Dal 1970, il 22 aprile è la Giornata della Terra. Una buona occasione per riprendere a parlare della questione ambientale, della crisi climatica, dello stato di salute del nostro pianeta che rimangono priorità anche se, nell’ultimo periodo, sui media sembrano finiti in secondo piano. Su Twitter lo ha fatto notare lo scienziato e attivista Peter Kalmus mostrando il trafiletto in prima pagina del Los Angeles Times del 10 aprile che rimandava, in terza pagina, alla notizia della Terra “sulla buona strada per diventare invivibile“.
A lanciare l’allarme sulla criticità della situazione non sono solo gli attivisti (qui un interessante articolo de L’essenziale su Extintion rebellion, un movimento sempre più attivo anche in Italia): l’allarme è contenuto nell’ultimo rapporto del’IPCC uscito a febbraio. Il comunicato di stampa ufficiale che accompagna il rapporto termina con queste parole di Hans-Otto Pörtner:
L’evidenza scientifica è inequivocabile: i cambiamenti climatici sono una minaccia al benessere delle persone e alla salute del pianeta. Ogni ulteriore ritardo nell’azione concertata a livello globale farà perdere quella breve finestra temporale – che si sta rapidamente chiudendo – per garantire un futuro vivibile.
E mentre si chiude questa finestra temporale, nel mondo, in Europa, si continua a fare la guerra. Tra l’altro una guerra, quella in Ucraina, fortemente legata alle fonti fossili, per molte ragioni, a cominciare dalla nostra dipendenza dal petrolio e dal gas russi, una dipendenza che in questi anni non abbiamo ridotto, anzi. E che trova l’unica logica soluzione, alla luce di quanto ci dicono gli scienziati, nell’implementazione della transizione ecologica, nelle rinnovabili, in un’economia sostenibile.
Il deterioramento dell’ambiente naturale e la crisi climatica sono sotto gli occhi di tutti. Pensiamo solo alla siccità che ha colpito il Nord Italia, per restare al nostro paese. Ma allargando lo sguardo sono molti i segnali inquietanti: ad esempio il recente, improvviso picco delle temperature in Antartide, con il collasso – inaspettato – di una piattaforma di ghiaccio grande come Roma. E per fare un altro esempio, i dati dicono che crescono senza sosta le concentrazioni di metano e CO2, i principali responsabili dell’aumento delle temperature globali (la CO2 sembra essere a livelli che non si vedevano sulla Terra da 4,5 milioni di anni).

Nonostante tutto questo, sembra che ancora non ci sia da parte della politica, a tutti i livelli, anche quello locale, la necessaria volontà di cambiare. L’idea che tutelare l’ambiente naturale sia necessario anche per il nostro benessere, se non per la nostra stessa sopravvivenza, sembra incapace di imporsi. Troppo spesso ci si limita a una visione prettamente utilitaristica e miope.
I casi sono infiniti, mi soffermo su quello del Parco nazionale di Doñana, in Spagna, una delle riserve naturali più importanti d’Europa, punto di transito di moltissime specie migratorie dal nostro continente all’Africa, ricca di ecosistemi e con una biodiversità unica, ora in pericolo a causa del cambiamento climatico e di un modello di sviluppo insostenibile, nello specifico l’agricoltura intensiva. Si toglie l’acqua (già scarsa per la diminuzione negli ultimi anni delle precipitazioni) al parco, saccheggiando le falde, per portarla alle serre, molte delle quali illegali. E a quanto pare la soluzione del problema, per il governo regionale, sembra sia legalizzare le aziende che causano questi danni ambientali.
Se da una parte, dunque, sembrerebbe giunto il momento (se non ora, quando?) per ripensare il nostro modo di vivere insieme, di produrre, di crescere, di dare un senso al nostro percorso come specie e come civiltà, dall’altra si continua come niente fosse, business as usual, e a fare la guerra. Intanto il tempo, come sappiamo, corre e non aspetta nessuno.
Per concludere, una nota locale: il 22 aprile si inaugura anche la Biennale di Venezia. In occasione della Giornata della Terra si potrà osservare all’Arsenale l’opera dell’artista Saype, parte del suo progetto “Beyond Walls”, che vuole trasmettere fiducia e solidarietà: di certo qualità di cui c’è bisogno, se vogliamo compiere i passi necessari per salvare il nostro meraviglioso e unico pianeta.
In copertina: la bandiera non ufficiale della Giornata della Terra, creata da John McConnell

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!