“L’anima del suono nasce all’interno dello strumento”, con un collegamento invisibile tra tavola armonica e fondo della chitarra. Davide Pusiol, liutaio, spiega la filosofia del suo essere artigiano di strumenti preziosi, accarezzando una chitarra e alzandola parallela alle travi del soffitto, per mostrare come “la catena“ inserita all’interno, sotto le corde, colleghi le parti dello strumento costruendo il suono, come una trave di sostegno indispensabile.
ytali è una rivista indipendente. Vive del lavoro volontario e gratuito di giornalisti e collaboratori che quotidianamente s’impegnano per dare voce a un’informazione approfondita, plurale e libera da vincoli. Il sostegno dei lettori è il nostro unico strumento di autofinanziamento. Se anche tu vuoi contribuire con una donazione clicca QUI
All’interno della liuteria artistica bottega laboratorio a Castello, calle del Mondo Novo, siamo circondati da chitarre esposte alle pareti e in vetrina. La maggior parte le ha costruite lui, Davide, tra falegnameria e banco di lavoro posizionato nel negozio, con gli strumenti del mestiere, pialla e morsa, trucioli e profumo di legno. Insomma, un artigiano a Venezia: un liutaio che dopo oltre vent’anni passati in bottega a Portogruaro, lasciata Venezia negli anni Novanta per proibitivo prezzo degli affitti, sei mesi fa ha lanciato il suo cuore veneziano oltre l’ostacolo ed è riuscito a trovare a un passo da casa il luogo che stiamo visitando. Una bottega piccola, ma con dentro un mondo di sensibilità, di esperienza tutta da autodidatta appassionato, da parte di chi è stato, fin da giovanissimo, chitarrista in vari gruppi in Italia e all’estero fino ad arrivare ad aggiustare prima e costruire poi una lunga serie di chitarre, classiche, folk, acustiche e semiacustiche, bassi elettrici compresi.
Un ritorno in centro storico di un veneziano doc va celebrato: e assieme a lui, l’antichissima arte del liutaio, che trae origine dal liuto di origine mediorientale, panciuto progenitore di violino, viola, chitarra e compagnia, che dal Rinascimento ha accompagnato l’evoluzione e lo stile musicale in Europa e nel mondo.


Davide afferma che era il momento di tornare perché ”a un certo punto Venezia ti chiama”. E adesso la sua arte è sotto i nostri occhi, a cominciare dalla chitarra dedicata a Venezia, chiamata Serenissima – e come sennò? Cinque mesi di lavoro durante il lockdown: il suono esce da quattro finestre quadrilobate gotiche che ricordano gli ornamenti di tanti palazzi veneziani; la paletta (la fine del manico alla quale si agganciano le corde) è sagomata con la forma dell’arco gotico di una finestra; all’altezza del dodicesimo tasto della tastiera di ebano è inserita una piccola gondola di madreperla; il fondo, di legno di pioppo, è ornato da un medaglione composto da 250 minuscoli petali di madreperla multicolore a formare un leone.
Vari esemplari di chitarre sono le “archtop“ che si caratterizzano per la tavola armonica sagomata come fosse un violino, lavoro delicatissimo di levigatura di un legno già molto sottile. Altro strumento mostrato con giusto orgoglio è la chitarra della pace, con incisa su una spalla in ebraico la parola SHALOM, quella pace che tutti invocano proprio in questi giorni e che nessuno riesce a concretizzare. Dedicata alla parte materna di Davide, di famiglia ebraica veneziana, la chitarra ha intarsiati sulla tavola armonica rami di ulivo in madreperla, oltre a una colomba della pace all’estremità della paletta. Il fondo è costruito con un legno di ulivo vecchio di duecento anni trovato per caso dal liutaio, ed è stato presentato al Ghetto di Cannaregio in occasione della Giornata della Memoria lo scorso 27 gennaio.


Profumo di legno: sopratutto di abete rosso della Val di Fiemme, dove Davide si rifornisce abitualmente, ma anche acero, ulivo, palissandro, ebano, mogano, padauk… insomma da tutto il mondo il liutaio arricchisce e sperimenta, lavorando di infinita pazienza, lasciando a bagno per giorni le guarnizioni di ebano fino a farle ammorbidire per sagomarle lungo i bordi delle chitarre senza che si spezzino, usando il vapore per modellare le forme, “ascoltando” il materiale solido che trasmetterà un suono immateriale.



Venezia sorprende sempre, Davide è stupito di quanta gente suoni uno strumento come la chitarra, duttile, facile da trasportare, da suonare in compagnia o religiosamente in solitudine. E certo, anche lui ha un sogno appoggiato lì, sul bancone da falegname: aprire una scuola per apprendisti liutai, qui in centro storico, ridare vita alle antiche tradizioni con uno sguardo al futuro.
Calle del Mondo Novo, di là dal ponte Campo Santa Maria Formosa, riflette armonia e allegria, oggi sotto questo sole: a Ca’ Rezzonico un quadro dedicato al Mondo Novo, di Giandomenico Tiepolo, è stato eseguito quando già la Serenissima era caduta e rappresenta un’umanità che volta le spalle al passato e forse cerca appunto questo Mondo Novo, incerto come sono oggi i giorni che viviamo.
Molta gente passa da questa calle, e tutti gettano lo sguardo alla vetrina, dove la chitarra Serenissima ed elegantissima è in mostra.

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!