Roberto Bortoluzzi, la voce delle nostre domeniche

ROBERTO BERTONI BERNARDI
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Quindici anni senza Roberto Bortoluzzi, voce storica di Tutto il calcio minuto per minuto, di cui fu uno degli ideatori, insieme a Sergio Zavoli, Guglielmo Moretti e Giorgio Boriani. Era il 5 novembre 2007 quando, lo stesso giorno di Liedholm, se ne andava questo cantore di un calcio che non c’è più. Ventisette anni consecutivi alla conduzione, un record ancora imbattuto a livello radiofonico, da quella mitica domenica 10 gennaio 1960, quando nacque la trasmissione simbolo dell’Italia che volava, al 21 giugno 1987, quando ormai eravamo al crepuscolo di molte cose, calcio compreso, e anche la nostra professione, purtroppo, non era più la stessa. Non staremo qui a raccontare una vita straordinaria attraverso dettagli numerici, per quanto le statistiche abbiano una loro rilevanza, trattandosi di una personalità fuori dal comune e di uno dei più grandi giornalisti che il nostro Paese abbia mai avuto.

Ci soffermeremo, piuttosto, sul suo stile inimitabile, quando si collegava dagli studi di Corso Sempione a Milano e dava poi la linea ai vari Ameri, Ciotti, Provenzali, Foglianese, una girandola magica, un circo animato e meraviglioso, un caleidoscopio di voci inconfondibili che sono state per decenni la colonna sonora delle nostre domeniche. Tutto il calcio, infatti, era un rito d’iniziazione più che un programma, un battesimo sportivo che era anche molto di più, nel grande romanzo popolare di un’Italia che cresceva, cambiava, si perdeva ma trovava sempre e comunque una ragione di esistere, almeno per novanta minuti, mentre si rincorrevano le emozioni che scandivano i nostri sogni e le nostre speranze. È grazie a quella trasmissione se molti noi sono diventati appassionati e tifosi. È sintonizzandosi su Radio Uno che abbiamo scoperto il significato della parola “batticuore”, ridendo e piangendo a seconda dei risultati e imparando che nella vita esistono le ascese e le cadute, i trionfi e le sconfitte, talvolta anche clamorose.

Il 10 gennaio 1960 alle 15:15 va in onda #TuttoilCalcioMinutoPerMinuto su idea di Guglielmo Moretti copiata in Francia dal rugby. Roberto Bortoluzzi presenta i campi collegati per la sola ripresa: Milan-Juventus (Carosio) Bologna-Napoli (Ameri), Alessandria-Padova (Boscione).

Personalmente, sono arrivato dopo, quando Bortoluzzi era ormai in pensione, ma quel tourbillon di collegamenti me lo sono goduto anch’io, per qualche anno, prima che le televisioni private prendessero definitivamente il sopravvento e lo spezzatino infrangesse uno degli ultimi rituali collettivi che era rimasto, trasformandoci in meri spettatori, utenti, consumatori, pubblico, non più popolo, senza passione, senza entusiasmo, senza più la gioia di ritrovarsi la domenica intorno all’apparecchio delle favole e lasciarsi trasportare da un racconto che, oltretutto, era incredibile per qualità e livello culturale.

Se si fosse voluto, se non ci fossimo lasciati intrappolare dal liberismo selvaggio, si sarebbe forse potuto trasferire Tutto il calcio in ambito televisivo, coniugando parole e immagini. Abbiamo preferito, invece, affidarci ai privati, distruggere tutto ciò che era pubblico, avvelenare il calcio con fiumi di denaro, talvolta di dubbia provenienza, e perdere tutto ciò che avevamo costruito nel corso dei decenni, fino a perderci come Nazione, fino a smarrire la nostra identità, fino a ridurci a elemosinare una stilla di splendore, impossibile nel contesto di un gioco che ha smesso di essere tale.Roberto Bortoluzzi, e questo sinceramente ci consola, si è risparmiato il peggio. Se ne è andato nella sua Genova, in quel di Nervi, all’età di ottantasei anni, cullato dai ricordi e dalla gratitudine di coloro che, grazie alla sua orchestra, hanno imparato ad amare qualcosa e a non arrendersi mai.

A pensarci bene, è ciò di cui oggi avvertiamo la mancanza, al pari di una trasmissione che esiste ancora ma, ahinoi, ha smarrito la sua poesia.

Roberto Bortoluzzi, la voce delle nostre domeniche ultima modifica: 2022-11-09T12:12:11+01:00 da ROBERTO BERTONI BERNARDI
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