile? Dopo che abbiamo lottato insieme nel 1986 contro la catastrofe di Chernobyl. Bisogna ricordare la grafite sparsa dall’esplosione. Le vittime. Bisogna ricordare il bagliore radioattivo e mortale che aleggiava sopra il reattore distrutto. Bisogna ricordare l’evacuazione da Pripyat e la zona d’interdizione dei trenta chilometri. Come potete dimenticarlo? E se non l’avete dimenticato, non potete tacere. Dovete dirlo alle vostre autorità, dovete scendere in strada e dire che volete vivere: le radiazioni non sanno dove sia il confine della Russia”.

Naturalmente la propaganda bellica si è messo subito in azione. La Russia ha accusato l’Ucraina di aver essa stessa colpito il sito e il presidente ucraino Zelenskiy ha approfittato per chiedere nuovamente l’istituzione di una No flight zone da parte della Nato, questa volta limitata agli spazi aerei delle centrali nucleari. ”Quello che capiamo in questo momento è che la centrale di Zaporizhzhia sia stata colpita da un proiettile russo”, ha detto Grossi rispondendo a una domanda sulle accuse di Mosca all’Ucraina. Mentre la risposta alla richiesta ucraina di istituire un divieto di sorvolo è stata nuovamente respinta in considerazione dell’escalation che determinerebbe l’applicazione del divieto, che prevede una forza aerea militare pronta a respingere e, nel caso, abbattere, i velivoli che lo infrangessero, scatenando così un conflitto diretto tra paesi Nato e Russia.

Per ora l’escalation è scongiurata, il disastro nucleare evitato ma la guerra continua.

Immagine di copertina: la centrale nucleare di Zaporizhzhia nel 2019; CC Planet Labs]

Spaventa la guerra attorno alle centrali nucleari ultima modifica: 2022-03-04T14:07:55+01:00 da YTALI
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