#Ucraina. Antonio Rubbi: “Sono indignato”

“Occorre fare in modo che Putin capisca che non è assolutamente possibile una dittatura di quel tipo lì in quel paese e non è possibile insorgere contro né aggredire un tuo vicino di casa: questo non è ammissibile”. Parla un alto dirigente del Pci, grande conoscitore della realtà ex-sovietica.
GUIDO MOLTEDO
Condividi
PDF

Con Giorgio Napolitano, Sergio Segre, Giancarlo Pajetta, Gianni Cervetti, è stato tra i protagonisti della politica internazionale del Partito comunista italiano e successivamente del Pds e dei Ds. Antonio Rubbi è tra i politici italiani che conoscono meglio il mondo un tempo sovietico. In un recente libro autobiografico, I miei anni a Mosca. Memorie di un comunista italiano (1958-1964), racconta le sue esperienze formative nella scuola quadri del Pcus e nell’Accademia di scienze sociali. Protagonista di capitoli importanti della storia delle relazioni tra Botteghe oscure e Mosca, oggi Rubbi osserva col cuore spezzato e con indignazione la guerra sferrata dalla Russia di Putin nella vicina Ucraina.

“Una pagina molto brutta”, dice.

Nei periodi trascorsi da giovane a Mosca avevi conosciuto e frequentato compagni provenienti dall’Ucraina. Si notavano differenze tra le varie nazionalità?
Be’, naturalmente venivano da tutte le repubbliche. Sai, quando arrivavi lì, in questi ambienti, in quegli istituti, era difficile trovare delle differenziazioni molto nette, erano tutti elementi del Pcus. Magari si sentiva maggiore differenziazione con quelli che venivano dalle repubbliche baltiche: Estonia, Lituania e Lettonia. Anche per la loro storia, che era più recente. In Ucraina si sentiva meno.

Quindi nel periodo dell’Unione Sovietica – negli anni del tuo soggiorno – c’era una certa integrazione tra le varie parti dell’Unione Sovietica…
Certamente.

Alcuni compagni della scuola del Pcus sulla Piazza Rossa: Antonio Rubbi è il quarto da sinistra.

Perché questa integrazione non si è riuscita a mantenere successivamente?
Ci sono stati periodi, soprattutto in epoca staliniana, dove si perseguitavano minoranze nazionali, e questo è accaduto particolarmente quando c’è stata la collettivizzazione dell’agricoltura e, successivamente, quando c’è stata la guerra. Questi sono stati i due momenti più critici.

Successivamente, nell’epoca in cui comincia la disgregazione dell’Unione Sovietica, dopo l’‘89, sarebbe stato possibile trovare un equilibrio diverso rispetto a quello che poi si è trovato tra le parti?
Sono sbalordito dal fatto che adesso Putin ripeta continuamente che lo scioglimento dell’Urss sia stata una grande sciagura. Questo è verissimo, da tanti punti di vista e in tanti hanno pensato così, però lui dovrebbe anche dire e riconoscere onestamente che è stato il suo principale tutore a fare questo, è stato Eltsin che ha sciolto tutto, quando incontrò in una dacia nella foresta vicino Minsk i suoi corrispettivi di Ucraina e Bielorussia, Leonid Kravčuk e Stanislaŭ Šuškevič, per firmare l’accordo che sanciva la dissoluzione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Mentre Gorbačëv stava ancora lavorando con le Repubbliche dell’Asia centrale e quelle del Caucaso con l’idea di tenere insieme quel che restava dell’Urss. E questo dovrebbe riconoscerlo e dovrebbe riconoscere che da quel momento non si poteva fare altro che riconoscere queste repubbliche, non si può negare la loro sovranità, vanno riconosciute. Sono riconosciute anche internazionalmente, come fai a negarlo?

Il fatto che possa aderire alla Ue e all’Alleanza Atlantica è messa in discussione perché si dice che dovrebbe essere una nazione neutrale. Ma se la sovranità dell’Ucraina deve essere piena, non dovrebbe essere una scelta sovrana degli ucraini aderire alla Ue o alla Nato?
Occorre tenere conto anche dei problemi della sicurezza e questi vanno visti in maniera tale da accontentare sempre anche gli interessi del tuo vicino. Quando, nel 1962, ci fu la crisi di Cuba, gli americani, secondo me giustamente, protestarono con forza per l’installazione dei missili impiantati nell’isola: erano a poco più di novanta miglia dalla Florida. Per fortuna c’erano due dirigenti del livello di Chruščëv e di Kennedy. E dire che furono molto criticati anche nell’Unione Sovietica nonostante gli indubbi risultati. Ricordiamoli:  i sovietici avrebbero smantellato le loro armi offensive a Cuba e le avrebbero riportate in patria, sotto verifica da parte delle Nazioni Unite in cambio di una dichiarazione pubblica da parte statunitense di non tentare di invadere nuovamente Cuba. In segreto, gli Stati Uniti avrebbero anche acconsentito a smantellare tutti i Jupiter schierati in Turchia, Italia e Gran Bretagna.

Rubbi davanti alla Scuola superiore di partito (VPŠ) dopo l’arrivo a Mosca.

Però non c’è una richiesta formale di adesione alla Nato, non c’è un’offerta formale, si parla ancora di ipotesi e sulla base di ipotesi – anche se realistiche probabilmente – avviene quello che sta avvenendo in questo momento.
Vero, però secondo me si dovrebbe tener conto delle conseguenze. Come giusta precauzione, per sentirsi in sicurezza, devi contribuire anche tu, cioè facendo in modo che anche il tuo vicino si senta sicuro di te. Questa è una la concezione di sicurezza che fu elaborata negli anni di Brandt e Palme.

