Antonio Canova muore a Venezia il 13 ottobre 1822, ma il suo “spirito” non cessa di condurci ancora lì dove si persero le tracce di ormai troppo nascoste eccitazioni, un tempo dovute a opere ritenute o introvabili o perse per sempre. Come lungo le pagine di un romanzo gotico ecco che lo “spirito” di Canova, proprio nell’anno in cui si celebra il bicentenario della sua morte, sembra voler farci ritrovare le nascoste eccitazioni da lui affidate ad alcuni capolavori alquanto perduti. Poche settimane fa Giuseppe Pavanello, che nel suo Canova per i Classici Rizzoli parlava di “ubicazione attuale ignota” (1976), ha scritto su ytali.com che la scultura canoviana, nota come La Pace, dal Museo di Kiev è stata spostata in un bunker pur di sottrarla alle devastazioni putiniane. E così il mondo della cultura e dell’arte (esclusi gli storici dell’arte più scrupolosi), nello riscoprire un capolavoro del neoclassicismo, ha potuto cogliere nella sua drammatica vastità il male che sta colpendo l’Ucraina, la sua gente, la storia della sua civiltà. Ancora. È di questi giorni la riapparizione in Inghilterra di una estremamente significativa opera di Canova data per scomparsa da molti decenni.
Si tratta di quella scultura che Pavanello chiama la Maddalena giacente svenuta e di cui lo stesso Pavanello scrive di seguito. In realtà i diversi passaggi di proprietà del Canova inglese furono seguiti fino agli anni Venti del secolo scorso, poi il buio, ora diradatosi dopo che gli ultimi proprietari furono avvertiti che la scultura da loro acquistata per abbellire un angolo di un loro giardino poteva essere la Maddalena, commissionata ad Antonio Canova nel 1819 da Lord Liverpool, allora primo ministro del Regno Unito. Durante l’allestimento della grande mostra su Canova curata da Pavanello a Napoli nel 2019, si presentò allo storico dell’arte veneziano un esperto della casa d’asta Christie’s con in mano la fotografia della “scultura da giardino”, che, come si vede da quanto pubblichiamo, appariva allora ricoperta e oscurata da strati di muschio.
È questo il Canova che andrà all’asta nei prossimi mesi da Christie’s con grande vantaggio economico degli inconsapevoli proprietari, ma anche con grandissima felicità degli storici dell’arte per delle eccitazioni visive non più nascoste. Tutto ciò accade in Inghilterra, dove, per esempio, una famiglia nel Galles si era completamente dimenticata di possedere, abbandonato chissà dove nel corso degli ultimi 150 anni, il bellissimo busto della Pace di Canova, che nel 2018 è stato venduto, ovviamente, assai bene.
Come mai queste straordinarie riapparizioni in Inghilterra? Perché, come ha scritto Francis Haskell, è in Inghilterra che si trovano “quelle collezioni degli aristocratici inglesi che attirarono tanta attenzione in tutta Europa nel secolo XVIII ma che, in effetti, acquistarono i loro tesori più importanti nel XIX secolo”. Ma aggiungerei già molto prima. Insomma, i colti e ben consigliati protagonisti del Grand Tour acquistavano e portavano nei loro palazzi e castelli cose d’arte di assoluto valore, che, oimé, in qualche caso nel corso del tempo divennero “sconosciute” per essere poi dimenticate da eredi inconsapevoli.

Chi scrive ricorda di aver giocato assieme ad altri bambini dalle parti di Ruga Giuffa nel grande cortile di Palazzo Grimani. Allora, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, quel luogo si presentava fantasticamente pieno di sculture d’ogni genere, di marmi e di tutto ciò che sicuramente poteva attrarre l’interesse e la fertile curiosità degli estremi viaggiatori dell’estremo Grand Tour. Quel cortile, di proprietà di un antiquario, sarà stato conosciuto da collezionisti ma anche da quelle famiglie veneziane (e non) spinte dalle più diverse ragioni a sbarazzarsi di sculture per loro senza alcun senso e valore.
Infine, per chi non lo sapesse, la Maddalena sarà messa all’asta dal signor Pinault, proprietario di Christie’s. Che gesto più che inimmaginabile sarebbe se il Pinault di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana, il Pinault che tanto ha avuto e continua ad avere da Venezia, con grande vantaggio del suo essere mercante d’arte, facesse in modo di acquistare o fare acquistare il capolavoro di Antonio Canova che, nell’anno del bicentenario della morte del grande scultore, potrebbe così trovare la sua migliore collocazione nelle Gallerie dell’Accademia a Venezia o nella Gipsoteca canoviana di Possagno.

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