Da sempre nella piazza veneziana si affacciano continuamente nuove realtà che vanno a ingrossare e ingrassare il mercato già saturo dei tour operator, sempre più, tra loro, quelli non autorizzati a vendere visite guidate. Dal 2013 tutte le guide italiane iscritte all’albo possono esercitare. ovunque la professione, ma a Venezia, come altrove, l’abilitazione non è estesa a quelle straniere e meno che mai a quelle senza cartellino. Un ulteriore allargamento delle maglie è avvenuto con la riforma del terzo settore del 2017 che consente ad associazioni volontarie e senza scopo di lucro, appositamente registrate e riconosciute, di fare tour guidati, ma solo se a beneficio delle cause per cui si prodigano.
Ed è qui che la situazione si complica: secondo Stefano Croce, presidente dell’Associazione delle guide turistiche di Venezia (Agtv), è difficile provare che ci siano associazioni che non si attengono alle regole.
Ho provato, con l’aiuto della Guardia di finanza, a smascherare guide non autorizzate che fanno parte di sedicenti associazioni ma devono essere colte in flagrante mentre decidono la destinazione dei soldi raccolti durante un tour,
dice Croce.
Impresa quasi impossibile visto che le sedi di queste associazioni spesse volte sono abitazioni private.
“Il rapporto tra guide autorizzate e quelle fuorilegge è uno a cinque a Venezia”, continua il presidente Croce e non è difficile credergli quando ultimamente e spesso su Facebook si vedono annunci di ricerca di local hosts – cioè privati non autorizzati a fare le guide – da parte di realtà turistiche come l’ultima arrivata Withlocals.

Perlustrando i social e le pagine di recensioni più frequentate, se cercate la parola Withlocals, trovate una miriade di commenti positivi: solo su Tripadvisor ve ne sono più di tremila e la media delle valutazioni è di cinque stelle, il massimo. Le esperienze negative si attestano a trentacinque, un numero irrisorio, e le colpe sono tutte da attribuire alle guide, a quanto si evince. Ma come funziona questa piattaforma?
Withlocals è una start up nata nel 2013 da una un’idea dell’olandese Willem Mass il cui business è quello di offrire viaggi personalizzati online: entrate nella piattaforma, scegliete cosa volete fare durante il vostro tour e vi sarà assegnata una guida del posto. Quindi niente pacchetti già pronti ma solo esperienze cucite addosso al cliente in linea con quello che i locals fanno nella loro città: per chi adora la pasta un workshop in un pastificio tradizionale dove si impara a farla; per gli animali notturni tour delle discoteche e dei locali della città; per chi ama la campagna gite fuori porta; per chi ama mangiare tour gastronomici con tappe in varie cucine e ristoranti; per chi ama andare in bicicletta tour sulle due ruote e così via…
Partita con un investimento iniziale di $500mila di un equity group e da un finanziamento del programma europeo Horizon 2020 al 2017 l’azienda aveva raggiunto un capitale di $4.3milioni grazie a grossi investitori. La pubblicazione Eye for Travel di Reuters nel suo rapporto del 2017 sui viaggi e sulle attività prevedeva che Withlocals avrebbe raggiunto il valore di $6.8 miliardi nel 2020. Nonostante ad oggi non si conosca l’effettivo valore della piattaforma si sa però che anche durante la pandemia da Covid-19 il tour operator non ha smesso di proporre avventure ai suoi clienti offrendo viaggi virtuali da seguire comodamente da casa.

La piattaforma di viaggi si pone tre obiettivi principali: ridurre l’impatto del turismo di massa sull’ambiente, massimizzare i benefici per gli autoctoni e rispettare e proteggere. A tal proposito ha ricevuto la certificazione B-Corp che si aggiudicano quelle aziende che dimostrano di garantire un impatto positivo sia sull’ambiente che nella società. L’ennesima nota positiva è arrivata dal partenariato con Lonely Planet per l’aggiunta di ventitré città al catalogo di tour a zero emissioni Lonely Planet Experiences.
E quelle trentacinque irrisorie recensioni negative? Ebbene siccome le guide – non riconosciute da nessun ente preposto- sono sì selezionate da Withlocals ma sono tutte autonome e freelance non c’è garanzia che il tour venga effettivamente effettuato e con quali standard di qualità.
Il fatto che la chiesa di San Marcuola – crasi tra Santi Ermagora e Fortunato- venga spacciata come la chiesa della moglie di San Marco o che il Fondaco dei Tedeschi venga dipinto come sede del commando Nazista ridicolizza la storia di Venezia e danneggia la città ledendo alla sua credibilità,
chiosa il presidente dell’Agtv..