Lo scorso novembre il regista Andrea Segre aveva offerto alla città una proiezione gratuita del film Welcome Venice ambientato alla Giudecca, che racconta del contrasto tra due fratelli sulla scelta di destinare la casa di famiglia a locazione turistica, rinunciando a vivere nella città d’acqua. La proiezione era stata seguita da un partecipato dibattito, proseguito con il lavoro comune di un gruppo di associazioni e comitati cittadini, sfociato nella stesura di una proposta di legge per la regolamentazione dell’attività di locazione breve a uso turistico.
La proposta di legge è stata presentata domenica al teatro Toniolo di Mestre, dov’è stata offerta una seconda proiezione gratuita in terraferma, giacché le conseguenze delle locazioni brevi, anche se in misura e modi diversi, non è confinata alla città insulare, ma si diffonde nelle città di terraferma. Non è un problema solo veneziano, ma ha riverberazioni sui territori e le aree urbane circostanti i centri storici perché sottrae quote rilevanti al mercato delle case in affitto per gli abitanti. È particolarmente sentito nelle città ad alta tensione abitativa dove maggiore è la pressione turistica ed è a queste che si rivolge la proposta di legge. Il suo scopo è quello di attenuare gli effetti dannosi provocati dall’espansione incontrollata delle locazioni turistiche sul mercato immobiliare dei comuni con alta tensione abitativa.
Non è una proposta contro qualcuno o qualcosa, ma per la casa e per tutelare la sopravvivenza del tessuto sociale delle città. Non c’è volontà di penalizzare alcuno, ma di normare una materia delicata per attenuare gli effetti nefasti prodotti dall’assenza di argini al dilagare di un’attività ricettiva. Nata come forma di sharing economy, con scambio di case tra abitanti di paesi diversi e lontani, è cresciuta oltre misura, fino a diventare rilevante e prevalente attività economica, ingovernata.
Si consente di svolgere un’attività imprenditoriale di fatto, anche se non sono rilasciate licenze e la destinazione d’uso delle unità immobiliari resta residenziale. Non è cioè soggetta a cambio d’uso neanche quando interessa interi immobili. Una parte di queste attività rispetta lo spirito originario, con gestione familiare non imprenditoriale, che consente di integrare il reddito familiare e sostenere i costi necessari per restare ad abitare a Venezia. Ma in molti altri casi si lasciano le case e si va ad abitare nelle città di terraferma dove i costi sono minori. Non essendoci limiti all’espansione di questo mercato, il fenomeno è cresciuto incontrollato, squilibrando il mercato della casa in affitto per residenti. Della libertà di manovra hanno approfittato grandi agenzie e società di scala anche internazionale, nelle cui mani è concentrata la stragrande maggioranza delle locazioni di questo tipo. La conseguenza? La drastica riduzione di accesso degli abitanti al mercato delle case in affitto.
L’ambizione dei promotori dell’iniziativa è di saldare in un processo bottom-up il livello civico di associazioni e comitati con quello della politica in generale, insieme a quello delle amministrazioni comunali e regionali, per approdare in parlamento. Non c’è molto tempo, perché alle emergenze che si susseguono senza tregua dall’esordio del nuovo millennio, si aggiunge l’imminente stagione elettorale che complica i margini di manovra e riduce i tempi per un’azione politica che dev’essere allargata il più possibile, per essere realmente incisiva.

Bisogna essere disposti a superare la logica delle contrapposizioni tra schieramenti politici a vantaggio di una convergenza politica su istanze sociali di ordine superiore. La rete civica di associazioni ha voluto dare il proprio contributo, mettendo sul tappeto una proposta concreta e praticabile su cui confrontarsi entro precisi confini generali al cui interno resta possibilità di declinare e adattare la proposta alle peculiarità dei luoghi.
Lo spirito è positivo e propositivo, non un esercizio di filosofia né un modo di sostituirsi alla politica, piuttosto un’esortazione alla politica, perché raccolga la sollecitazione, sostenendo e facendo propria la proposta su cui sono arrivate manifestazioni d’interesse da città importanti, come Firenze, Milano, Padova, Roma, Napoli, oltre che l’apprezzamento di Luigi Brugnaro. Il sindaco di Venezia sostiene di condividere l’approccio delle associazioni cittadine e richiama all’unità su un tema di grande rilevanza economica e sociale che ci riguarda tutti e che dobbiamo affrontare e risolvere insieme.
Dal palco del Toniolo il regista Andrea Segre ha auspicato di riuscire a incontrarlo, rilanciando il dialogo che è il sale della politica, a differenza dei monologhi che sono prerogativa di una concezione autoritaria e personalistica della politica. Nella sua stessa radice etimologica, politica ha proprio la città: polis.
Inutile indugiare su inutili polemiche, la proposta richiede volontà e impegno politico per sviluppare un confronto su più piani, da quello civico e sociale a quello della politica, fino a quello delle amministrazioni locali e nazionali, e chissà magari europee e internazionali.
La proposta è un progetto su cui è possibile costruire una convergenza larga, grazie a un dibattito che dev’essere pubblico e partecipato, a cui deve aggiungersi poi l’impegno della politica, chiamata a impegnarsi a creare le condizioni per far approdare la proposta in parlamento entro l’estate.
Non resta che organizzare rapidamente occasioni di dialogo, approfondimento e affinamento, per un verso con sindaci e amministratori delle grandi città, per allargare il confronto al campo nazionale, e, per altro verso, nelle comunità locali, coinvolgendo tutte le componenti cittadine e governando processi partecipativi maturi e costruttivi. Processi che anche a livello nazionale ed europeo si dichiara di volere sviluppare. In tempo di conflitti lavorare per una soluzione politica di sintesi sarebbe un segnale importante: diamolo, costruendo una nuova alleanza tra società e politica.



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