Vivere Venezia, vivere a Venezia

Paolo Della Corte, veneziano e fotografo, riassume in questa intervista gli ultimi anni del suo lavoro, scanditi da tre esposizioni che hanno come soggetto Venezia e i suoi abitanti, fuori e dentro l’acqua.
BARBARA MARENGO
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Paolo Della Corte, veneziano e fotografo, riassume in questa intervista gli ultimi anni del suo lavoro, scanditi da tre esposizioni che hanno come soggetto Venezia e i suoi abitanti, fuori e dentro l’acqua.

Quando ho deciso di fermarmi a Venezia più a lungo, ho iniziato a pensare come raccontare la mia città com’è adesso, con tutti i suoi problemi, evitando i soliti cliché o luoghi comuni. La mia formazione è quella di ritrattista, e ho pensato alla Venezia contemporanea con me dentro, veneziano, città dall’indiscussa bellezza ma piena di contraddizioni dove è difficile vivere. Le tre serie di fotografie che ho fatto in questi ultimi quattro anni raccontano appunto Venezia attraverso i veneziani: la prima serie è del 2019, poco prima dell’aqua granda e della pandemia. Città difficile, già prima di questi eventi drammatici, invasa da un turismo cafone e becero che opprimeva: il primo lavoro esposto alla Bragora, grazie all’associazione 25 aprile rappresentava i veneziani in vari punti della città, travolti da una folla in movimento, foto scattate con tempi molto lunghi in modo tale che la folla che circonda il soggetto desse l’idea di un muro o un’onda che sommerge, mentre il soggetto è fermo, a osservare. Ho cercato di trasmettere la mia sensazione di persona che cammina per le calli senza poter oltrepassare questa muraglia, e questa sensazione non mi fa sentire libero. Anche oggi il ponte di Rialto era invalicabile: questa serie fotografica è stata la mia prima maniera di vedere la città.

Ho voluto sottolineare quell’overtourism comune a molte città del mondo ma che sembra  irrisolvibile a Venezia, e a malincuore per questa oppressione penso di lasciare lo studio a San Polo, ritirarmi al Lido, evitare di essere travolto o bloccato nei miei spostamenti. 

Il secondo progetto al quale pensavo da moltissimi anni è legato a Federico Fellini, quando veniva a Venezia e immaginava la città sommersa. Allora facevo il fotografo e Fellini era in contatto con mio padre, Carlo Della Corte (veneziano,  giornalista e scrittore, pluripremiato autore morto nel 2000 a settant’anni di età, ndr), che stava scrivendo la sceneggiatura. Il regista un po’ m’illudeva dicendomi che avrei fatto il fotografo di scena: questo film che non è  mai stato girato ma l’idea mi è rimasta in testa, e lo spunto è stato l’apertura di un hotel in campo San Polo – dove recentemente stavano restaurando un palazzo che sarebbe diventato l’Hotel Aquarius, che ha collocato nella corte un acquario gigantesco: una ventina di veneziani sono stati gli attori di questa mia performance, immersi nell’acqua di questo acquario immaginando come sarà Venezia tra trent’anni, abitata da esseri anfibi. Dietro l’acquario  si vedono i mattoni antichi delle case veneziane che sfioriamo camminando, cosicché i miei personaggi fotografati dentro l’acqua con i loro abiti di ogni giorno e i capelli fluttuanti sembrano proprio muoversi e fluttuare tra le acque in città. La mostra è stata esposta all’Ateneo Veneto nel 2021 dopo lo stop della pandemia: racconto così Venezia attraverso chi ci abita, i veneziani si sono riconosciuti nelle mie fotografie. 

Adesso, nel 2022  è uscita la terza serie dedicata alla città,  con protagonisti sempre gli  abitanti di Venezia ma stavolta quelli che vivono  sotto l’acqua della laguna, pesci e molluschi, esseri viventi fondamentali per il sistema. Ho fotografato, dopo aver fatto spese al mercato di Rialto, vari tipi di pesci lagunari tipo “still life” (genere fotografico particolare che in pittura si traduce nell’espressione “natura morta” ndr) su un fondo bianco o nero, stampando poi le foto su una grande tela e immergendola poi in acqua lasciandole a mollo dalle quattro settimane a qualche mese in tutta la Laguna da Nord a Sud, dalle bocche di porto di Chioggia alle isole abbandonate, da Fondamenta Nove al canal Grande, a Murano dove ci sono i pescatori di moleche. Cosi l’acqua, il fango, i crostacei, i molluschi, si sono attaccati alle tele di cotone che si sono completamente trasformate, come un gioco d’azzardo.

Nuria e Serena Nono, ponte della Paglia, 22 settembre 2018.

La mostra è stata presentata alla Toletta, le tele sono un metro per un metro, il risultato era molto incerto, il curatore era preoccupatissimo… fanghi e detriti, persino una stella marina abbarbicata su una tela immersa in un canale inquinatissimo del Lido, stella che poi ho liberato naturalmente. Queste tele grazie a una collaborazione con l’Università di Ca’ Foscari sono state analizzate dal Dipartimento di Nanotecnologia e di Chimica DAIS  che ha evidenziato i vari tipi di inquinanti, scansionando le foto con uno speciale microscopio che ha classificato gamberetti, microalghe, filamenti…. Sono quindici foto quadrate, un modo per raccontare Venezia attraverso un progetto artistico-scientifico. Parliamo dell’inquinamento della Laguna che in certe zone è caratterizzato da materiale proveniente dagli ospedali, a Murano dalle fornaci, al Lido elementi riconducibili alle creme solari… 

Chi abita calpestando i masegni, chi vive sott’acqua: sono tutti veneziani. 

Altri progetti legati al ritratto sono in via di evoluzione. La galleria di Ruga Giuffa, aperta da poco con altri tre soci (Michele Alassio, fotografo, art director della Toletta e direttore artistico dello spazio espositivo, Roberto Berné, uno degli stampatori più esperti in Italia ed in Europa, e Marco Ferrari Bravo storico corniciaio veneziano) è altra novità nella mia vita di fotografo. Il due settembre ha aperto la esposizione di Michele Alassio e a ottobre tocca a me, con foto delle serie precedenti e nuovi scatti. 

Vivo Venezia cercando spazi intimi, vedo la città sopraffatta e allo sbando dal punto di vista sociale, con gli abitanti drammaticamente in calo. Vado in barca, parlo con gli abitanti delle isole. Mi rendo conto che nonostante tutti i suoi problemi, Venezia resta una formidabile vetrina e fonte di opportunità per chi fa il mio lavoro.

Vivere Venezia, vivere a Venezia ultima modifica: 2022-09-06T16:14:20+02:00 da BARBARA MARENGO
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