E qual è il tuo stato d’animo di fronte a quello che sta accendendo?
Mi si spezza il cuore seguendo quanto accade. Putin sta facendo un errore topico, un grandissimo errore: si sta isolando dal mondo e sta facendo pagare al popolo russo un prezzo che non merita assolutamente di pagare.

Ma questo prezzo così alto può portare a quello che molti augurano, cioè che ci sia una qualche forma di sollevazione contro Putin in Russia?
Non nego che anch’io sto pensando la stessa cosa perché non mi dispiacerebbe che ci fosse qualche manifestazione che andasse in quella direzione. Occorre fare in modo che quest’uomo capisca che non è assolutamente possibile una dittatura di quel tipo lì in quel paese e non è possibile insorgere contro né aggredire un tuo vicino di casa: questo non è ammissibile. Sono molto indignato, molto.

Pensi che i russi non lo seguano, non diano il loro sostegno in questa avventura?
Ce ne saranno, ce ne sono sempre stati tutte le volte in cui ci sono stati momenti di crisi, però un conto sono le élite altro conto il popolo che va avanti a fatica.

E le forze armate?
Spero che ci sia qualcuno che si muova nelle forze armate, spero anche in gente intelligente… A questo proposito mi ha colpito una recente intervista dell’oligarca Chodorkovskij, uno straricco, come tanti altri, uno dei primi che si sono impossessati delle risorse in quel paese.

Della fornitura di armi alla resistenza ucraina, cosa pensi? Pensi che sia una cosa che si possa fare o non si debba fare?
Su questo mi trovi un po’ spiazzato perché non ho ancora le idee chiare in merito… però tutto ciò che può acutizzare lo scontro, secondo me, andrebbe evitato. 

Al tempo stesso bisogna dire che vanno avanti in maniera spietata in Ucraina, quindi lasciare il popolo ucraino a mani nude non è una grande idea…
Vero. Ma ci possono essere tante maniere per evitarlo… gli americani, se vogliono, possono farlo. 

Sembrano però prudenti…
Sono molto attenti. Attenti a non lasciarsi coinvolgere. Vogliono far intervenire l’Europa, vogliono coinvolgere di più l’Europa. 

Be’, ma questo è giusto, sennò il rischio di una guerra è lì…
…difatti sì, ma anche gli europei dovrebbero stare attenti, secondo me.

Così si lasciano gli ucraini al loro destino, no?
Sì, ma c’è chi li può rifornire: la Turchia…

…fornisce i suoi micidiali droni… Intanto la diplomazia non trova spiragli. Lavrov è in evidente difficoltà…
Penso stia soffrendo molto per la situazione. È una mia opinione personale, ma credo che non sia molto d’accordo, ma capisco anche la difficoltà di esprimerlo.

La diplomazia a Mosca ha sempre seguito una linea più duttile rispetto a quella dettata dal Cremlino. A questo proposito l’ultimo ambasciatore dell’Urss e primo ambasciatore e della Federazione Russa a Roma Anatolij Adamishin racconta in un libro autobiografico (Tramonto e rinascita di una grande potenza. Diario politico dell’ultimo ambasciatore dell’Urss e del primo ambasciatore della Russia a Roma) un pezzo di storia sovietica che in qualche modo ci dice qualcosa a proposito dell’avventatezza della decisione presa da Vladimir Putin. Ne parla anche nelle sue memorie anche Richard N. Gardner, che fu ambasciatore americano in Italia nel 1977-81, gli anni della presidenza Carter. (Mission: Italy, Mondadori). Nel 1977 l’Urss sostituì i missili nucleari SS4 e SS5 con i molto più potenti SS20. All’inizio del 1979 un centinaio di SS20 era già operativo. Breznev, in quella sfida, immaginava di staccare dall’Europa, teatro d’azione dei nuovi missili, l’America, che restava fuori dal loro tiro. In risposta, la Nato decise nel dicembre 1979 di dispiegare 572 missili nucleari Pershing 2 e Cruise. Gorbaciov commenta così la decisione di Breznev: “Un imperdonabile errore… commesso nell’ingenua convinzione che i movimenti pacifisti avrebbero impedito all’Occidente di prendere concrete contromisure”. Retrospettivamente, verrebbe da pensare che l’installazione degli euromissili fu la cosa giusta dal punto di vista poi della decisione che fu presa dai sovietici di ritirare gli SS-20 e dagli europei poi di ritirare i propri missili?
La richiesta di ritirare anche gli SS-20 fu presa anche dalla direzione del Pci. Non solo occorreva ritirare Pershing e Cruise ma anche gli SS-20, ed era la prima volta che il Pci si esprimeva così. Berlinguer sosteneva che, altrimenti, tutto questo avrebbe portato a un ulteriore riarmo generale. E sarebbe diventato tutto molto più difficile, bisognava toglierli. Questo fu anche oggetto di un incontro di Berlinguer con Honecker, quando gli propose di fare una zona di sicurezza di almeno trecento chilometri all’interno delle due Germanie.

#Ucraina. Antonio Rubbi: “Sono indignato” ultima modifica: 2022-03-05T22:00:12+01:00 da GUIDO MOLTEDO
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

2 commenti

stefano 7 Marzo 2022 a 17:23

Come sempre molto, molto interessante. Soprattutto perchè trovo nella parole di Rubbi la tensione di voler capire la complessità dei problemi. Bisognerebbe anche riflettere su una osservazione che fa Rubbi: gli USA sembrano voler mandare avanti l’Europa. Si è vero si tratta di un affare europeo ma non ti nascondo che la domanda può anche essere sempre quella famosa: a chi giova?

Reply
Idalberto Fei 8 Marzo 2022 a 23:26

Molto interessante

Reply

Lascia un commento