La Camera repubblicana à la guerre

Dopo i numerosi caotici tentativi di eleggere Kevin McCarthy come Speaker - tentativi che hanno messo in evidenza le divisioni tra moderati e conservatori -, la nuova maggioranza GOP si appresta a “governare”. O meglio a cercare di trovare proposte di legge che li uniscano. All’ombra delle presidenziali del 2024.
MARCO MICHIELI
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La settimana scorsa, i repubblicani della Camera sono riusciti a eleggere Kevin McCarthy come speaker dopo quindici votazioni. Per giorni, infatti, ventuno repubblicani della destra del partito hanno bloccato le aspirazioni dell’ex leader della minoranza. Un’opposizione che è stata soddisfatta soltanto dopo l’accoglimento delle loro proposte da parte della leadership repubblicana. Nel patto con McCarthy, la destra del partito ha ottenuto dei cambiamenti alle regole della Camera e una maggiore influenza sulle commissioni che definiranno l’agenda repubblicana nei prossimi due anni.

Tra le nuove regole votate qualche giorno fa, vi è quella che consente a qualsiasi membro della Camera di presentare una mozione per rimuovere lo Speaker, mozione che porterebbe a un voto dell’intera Assemblea. In precedenza, sarebbe stata necessaria la maggioranza del caucus repubblicano per indire la votazione. Anche se storicamente la soglia di un membro è stata la soglia normale per far scattare questo tipo di mozione, nel 2019 i democratici l’hanno innalzata. Nel passato l’unica volta che la mozione ha portato a un voto è stata nel 1910. Tuttavia in una Camera estremamente conflittuale e con un Partito repubblicano diviso (e con pochi voti di maggioranza) si tratta di una mossa audace da parte del neo-presidente della Camera.

Accanto all’approvazione di alcune regole, i ribelli repubblicani hanno ottenuto tre seggi nella commissione per il regolamento, controllata dallo Speaker, che decide come vengono esaminate le proposte di legge alla Camera. Si tratta di una delle commissioni più potenti della Camera poiché stabilisce le regole dei dibattiti, sceglie quali leggi portare al voto e persino riscrive le leggi che hanno già superato l’esame in un’altra commissione. Normalmente composta da nove membri del partito di maggioranza e da quattro membri della minoranza, la nuova composizione vede sei repubblicani fedeli a McCarthy e tre “ribelli”. Significa che McCarthy dovrà ottenere almeno un voto di quei tre “ribelli” oppure trovare un accordo con i democratici. O rischiare che la minoranza repubblicana possa trovare accordi con i democratici.

Al di là di quello che la destra del partito ha ottenuto, la nuova maggioranza repubblicana ha deciso anche di approvare regole più “ideologiche” per segnalare le loro priorità per i prossimi due anni. Per esempio, su proposte di legge che prevedono aumenti di imposte sul reddito, sarà richiesto il voto dei tre quinti della Camera, cioè 261 membri della Camera, contro i 218 abituali. Inoltre, saranno consentiti emendamenti che tagliano la spesa in generale, misure per impedire qualsiasi progetto di legge che preveda una spesa superiore a 2,5 miliardi di dollari in quattro anni fiscali consecutivi e norme per bloccare qualsiasi proposta di legge che aumenti la spesa per i programmi obbligatori a lungo termine.

Saranno però le commissioni d’indagine a fare la parte del leone in questo nuovo Congresso a guida repubblicana. Anche se McCarthy ha detto l’anno scorso di non aver ancora visto motivi per l’impeachment di Biden, i repubblicani hanno già presentato una serie di articoli di impeachment contro il presidente e i membri del suo gabinetto, e alcuni membri influenti della destra hanno detto che non vedono l’ora di processarlo.

Qualora non riuscissero ad avviare la procedura d’impeachment nei confronti di Biden, la Camera ha comunque un potere di citazione in giudizio e i repubblicani ne faranno uso, come ne hanno fatto i democratici in passato. Le indagini saranno distribuite tra diverse commissioni esistenti alla Camera e alcune di nuova creazione, tra cui una focalizzata sul Dipartimento di Giustizia e sulle agenzie di intelligence.

Una nuova commissione è quella su “Weaponization’ of Government”, ovvero “l’uso del governo federale come un’arma”. La commissione, guidata dal trumpiano Jim Jordan, esaminerà tutte le indagini del Dipartimento di giustizia, compresa quella in corso su Trump sul materiale classificato ritrovato nella residenza dell’ex presidente a Mar-a-Lago. Ma il mandato di questa commissione è così ampio che è possibile che, per rispettare le promesse elettorali, i repubblicani esaminino quello che, a loro dire, è stato uno sforzo concertato del governo per mettere a tacere e punire i conservatori a tutti i livelli, dai manifestanti alle riunioni dei consigli scolastici, fino all’ex presidente Trump.

I repubblicani hanno poi creato una commissione speciale sulla pandemia Covid-19 per indagare sui vaccini, l’obbligo delle mascherine e la chiusura delle scuole. Affermano anche di voler valutare se il governo degli Stati Uniti debba finanziare la cosiddetta ricerca “gain-of-function”, una ristretta branca dell’indagine scientifica che può comportare la manipolazione dei virus in modo da renderli più pericolosi. Questo tipo di ricerca è al centro delle affermazioni repubblicane secondo le quali la pandemia potrebbe essere stata causata da un incidente in un laboratorio. Si sono anche impegnati a indagare su Anthony Fauci, l’ex capo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases che si è scontrato in passato con loro. Fauci ha dichiarato che collaborerà a qualsiasi audizione di controllo.

