La bellezza della Pasqua

SANDRO VIGANI
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I cristiani ortodossi durante i giorni di Pasqua si salutano dicendo “Cristo è risorto!”, non solo in chiesa, ma anche per la strada, nei negozi, in famiglia, dovunque… A questo saluto tutti rispondono: “Sì, è veramente risorto!”. È un modo per esprimere la certezza che la risurrezione di Gesù non è solo una promessa per il domani, dopo la morte: non è soltanto il Paradiso. La risurrezione interpella e riguarda ciascuno oggi, nell’ambiente umano e sociale nel quale conduce la sua esistenza. Il cristiano crede che siamo risorti quando abbiamo ricevuto il battesimo, col quale Cristo ci ha resi partecipi della sua Pasqua. Per questo San Paolo scrive ai Corinti: “Se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove”. 

Ma cosa vuol dire essere donne e uomini risorti già qui, in questo mondo che papa Paolo VI amava definire “bello e drammatico”? Cos’è la risurrezione nella vita quotidiana del cristiano? È ancora l’apostolo Paolo ad aiutarci scrivendo ai Colossesi: “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio”. Quali sono “le cose di lassù” che dobbiamo cercare ora, nella nostra vita quotidiana: quelle cose che, come finestre, si aprono perché possiamo contemplare la risurrezione? 

La bellezza è una di queste finestre, forse la più straordinaria. Si usa dire che ‘non è bello ciò che è bello, ma ciò che piace’. Non è vero! In ciascuno c’è un’idea di bellezza oggettiva, universale. Platone affermava: “La bellezza è discesa dal cielo per salvarci”. Gli fa eco Dostoevskij che, ne L’Idiota, mette in bocca al principe Miškin le parole: “La bellezza salverà il mondo”.

Sandro Botticelli, La Risurrezione di Gesù Cristo [1490], Beaverbrook Art Gallery, Fredericton, Canada

Proviamo, se ne abbiamo la possibilità, a camminare in questi giorni per la campagna: vedremo i primi fiori di campo che spuntano tra l’erba verde, le gemme e le foglie che a poco a poco rivestono gli alberi. Chi può dire che tutto questo non è bello? Quant’è bello l’abbraccio innocente di un bambino, il volto delicato di una giovane donna, il tramonto di alcune sere primaverili… passeggiare al mattino sulla riva del mare e perfino veder germogliare le prime piante nell’orto di casa, ascoltare un bel brano di musica… Lo scrittore russo Pavel Evdokimov, nel libro Teologia della bellezza, indaga la bellezza delle icone ortodosse giungendo a dire che in ogni uomo c’è un anelito a trascendersi insopprimibile. Le manifestazioni della bellezza, come appunto le icone, sono esprimono questo anelito che si compie soltanto nel Riporto. 

Ma non c’è solo una bellezza fisica, c’è anche una bellezza spirituale. Il patriarca Angelo Scola diceva ai fidanzati che erano più belli i volti dei suoi genitori da vecchi, di quando erano giovani e appena sposati. Lei cattolica e molto religiosa, lui comunista della prima ora, nelle rughe che segnavano il loro volto c’era scritta la storia del loro amore e della loro fedeltà. Ci capita a volte di dire, pensando a qualcuno: “Quella è proprio una bella persona!”. È bella dentro, è solare, sincera: la sua è una bellezza spirituale perché profuma di Gesù risorto. La bellezza spirituale è il calore di un affetto sincero, un’amicizia vera, una mano che si offre quando hai bisogno di aiuto, una parola buona nei giorni della tristezza, un sorriso quando ce n’è bisogno… Non si tratta di sentimentalismo… è ciò che, alla fine, rende davvero bella la vita!

Immagine di copertina: Girolamo da Santacroce, La Risurrezione [1520 circa], Sarah Campbell Blaffer Foundation, The Museum of Fine Arts, Houston.

La bellezza della Pasqua ultima modifica: 2023-04-09T10:18:02+02:00 da SANDRO VIGANI
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