Un’area verde di Architettura intitolata agli Uccelli, il gruppo di studenti della facoltà romana che scrisse un capitolo fondamentale della storia del Sessantotto italiano, e non solo. La decisione, per ora allo stato informale, se confermata e realizzata, avrà il valore e il significato di una scelta “narrativa”: assocerà un pezzo importante della storia della facoltà di Architettura di Roma con quei giovani che molti ancora ricordano per la clamorosa occupazione del campanile di Sant’Ivo alla Sapienza, andando oltre il racconto prevalente di un movimento studentesco protagonista ad Architettura e restato nella memoria soprattutto per gli scontri di Valle Giulia. Due visioni dell’impegno e del cimento di quel periodo così particolare: da un lato quella degli Uccelli, minoritaria allora, ma in sintonia con i fermenti nella società e nel costume di quegli anni, un’epoca di rottura e di rivoluzione culturale quale fu il Sessantotto in Italia e nel mondo; dall’altra la visione di un Movimento immerso in una dimensione tutta politica, non scevra da derive politiciste, come sarebbe stato evidente in seguito.
Furono due modi di concepire un impegno, allora considerato “rivoluzionario”, che “s’intrecciarono nella cornice storica del tempo – dice Orazio Carpenzano, preside di Architettura – ma furono due cose completamente diverse tra loro. Gli Uccelli ebbero un approccio più creativo e propositivo”.




Il professor Carpenzano conferma questa sua “intenzione”, pur sottolineando che la decisione avverrà al termine di un processo che ovviamente investirà la governance della facoltà, nelle sue varie articolazioni. Inoltre, essa “è parte – spiega il preside – di una serie di ‘nominazioni’ di aule e di spazi della facoltà a professori illustri della facoltà stessa, per le quali stiamo raccogliendo diverse proposte”, senza escludere che si possa procedere gradualmente, non necessariamente in blocco, nelle intitolazioni, quindi scorporando il parco degli Uccelli dal resto.
Il “parco”, ma non lo definisce così il professor Carpenzano, è uno “spazio”, tra viale Buozzi e via Gramsci, l’intero scoperto della facoltà. Sarà, nell’idea del preside, “un luogo d’incontro degli studenti, per seminari all’aperto, ma anche per il tempo libero. C’è pure un campetto sportivo – dice Carpenzano – dove fanno due tiri col pallone, e c’è anche un laghetto. Ci sono tavoli per fare le revisioni e per altre attività, è un’area interamente dedicata agli studenti e, siccome è lo spazio che fu occupato e autogestito dagli Uccelli, mi sembrava giusto ricordarlo, un segno di quella stagione, un lascito importante dal punto di vista culturale all’interno della facoltà. Questo è”.
Occorrerà riempire di contenuti lo spazio che sarà loro dedicato. Con Martino Branca, con Gianfranco Moltedo (con Paolo Ramundo gli Uccelli della prima ora) e con alcuni loro amici e compagni di allora e di oggi il preside potrà mettere a tema possibili finalità e utilizzi dello spazio, non appena ci sarà il passaggio formale da parte della facoltà che ratificherà la decisione.


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