La Rai apre alla musica lirica e sinfonica e vince la scommessa. Alla settima puntata del programma serale (Rai3, 25 puntate) La gioia della musica, condotto con garbo e competenza da Corrado Augias, non possiamo non sottolineare l’importanza di una divulgazione di ottimo livello e constatare come anche la più indecifrabile espressione artistica dello spirito umano possa suscitare un interesse ampio e non limitato agli appassionati o agli specialisti. Augias, ovviamente, ha scelto autori e musiche di forte richiamo per spiegare i misteri di un’orchestra sinfonica o la storia dei singoli strumenti o, ancora, il significato di un fraseggio o di un dialogo tra gli archi e i legni di un complesso sinfonico. Il “narratore” s’avvale dell’aiuto dei veri protagonisti della sua trasmissione, vale a dire l’Orchestra sinfonica della Rai condotta all’Auditorium torinese Arturo Toscanini dai direttori Speranza Scappucci e Aurelio Canonici… ed ecco dunque Norma di Bellini o Tosca di Puccini, due tra le opere più note e più eseguite, illustrate al pubblico televisivo con l’ausilio delle arie più famose come Casta diva o Lucean le stelle che vengono “spiegate” a partire dal loro “impianto armonico”, dalle diverse sonorità di violoncelli e fagotti rispetto a quelle dei violini o degli oboi (“dalla voce agreste e nasale”, come scriveva il musicologo ungherese Otto Karoly) e dalla fusione delle voci di tenori, contralti e soprani con l’onda musicale che sale dal “golfo mistico”.
Molte le puntate finora dedicate al “bel canto”, vanto della musica italiana del diciannovesimo secolo che dette nuova vita ai fasti musicali dell’epoca tardo-barocca con la scuola veneziana ed emiliana (Albinoni, Vivaldi, Frescobaldi, Corelli e via dicendo) e quella napoletana (i due Scarlatti, Paisiello, Cimarosa, Pergolesi etc.). Ma ecco anche Beethoven e la sua terza sinfonia (Eroica).

Si potrebbe dire che Augias non abbia voluto rischiare… ma non è così. La struttura dell’Eroica viene analizzata sottolineando le linee melodiche che si ripetono in due o tre dei movimenti dell’opera dedicata a Napoleone (dedica poi ritirata), spiegando l’importanza delle pause (“anch’esse musica”, ribadisce Augias), del fraseggio che precede un nuovo sviluppo armonico, del celebre passaggio monotonale eseguito in serie da diversi strumenti, la magia, insomma, e la semplicità del genio di Bonn (del quale ricordiamo anche il drammatico esordio della Quinta con l’iterazione ossessiva di due sole note). E poi Ciajkowskij, il grande compositore russo che visse una vita estremamente infelice e che a dispetto di ciò compose i balletti che sembrano quadri viventi di gioia allo stato puro sottolineata dai famosi valzer del Lago dei cigni o dello Schiaccianoci. Nurejev, Barishnikov, la “prima ballerina assoluta” del Bolshoi di Mosca dagli anni Trenta in poi Galina Serghiejevna Ulanova, Margot Fonteyn ma anche la nostra Carla Fracci alla Scala, hanno trasmesso al pubblico quella gioia e quella felicità che il povero Ciajkowskij non conobbe mai.

Pur non conoscendo nel dettaglio il programma delle prossime diciassette puntate di Augias. Siamo sicuri che la linea seguita dal conduttore sarà sempre uguale. Un’indagine musicale e “umana” sui “grandi della musica” per aprire poi, magari quest’altr’anno, una nuova “Gioia della musica” dedicata a Smetana, a Bartok, al Barocco italiano ed europeo, a Scriabin,a Debussy etc, etc. Ci rimane quasi una certezza su alcuni nomi che Augias, personaggio di vasta cultura che promette sempre una divulgazione “alta”. E quindi, pensando a Verdi, a Mozart, a Schumann, a Mahler e (forse) a Stockhausen, ci accomodiamo sul nostro divano in una gioiosa attesa.

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1 commento
Finalmente una trasmissione bellissima, condotta da Corrado Augias con grande maestria. Complimenti e grazie.