[MAGLIANO IN TOSCANA, GS]
Da ormai alcuni anni una società specializzata in ricerche geotermiche ha scelto i colli dei comuni di Magliano in Toscana e di Scansano per le sue esplorazioni. La Regione Toscana da tempo ha inserito questi territori tra quelli “non idonei alla geotermia”, ma le esplorazioni che scenderanno oltre i tremila metri di profondità, e con costi decisamente elevati, non possono essere fermate, in quanto consentite dalla legge statale. Che cosa accadrebbe, dunque, se le perforazioni dessero esito positivo? Le aree non idonee potrebbero cambiare vocazione? Questo è il timore degli enti locali e della popolazione. Per questo i comuni di Magliano in Toscana e di Scansano si sono immediatamente dati da fare con i ricorsi.
Nessuno dice di no alla geotermia in quanto tale, visto che in Toscana ci sono esempi che da decenni, vedi la zona boracifera posta a cavallo tra le province di Pisa, Grosseto e Siena che fa di Larderello il suo baricentro, si sono sviluppate grazie al vapore che viene dal sottosuolo. Il no, in questo caso, viene detto all’ubicazione di una eventuale centrale ad alta entalpia che si troverebbe a pochi passi dal borgo medievale di Pereta, dove svetta la torre trecentesca, la più alta della Maremma costruita nel Medioevo, o tra i filari delle vigne del Morellino di Scansano o di oliveti secolari che danno preziosi prodotti Dop e Igp. Senza dimenticare il paesaggio che è decisamente da cartolina e meta di numerosi turisti.

Da qui la nascita del comitato Maremma Amata che ha organizzato un’affollata assemblea a Magliano in Toscana in cui, di fronte alla politica e alla popolazione riunita, ha detto il proprio no. È stato però proprio in quel contesto che è nata la proposta che potrebbe rappresentare un’opportunità per l’intero territorio: candidare le colline maremmane a patrimonio dell’umanità. Un percorso sicuramente lungo, non facile, ma che sulla strada potrebbe portare anche altre opportunità che mette sul piatto l’ente delle Nazioni Unite che tutela i beni culturali. Un’idea lanciata dall’ex sindaco Diego Cinelli e immediatamente raccolta dal primo cittadino di Scansano Bice Ginesi e dagli imprenditori vitivinicoli della zona, ma anche dai consiglieri regionali e parlamentari, anche di sponde politiche opposte, presenti.
Il sasso, dunque, è stato lanciato nello stagno, così come i primi contatti sono stati presi per capire quali gli obiettivi che possono essere realmente raggiunti nel breve, medio e lungo termine. E chissà che da una battaglia che può sembrare una delle tante che in Italia si combattono a tutela del territorio, non possa invece nascere un’opportunità di conservazione, ma anche di sviluppo all’insegna della sostenibilità.


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