“Venice photography”: due parole che contengono tutto quello che si trova nel nuovo spazio-esposizione-galleria, in quella ruga Giuffa a Castello, abitata un tempo da mercanti provenienti dalla città armena di Julfa oggi in Iran, che da secoli coniuga la tradizione della Serenissima con quella orientale. Michele Alassio, fotografo con pluridecennale esperienze internazionali e direttore artistico della sezione Spazio Eventi della libreria Toletta, e Paolo Della Corte, fotografo e docente presso l’Accademia di belle Arti di Venezia, entrambi veneziani, hanno inaugurato da pochi giorni i nuovi locali.
Michele Alassio, che ha lavorato sempre principalmente all’estero, ha avuto l’idea di mettere assieme vari professionisti che lavorano nello stesso ambito, la fotografia, per aprire dividendo le spese uno spazio che in città ancora non c’è, un luogo dove esporre e vendere fotografie firmate e manifesti: individuato un negozio tra ruga Giuffa e salizada Zorzi, chiuso dopo la devastazione dell’aqua granda del 2019, è iniziato il restauro durato due mesi, un restauro totale progettato da Alassio stesso, dalla parte muraria a quella elettrica. Adesso un’ampia vetrina e un ingresso presieduto dal bel golden retriever bianco di Michele immettono in tre locali dalle pareti nere, con sessanta punti luce a led a soffitto puntati singolarmente su ogni opera esposta alle pareti e sulle scaffalature più basse a scomparti mobili e scomponibili. Marco Ferrari Bravo, per le cornici e la parte in legno, e Roberto Bernè, “probabilmente il miglior stampatore in Europa per il colore”, afferma Alassio, completano la squadra che vuole uscire dagli schemi stereotipati di una Venezia di basso profilo: “Ci vorrà del tempo per ingranare, ma di gente ne viene”, afferma Michele. A due minuti da san Zaccaria e da San Marco, tra buoni punti di ristorazione e hotel, il luogo è di grande passaggio: si vendono fotografie originali in tiratura limitata e firmate così come i poster numerati firmati dagli autori.

Fino al prossimo mese di novembre saranno esposte alcune delle collezionI dei due titolari, Alassio e Della Corte, e nel tempo arriveranno collezioni di altri artisti internazionalmente conosciuti, per creare un nuovo spazio dedicato anche alla presentazione di libri a soggetto fotografico. Non sarà spazio da affittare, ma nei desideri dei titolari dovrà diventare un luogo di scambi e di arte, per un pubblico attento e sensibile.
Le cupole di San Marco viste dal cielo al centro di una luce incredibile si stagliano sul fondo nero di una delle pareti, accompagnate da altre foto “veneziane“ di Alassio, famose per essere “metafisiche” e cogliere quell’attimo in più che trasforma la fotografia in forma d’arte. L’autore che è stato a Venezia durante i mesi di look down ha preparato due diverse nuove collezioni di immagini, 15 foto e un video (i cui proventi andranno in beneficenza) nelle quali Venezia ”libera dalla soffocante massa turistica è libera di mostrare le sue forme perfette”. “Venice. Our darkest hour, its radiant time” è il titolo di tale collezione che vuole esprimere “assieme alla bellezza, un sentimento di dramma, di perdita”, mentre “Mirages” è stata realizzata nei primi mesi del 2021, e mostra come il sentimento di paura pura del pieno della pandemia si sia tramutato in senso di incertezza. Per ottenere questo risultato l’autore ha giocato “sulla sovra e sottoesposizione e su fuoco e fuori fuoco nello stesso scatto” mostrando orizzonti sfumati e confusi, come confusi siamo oggi noi tutti.

Paolo Della Corte centra la sua tematica a sottolineare la fragilità della Serenissima: la serie “Venezia 2050. Quando i veneziani vivranno sott’acqua” presenta fotografie ispirate all’autore da quella tragica notte del 12 novembre 2019, quando Venezia è stata travolta da marea eccezionale spinta da vento eccezionale. Forse tra trent’anni i veneziani saranno anfibi, come immaginato dall’eclettico artista, che ha immerso numerosi abitanti in una grande vasca immortalandoli in situazioni estreme ma possibili. Esposte presso le sale dell’Ateneo Veneto e dell’Hotel Acquarius, le foto si accompagnano alla collezione (Res)istere a Venezia che emblematicamente ritrae immobili i (pochi e resistenti) residenti in un mondo in movimento.

L’impegno per la galleria è a tempo pieno, soprattutto per quel che riguarda la comunicazione, oggi indispensabile mezzo di pubblicità. Se Alassio è esperto fotografo internazionalmente conosciuto con base a New York, per la prima volta con sede di lavoro nella sua città, Della Corte è alla prima esperienza come gallerista, avendo lavorato per molti decenni in ambito anche sperimentale: come la sua prossima collezione, che consiste nell’esporre tele sulle quali è stata impressa una foto di un abitante delle acque lagunari, non umano questa volta ma nel senso di pesci autoctoni: la fauna marina lagunare è stata fotografata singolarmente in bianco e nero e ristampata su tele a loro volta immerse per un periodo in vari punti della laguna.
Una volta ripescate le tele si mostrano raccogliendo accanto alla foto nuove forme di vita, alghe, molluschi e crostacei ma anche gli elementi inquinanti presenti nelle acque lagunari, un modo di raccontare la vita della città con opere uniche che saranno esposte alla Toletta ed alla galleria Venice photography evidenziando l’analisi chimica degli elementi che si sono concretizzati sulla tela. Il dipartimento di Chimica dell’Università di Ca’ Foscari e il CNR esamineranno gli elementi inquinanti presenti in laguna zona per zona.
Opere meno documentaristiche e più legate a un mondo di gallerie e collezionismo, un’avventura, un giocattolo nuovo che dobbiamo far funzionare a pieno ritmo, uscendo dallo stereotipo dell’immagine-Venezia. In un panorama internazionale Venezia deve tornare ad essere centro d’arte, ci deve essere un modo per lavorare diversamente, preservando la qualità del prodotto.
Nuova galleria, nuova idea, nuovo inizio a due veneziani resistenti.

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