Come Emergency abbiamo deciso di organizzare la mostra Dove stiamo andando? Clima e persone, non tanto per analizzare il fenomeno del cambiamento climatico – esulerebbe dal nostro campo d’intervento – quanto per soffermarci sui suoi effetti. La desertificazione, la siccità e le conseguenti carestie, l’innalzamento del livello del mare che provoca inondazioni e devastazioni, rendono la vita impossibile per migliaia di persone che si ritrovano senza casa e senza cibo.
L’innalzamento della temperatura, unito al degrado ambientale, al consumo del suolo e delle risorse, aggrava le diseguaglianze e rende i poveri sempre più poveri. Questa situazione non solo costringe le persone ad abbandonare la propria terra ma genera nuovi conflitti.

Noi, che viviamo nella parte più ricca del mondo, e che siamo i veri responsabili dell’effetto serra, non ci rendiamo ancora pienamente conto che le dinamiche ormai sono globali e che, se non modificheremo radicalmente e celermente le nostre abitudini, distruggeremo il nostro pianeta.
Non c’è alcuna pretesa di essere esaustivi: ci siamo soffermati sulle aree in cui Emergency è presente e in quella da cui fuggono le persone per raggiungere il nostro Paese. Non abbiamo neppure pretese di scientificità ma abbiamo fatto riferimento a fonti rigorose.
La mostra è il risultato di un lavoro collettivo: il progetto è di Emergency, sede di Venezia, con la collaborazione di Simone Padovani, che ha individuato buona parte della documentazione fotografica e dei dati; Paola Fortuna e il team dello studio +Fortuna hanno costruito il percorso narrativo, hanno curato l’allestimento e la grafica e realizzato l’installazione Viviamo tutti sotto lo stesso sole, consistente in dodici figure di migranti (non numeri ma persone a cui è stato dato un nome e una storia tratta da testi letterari); Shaul Bassi e gli studenti e studentesse della Laurea magistrale in Environmental Humanities dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, hanno proposto alcune delle citazioni trovate nei testi di narrativa o saggistica; Coldiretti Veneto ha collaborato al focus sull’Italia e, in particolare sull’alluvione in Romagna; Ottavia Piccolo all’inaugurazione ha letto poesie e brani letterari bellissimi sui temi della mostra.
La combinazione di fotografie, mappe, infografiche, testi, citazioni letterarie, installazione consente di veicolare le informazioni e il messaggio in modo che arrivi a tutte e a tutti inducendo a una riflessione e conseguente azione.

Last but not least, non possiamo non citare ADB Digital Print a cui abbiamo dato il compito non lieve di stampare tutto in materiale ecologico, soprattutto cartone alveolare e tessuto. Del resto, come avremmo potuto parlare dell’effetto serra con materiale di plastica non riciclabile? È anche attraverso l’azione soggettiva, oltre alla necessità di politiche efficaci e di innovativi e sostenibili modelli di produzione, che ahimé, ancora non si vedono, che possiamo pensare di invertire le tendenze in corso e dare una prospettiva al pianeta.
Rossella Miccio, Presidente di Emergency, ha dichiarato:
Con questa mostra vogliamo ricordare quanto sia urgente prenderci cura dell’unica terra che abbiamo a disposizione e che condividiamo, perché questo è il solo modo di prenderci cura di tutti e di ciascuno. Scegliendo la guerra, lo sfruttamento delle risorse e delle persone ci condanniamo a non avere un futuro e nemmeno un presente in cui sentirsi al sicuro.
La mostra è aperta presso la sede di Emergency, Giudecca 212, dal 30 giugno al 30 novembre, il martedì, mercoledì, giovedì e sabato dalle 11 alle 17. È possibile concordare altri giorni o altri orari scrivendo a infovenice@emergency.it o telefonando a 041 877931


Immagine di copertina: photo by Hussein Fleh AFP via Getty Images

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