“Finalmente pace” sono parole che soprattutto oggi vorremmo sentire, parole che Wisława scrive in una delle poesie in uscita da Aldelphi nella raccolta Canzone nera: premio Nobel per la letteratura nel 1996, la poetessa polacca (1923-2012) si presenta al suo pubblico con una raccolta inedita di testi poetici in lingua originale con testo in italiano a fronte, a cura di Andrea Ceccherelli tradotti da Linda Del Sarto.
Scritti giovanili marcati dalla tragicità della seconda guerra mondiale, vissuta dalla giovane polacca autrice di rapide poesie, che racchiudono tristezza e speranza, desolazione e raggi di sole, nello stile ruvido e poetico che caratterizza l’intera sua opera. Questi testi sono stati raccolti nel 1970 da Adam Wlodek, che in un dattiloscritto artigianale riunisce e offre alla poetessa il frutto della scrittura di venticinque anni prima, componimenti lasciati in un cassetto e presentati oggi al pubblico.

Szymborska poco più che ventenne investita dalla ferocia della guerra scrive tra il 1944 ed il 1948 una serie di poesie nelle quali la sua filosofia e la sua etica s’intrecciano alle sensazioni immediate legate alla natura, sia essa pioggia o erba, foglie o nebbia, e rami che avviluppano l’intera esistenza degli umani, nell’alba, nel sole, tra i sentieri fangosi ma nella speranza data dalle cose semplici, come quella “uscita dal cinema, un paio d’ore di scaglie luminose” che rischiarano le esistenze. Ricorda, la Szymborska, i bambini di Varsavia con crude parole di sangue e guerra che la giovane poetessa vede passare sotto i suoi occhi, dove “il mondo è plumbeo”. Plumbeo come un dopoguerra estremamente travagliato per lei, che partecipa alla vita dello stato totalitario della Polonia che orbita nell’ambito dell’Unione Sovietica. Il distacco dall’ideologia comunista avviene con i primi contatti con Solidarność nei primi anni Ottanta, e con la fama della sua poetica che la porta al premio Nobel per la letteratura.
L’attenzione della poetessa verso gli aspetti più dolorosi e gli strascichi del conflitto appaiono nelle parole commosse in ricordo del Milite ignoto che “non voleva essere un eroe” e intensamente nella poesia dedicata al “convoglio degli ebrei”, quel treno che sta fermo per notti intere sui binari, verso una sorte per la quale non ci sarà ”perdono per nessuno”. Gli anni duri del dopoguerra tra “persecutori e perseguitati” non sono addolciti neppure dalla fortuna prevista in “ferro di cavallo” come un fiore di lillà, mentre un sassofonista suona la “Canzone nera” che dà il titolo alla raccolta poetica.


Sabato 5 novembre presso lo Spazio Eventi della Libreria Toletta a Venezia sarà presentato il volume alla presenza del curatore Ceccarelli e dalla traduttrice Del Sarto.
E “finalmente pace” saranno le parole che vorremmo poter dire a piena voce assieme a Wisława Szymborska.

Canzone nera
di Wistawa Szymborska
A cura di Andrea Ceccherelli.
Traduzione di Linda Del Sarto.
Edizione con testo a fronte.
€ 13,30


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