La commissione di supervisione della Camera esaminerà poi gli affari nazionali e internazionali della famiglia Biden per determinare se rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. Hunter Biden, il figlio del presidente, che è già sotto indagine federale, sarà al centro dell’inchiesta della commissione. 

La commissione giustizia dovrebbe poi indagare sul trattamento da parte del Dipartimento di giustizia degli imputati incarcerati in relazione all’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Il tentativo è quello di minimizzare o distorcere quanto accaduto durante l’assalto, affermando che le vere vittime sono le persone che sono entrate in Campidoglio e che, a loro dire, vengono perseguitate per le loro convinzioni politiche.

Altre commissioni si concentreranno su politica estera e politiche dell’immigrazione. La commissione giustizia lavorerà infatti con la commissione esteri per indagare sul ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan nell’agosto 2021. Una nuova commissione invece si focalizzerà sulla competizione strategica tra gli Stati Uniti e la Cina, per indagare sui “progressi economici, tecnologici e di sicurezza del governo cinese e sulla sua competizione con gli Stati Uniti”. Esaminerà molti argomenti, tra cui la dipendenza economica degli Stati Uniti dalle catene di approvvigionamento cinesi, l’assistenza alla sicurezza della nazione a Taiwan e gli sforzi di lobbying del governo cinese per influenzare i governi locali e statali, nonché le istituzioni accademiche. Nella commissione sulla sicurezza nazionale invece i repubblicani vorrebbero indagare le politiche sull’immigrazione dell’amministrazione Biden e in particolare il segretario alla Sicurezza Nazionale di Biden, Alejandro Mayorkas, nei confronti del quale molti deputati vorrebbero avviare un impeachment.

Il deputato Jim Jordan

Per il presidente democratico Joe Biden, non saranno quindi anni facili. Quasi certi di non riuscire a trasformare in legge il loro programma legislativo con un Senato democratico, i repubblicani alla Camera hanno infatti chiarito che la loro missione principale sarà quella di indagare sull’amministrazione Biden e indicare simbolicamente le proprie priorità politiche.

Come è accaduto recentemente sull’aborto, quando i repubblicani hanno approvato due misure che introducono ulteriori restrizioni dopo che la Corte Suprema ha annullato il diritto federale all’aborto lo scorso anno. Nella prima misura si condannano gli attacchi alle strutture antiabortiste e nella seconda sono previste nuove sanzioni se un medico rifiutasse di curare un neonato nato vivo dopo un tentativo di aborto. Nessuna delle due proposte dovrebbe passare al Senato ma si tratta di un segnale agli elettori. 

Dal punto di vista legislativo, i repubblicani potranno però essere decisivi su almeno due aspetti. Ci sono due cose che la Camera deve assolutamente fare quest’anno per mantenere il governo in funzione ed evitare un collasso economico totale: alzare il tetto del debito e approvare i disegni di legge di spesa che finanziano le agenzie e i programmi federali.

In una lettera infatti inviata da Janet Yellen a McCarthy, la segretaria al tesoro ha precisato che gli Stati Uniti hanno toccato il tetto del debito. Negli Stati Uniti esiste infatti il cosiddetto debt ceiling che impone al governo federale un limite alla possibilità di prendere denaro in prestito per coprire le proprie spese. Di volta in volta lo stato chiede al Congresso – Camera e Senato – di sospendere o aumentare il tetto, che attualmente è di 31.400 miliardi di dollari ed è stato modificato più di cento volte dalla Seconda guerra mondiale. Se il governo non fosse più in grado di contrarre prestiti, non avrebbe abbastanza denaro per far fronte ai pagamenti, compresi gli interessi sul debito e, pertanto, dovrebbe probabilmente ritardare temporaneamente i pagamenti o non rispettare alcuni dei suoi impegni, con potenziali ripercussioni sui pagamenti della previdenza sociale, sui sussidi per i veterani e sugli stipendi dei dipendenti federali.

Anche se inizialmente era stato concepito per facilitare i prestiti del governo federale, il debt ceiling è da tempo oggetto di una durissima lotta politica. Biden e i democratici dovranno quindi confrontarsi con un Partito repubblicano intenzionato a far passare pesanti tagli  alle spese. Su che cosa tagliare, sarà battaglia politica.

Quel che è certo è che McCarthy è deciso a far pesare le proprie richieste per aumentare il tetto al debito. Ma i repubblicani sono divisi su che cosa tagliare. Il partito alla Camera è infatti in disaccordo su eventuali tagli a Medicare e alla Sicurezza Sociale. E possibili tagli alla difesa, che alcuni deputati della destra del partito avevano paventato, non sembrano essere all’orizzonte. Una parte più radicale del partito, inoltre, vede nel default un modo per costringere il governo a tagliare le spese.

E qui emergono le difficoltà e le conseguenze del patto che McCarthy ha stretto con la destra del partito per farsi eleggere Speaker. McCarthy infatti dovrà scegliere tra ricercare l’appoggio dei democratici per aumentare il limite del debito o soddisfare i desideri delle componenti più radicali e intransigenti del suo partito, con il rischio di scontentare i repubblicani moderati. E in una Camera con pochi seggi di maggioranza, è un rischio.

Janet Yellen, segretaria al tesoro
La Camera repubblicana à la guerre ultima modifica: 2023-01-21T17:35:02+01:00 da MARCO MICHIELI
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