Le immagini raccontano il liceo classico

La rappresentazione della scuola superiore per eccellenza al cinema e alla televisione.
ALBERTO PAVAN
Condividi
PDF

Il liceo classico è un indirizzo di studi così legato alla storia e alla cultura italiana contemporanee da avere sviluppato una fortuna non solo in una tradizione culturale alta, ma anche in una di consumo, quella cioè della cinematografia e delle serie televisive. Il liceo classico nell’immaginario collettivo è la scuola superiore per eccellenza, percepita spesso come un ripido percorso iniziatico verso la vita, affrontato da studenti di varia provenienza sociale, e ha sede in edifici la cui architettura traduce l’autorevolezza dell’istituzione scolastica e la solidità della tradizione culturale.

A partire dal secondo dopoguerra, il cinema ha raccontato di frequente il liceo classico: per esempio, Mio figlio professore, di Renato Castellani (1946), girato al Liceo Visconti di Roma, osserva la scuola dal punto di vista del portiere, orgoglioso del proprio posto di lavoro, che vede in quella scuola la prospettiva di un riscatto per il figlio, che finirà per insegnare proprio lì; Terza liceo di Luciano Emmer (1954), alla cui scrittura contribuirono i ricordi del regista e degli sceneggiatori, tra cui Vasco Pratolini, girato con attori non professionisti, è il primo a introdurre il genere, poi di successo, delle storie di classe e ancora una volta presenta un liceo classico come luogo di aggregazione e di formazione di diverse classi sociali attraverso il punto di vista degli studenti.

Caratteristica di queste prime pellicole è la centralità degli studenti e delle loro storie, che hanno come luogo di convergenza il liceo classico; spettatori, talvolta assenti, tal altra inopportuni sono gli insegnanti, sempre assai stereotipati, in particolare quelli di greco e latino. In Amarcord di Federico Fellini (1973), per esempio, la memoria del regista restituisce l’azzimata caricatura di un esteta che si delizia al suono della lingua greca, di fronte a uno studente di ginnasio, un po’ perplesso e un po’ divertito che la riproduce con una pernacchia.

Emerge la difficoltà di dialogo tra due età diverse, ma anche l’idea che il greco si spiega da sé attraverso la sua ineffabile bellezza. La Famiglia di Ettore Scola (1984) presenta due professori di lettere, nonno e nipote, inquadrandone la posizione sociale. Il primo nel 1906, quando comincia la narrazione filmica, è in quiescenza, carducciano sin nell’aspetto, autorevole e integerrimo patriarca di una famiglia borghese che è riuscito ad acquistare un confortevole appartamento nel nuovo rione Prati; il secondo, invece, insegna dagli anni Trenta fino agli anni Sessanta e la sua vita, nell’appartamento ormai fuori moda, rivela un’inferiore sicurezza economica, unita a una certa inquietudine affettiva. 

Dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, gli anni del boom degli iscritti, il liceo classico diventa protagonista anche di serie televisive di grande successo: di taglio comico I ragazzi della IIIC (1987- 1989), produzione Fininvest, con una rappresentazione rigida di insegnanti e di studenti, classificati per tipologie; di spessore diverso, con una grande attenzione al tema del disagio giovanile, ma poco interessata alla scuola la produzione RAI I ragazzi del muretto (1991-1996) e, infine, I liceali (2008-2011), produzione Mediaset, che sviluppa lo schema topico delle relazioni di classe, intrecciate però alla vita degli insegnanti. Presenta la particolarità di mettere in scena una manifestazione studentesca in presa diretta da una manifestazione contro la riforma Gelmini. 

La scuola continua a popolare le serie televisive, generalmente trasmesse nella parte conclusiva dell’anno solare, ma è significativo che, a partire dal 2010, anno del riordino dei cicli, il liceo classico ceda il posto ad altri indirizzi di scuola, un istituto tecnico in Provaci ancora Prof (2005-2017) oppure il liceo scientifico in Fuoriclasse (2011-2015), entrambe produzioni RAI. Nondimeno, rimane la scuola frequentata dai figli dei protagonisti, appartenenti a una borghesia cittadina di giovani professionisti di media cultura, di alcune serie televisive quali Come fai sbagli (2016) e Tutto può succedere (2015). 

Immagine di copertina: Una scena di Mio figlio è professore, di Renato Castallani (1946)

L’articolo è una sintesi tratta da: Alberto Pavan, Le immagini raccontano. La fortuna cinematografica e televisiva del Liceo classico, in Il Liceo classico oggi. Dieci voci per sceglierlo tra modernità e tradizione, a cura di Saulo Delle Donne, Marco Ricucci, Gian Piero Ruggiero, Edizioni νέα ἀγωγή, Lecce, 2021, pp. 199-231.

Le immagini raccontano il liceo classico ultima modifica: 2022-11-29T16:47:47+01:00 da ALBERTO PAVAN
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento