Yvonne, la guerra dei cent’anni

Due veneziane, un’indomita centenaria, e una ventenne, storica, ed ecco il racconto testimonianza di pagine da non dimenticare della storia delle lotte per la difesa e la tutela di Venezia e della laguna.
BARBARA MARENGO
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Yvonne ha appena compiuto cento anni, Ginevra ne ha ventidue: la signora anzianissima ha alle spalle un passato estremamente originale, da donna dinamica e contro corrente, visto che lei, Yvonne Girardello, è stata la prima hostess d’Italia nel 1947, volando sui DC-3 della compagnia Transadriatica che collegava l’Aeroporto Nicelli del Lido di Venezia a numerose destinazioni nazionali ed estere. Ginevra Borghi ha un presente di studi universitario alla Facoltà di Scienze Politiche a Bologna e di impegno civico nei confronti della sua città.

Yvonne (che di cose da raccontare ne ha, prima tra tutte la curiosità legata alla sua qualifica di lavoro appena assunta, visto che la parola “hostess” non esisteva, risultava come “addetta al bar dell’aereo”) e Ginevra sono soprattutto entrambe veneziane. Decidono di lasciare una importantissima testimonianza, l’anziana ricorda, la giovane riordina le memorie e scrive: nasce così il libro La battaglia del Fronte per la difesa di Venezia e della sua Laguna. 1966/1973, edito dal Centro Internazionale della Grafica di Venezia (15 euro), vicende “vissute in prima persona da Yvonne Girardello e da lei stessa descritte per ridare dignità storica a quegli avvenimenti che sono stati dimenticati soprattutto dai veneziani”, scrive Pietro Lando nella prefazione.

Ma di che avvenimenti stiamo parlando? E perché i veneziani, attenti alle vicende drammatiche e varie che da decenni preoccupano sullo stato della loro Laguna e di Venezia, hanno dimenticato quello che succedeva in città dopo l’Acqua Grandissima del novembre 1966?

In questi giorni di allarmi meteorologici e disastri ambientali in tutta Italia, anche i non veneziani riescono a capire le conseguenze della devastazione di quel fatidico novembre di quasi sessant’anni fa.

Dopo la Grande Alluvione de 1966, i veneziani dichiararono guerra ai loro amministratori per assicurare la salvaguardia della loro città e della Laguna. Fu una battaglia dura che si protrasse per sei anni,

fino al varo della Legge Speciale per Venezia del 1973. Anni di lotta che Yvonne Girardello ricorda intensamente, lei, paladina delle denunce contro scavi, manomissioni, interramenti di vaste zone lagunari, distruzione delle barene. Lei, che durante la tragica notte del 4 novembre 1966 aveva avuto il suo negozio di lingerie in via XXII marzo distrutto come la maggior parte dei piani bassi di Venezia, aderì al movimento che confluì nel Fronte per la difesa di Venezia e della sua Laguna, facendo sì che a colpi di dibattiti nelle aule dei Tribunali, stampa e opinione pubblica, nazionali e mondiali, venissero informate del pericolo che correva la città, ricca di arti e memorie di mille anni.

Sessant’anni fa le informazioni non viaggiavano sui media rapidamente, e ci volle l’arrivo in Laguna di Indro Montanelli per suscitare interesse, indignazione, allarme, attenzione, per lo stato dei monumenti veneziani, corrosi dagli elementi inquinanti della vicina zona industriale che si allargava a dismisure. Imputata la zona industriale di Marghera e Mestre, che diventava città operaia, scaricando nell’atmosfera quei fumi e quelle particelle deleteri per umani e antichi manufatti. Lavoro contro difesa dell’ambiente, occupazione e sviluppo in contrasto con tutela dei monumenti, eterna e tragica realtà che necessita di conoscenza, scienza, razionalità, equilibrio. Tutto quello che in quegli anni non era concepibile. E allora avanti con i manifesti di denuncia, che comparivano sui vetri dei negozi veneziani, scritti in maniera semplice e diretta, come “Noi veneziani diciamo no al CANALE MALEDETTO (canale dei petroli, iniziato negli anni Cinquanta e approfondito fino a sedici metri negli anni successivi, creando un vero e proprio fiume impetuoso dentro le basse acque lagunari)… Un porto dei petroli in Laguna è un assurdo…” Ribadendo il concetto di come la volontà dei cittadini veneziani fosse quella di mantenere la sopravvivenza fisica della città stessa.

Se non fossero fatti realmente accaduti, potrebbe essere lo scenario di un film, che racconta come assieme agli articoli e film di Montanelli (“Non c’è più tempo da perdere”; “Venezia non è più padrona di se stessa”) il Fronte per la difesa di Venezia accentua i suoi interventi fino all’eclatante blocco del primo gigante del mare di passaggio alla bocca di porto di Malamocco, la petroliera “Cortemaggiore” costretta da un corteo di barche di pescatori e veneziani a gettare l’ancora, unica donna presente Yvonne. Avvenne un clamoroso arrembaggio con conseguente denuncia per due pescatori trascinati in tribunale. Nonostante proteste e contestazioni scientifiche il canale fu aperto nell’agosto 1971.

Le accuse contro una classe dirigente inetta e contro una Democrazia Cristiana che gestiva il potere in città continuarono: alta fu la denuncia e l’attenzione dopo lo stanziamento internazionale di 250 miliardi di lire come prestito a basso interesse e a lunga scadenza per Venezia, somma che secondo il Fronte poteva scatenare appetiti di politici. Il manifesto è tutto da leggere:

Dieci anni di amministrazione fallimentare. Nessun provvedimento atto a frenare l’esodo e il degrado socioeconomico. Trascuratezza completa persino nella piccola manutenzione. Continuo sabotaggio del centro storico per precisi interessi elettorali. SONO ESSI CHE VOGLIONO RIDURRE VENEZIA A UN MUSEO. NEPPURE UNA LIRA DEVE ESSERE LORO AFFIDATA.

Un copione ancora oggi attuale, frasi ancora oggi serpeggianti, concetti branditi come vessilli da molti abitanti della città antica.

Una Legge Speciale “grondante di speranze per la salvaguardia fu tradita dalle feroci opposizioni politiche, aizzate dalla comparsa di tanti miliardi…” Ed ecco comparve il Comitatone, così chiamato in città per il numero dirompente di esperti per la tutela della Laguna che nel 1966 furono ben 73, arrivò il drammatico rapporto UNESCO del 1969, che recitava

Prima che siano trascorsi settant’anni, le piazze, le strade e i piani terra delle case rimarrebbero costantemente sotto il livello dell’acqua e Venezia sarebbe allora praticamente inabitabile.

La Legge Speciale fu varata il 13 aprile 1973 dichiarando Venezia “di preminente interesse nazionale”. Dei trenta miliardi di lire, stanziati precedentemente, ne furono spesi dieci per il sestiere di Castello, mentre venti “furono deviati a Mestre e Marghera per costruire nuove case e per neutralizzare l’inquinamento degli scarichi fognari della terraferma” che scaricavano in Laguna. “O sono ladri o sono degli inetti” scrisse Montanelli sul Corriere della Sera il 22 giugno 1971. Oltre 12.000 cittadini firmarono una lettera aperta al Presidente della Repubblica, tutta da leggere e da ri-sottoscrivere anche oggi. La Legge Speciale è ferma dal 1975: i veneziani, e tra questi Yvonne, aspettano risposte.

Il libro è testimonianza importante, eredità che molti di noi non conoscevano, raccolta di documentazione per moti versi ancora attuale, incitamento a un impegno civico che si basi sulla conoscenza con la precisa volontà di tutelare un tesoro prezioso dove i veneziani hanno privilegio, fortuna e volontà di continuare a vivere. Memoria della città antica, da conservare in un archivio prezioso: modernissima manifestazione di un movimento d’opinione “contro le trasformazioni e distruzioni in laguna”, come scrive Lando. 

Yvonne e Ginevra hanno presentato il libro, una sorridendo in video da casa, l’altra in emozionata presenza, presso lo spazio Bevanda di Malamocco, di fronte a un numerosissimo pubblico.

Ginevra Borghi alla presentazione de La Battaglia per la difesa di Venezia e della sua Laguna 1966/1973 al Gruppo Bevanda di Malamocco, 13 maggio 2023
Pietro Lando e Ginevra Borghi alla presentazione de La Battaglia per la difesa di Venezia e della sua Laguna 1966/1973 al Gruppo Bevanda di Malamocco, 13 maggio 2023. In collegamento da casa s’intravvede Yvonne Girardello.
Yvonne, la guerra dei cent’anni ultima modifica: 2023-05-17T21:42:03+02:00 da BARBARA MARENGO
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