Putin, attore razionale o psicopatico?

Le intelligence occidentali si chiedono sempre più se il leader russo stia attraversando una fase di declino psichico. La sua personalità condivide tratti che hanno caratterizzato dittatori sanguinari.
JOHN JAY DEER
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La guerra in Ucraina e il comportamento del presidente russo Vladimir Putin sono all’attenzione della comunità internazionale dell’intelligence. Molti si chiedono se il presidente russo sia ancora un attore razionale oppure sia ormai da annoverare tra le fila dei dittatori psicopatici. Una preoccupazione che la direttrice dell’intelligence nazionale degli Stati Uniti Avril Haines ha presentato al briefing riservato ai membri della commissione intelligence della Camera.

Secondo Haines, lo stato d’animo di Putin sarebbe attualmente difficile da valutare. Cnn racconta che il senatore repubblicano Chuck Grassley dell’Iowa, che ha partecipato al briefing riservato al Senato, ha confermato che la questione dello stato d’animo di Putin ha fatto parte della discussione, ma ha rifiutato di raccontare quello che era stato detto. Attualmente però non ci sarebbe alcuna nuova valutazione globale che indichi un particolare cambiamento nella salute generale di Putin, secondo funzionari statunitensi sentiti da Cnn.

Secondo questi funzionari, la strategia di Putin potrebbe essere quella di proiettare instabilità mentale, nel tentativo di spingere gli Stati Uniti e gli alleati a dargli ciò che vuole per paura che possa fare peggio. È la cosiddetta “teoria del pazzo” di Richard Nixon, quando l’allora presidente degli Stati Uniti cercava di far credere ai nord vietnamiti di essere pronto a premere il pulsante nucleare, nella speranza di spaventarli e portarli al tavolo dei negoziati.

Anche il quotidiano israeliano Haaretz si è posto alcune domande sullo stato della salute mentale di Putin. Da conversazioni con fonti a conoscenza di queste informazioni, il quotidiano israeliano ne trae l’impressione che Putin non sia uno psicopatico, ma un ideologo hard-core, molto belligerante e tendente alla manipolazione estrema, con una tendenza alla paranoia. Fonti inglesi, sempre citate da Haaretz, parlano di Putin come una personalità ossessionata dal potere:

All’inizio del suo percorso verso la vetta del potere, come qualcuno che veniva da una famiglia povera, il denaro era qualcosa che lo interessava molto. In seguito, quando è diventato ricco e ha consolidato il suo dominio, il denaro è diventato per lui un mezzo per ottenere potere e controllo. Questo è ciò che lo interessa e lo motiva oggi.

Un cambiamento che in Israele hanno visto accadere:

Putin si è evoluto dall’essere un leader modesto e un po’ insicuro che ascoltava molto da vicino figure israeliane come Ariel Sharon, Ehud Olmert e Shimon Peres in un leader sicuro di sé che non esita ad arrabbiarsi o a rimproverare i suoi ospiti.

Secondo Haaretz, qualcosa è cambiato con la pandemia di Covid-19, quando ha iniziato a mostrare segni di ipocondria e paranoia:

Chiunque voglia incontrarlo, compresi i suoi ministri e comandanti dell’esercito, deve prima fare un test pcr. Questi incontri nel suo ufficio sono condotti senza strette di mano, sono generalmente brevi, e ultimamente sono stati tenuti anche con Putin seduto al capo di un tavolo molto lungo, lontano da tutti gli altri.

Un isolamento che secondo uno dei maggiori profiler della comunità di intelligence israeliana avrebbe portato sempre più a una visione distorta della storia e a una crescente presunzione, con conseguenti decisioni avventate ed errori strategici.

Secondo Kevin Brock, ex assistente direttore dell’intelligence dell’Fbi, non è uno psicopatico ma è comunque un uomo che cerca di superare i propri demoni di una vita. La virilità che Putin da sempre cerca di proiettare, dice Brock, corrisponde al profilo di qualcuno che è in guerra con se stesso, per reprimere i propri dubbi che l’assillano sin dalla giovinezza. Per questo tipo di personalità, ne conclude l’esperto dell’Fbi in un articolo su The Hill, lo scontro è la chiave.

James R. Bailey, professore di sviluppo della leadership alla George Washington University School of Business, lo paragona al capitano Achab che perde la gamba nello scontro con Moby Dick, nell’omonimo classico di Herman Melville del 1851. L’Ucraina, dice Bailey, è la gamba persa di Putin:

E più di ogni altra cosa, la sua psiche vuole avere ciò che crede di meritare. E se non riesce a catturare la sua balena, affonderà con la nave. […] Vladimir Putin è ossessionato in modo simile. L’Ucraina non si è piegata alla sua influenza, e ha resistito al suo selvaggio assalto militare. Insiste sull’indipendenza, promuove la sua cultura unica, si allinea con l’Europa e chiede l’adesione all’Unione europea e alla Nato. La disposizione di Putin grida – non sussurra – al suo orecchio ogni notte che l’Ucraina è parte del diritto di nascita della Russia, e che se non la recupera, è un fallimento per tutti coloro che si sono seduti sul suo trono, perché di trono si tratta. 

Nel 2014 Ian Robertson, neuropsicologo e co-direttore del Global Brain Health Institute, una joint venture tra l’Università della California a San Francisco e il Trinity College Dublin, scriveva su Psychology Today che il potere assoluto per lunghi periodi rende ciechi al rischio, altamente egocentrici, narcisisti e completamente privi di autoconsapevolezza. Si rischia soprattutto di vedere le altre persone come oggetti e la conseguenza emotivo-cognitiva di tutto questo è il disprezzo:

Ho pochi dubbi che Putin si senta personalmente umiliato dalla caduta dell’Unione Sovietica e del suo impero e che, alimentato dal potere e con una cecità al rischio, lavorerà sempre più duramente per rimediare a questa umiliazione attraverso ulteriori pericolose avventure. Sarà tanto più spinto dal suo sentimento di superiorità personale e nazionale nei confronti delle spregevolmente deboli, decadenti e codarde potenze occidentali – come probabilmente le vede lui.

Un atteggiamento rispetto al quale Robertson trova che la risposta possibile sia soltanto una:

Psicologicamente parlando, la risposta peggiore sarebbe l’acquiescenza, perché questo non farà altro che alimentare il suo disprezzo e rafforzare la giustificazione della sua posizione. Al suo disprezzo del diritto internazionale e dei trattati devono seguire forti conseguenze. Questo costerà caro all’Occidente, economicamente parlando, ma i costi a lungo termine dell’appeasement faranno apparire banali i costi di un’azione forte e tempestiva.

Qualunque sia lo stato di salute di Putin, se è fisicamente malato o un paranoico, antisociale, narcisista e ossessivo-compulsivo, le implicazioni per il globo sono assolutamente preoccupanti.

Putin, attore razionale o psicopatico? ultima modifica: 2022-03-09T11:34:50+01:00 da JOHN JAY DEER
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