A Paolo dobbiamo la grande sede della Facoltà di Economia, a San Giobbe (quand’era Rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia).
Gli dobbiamo – contributo fondamentale – la spinta alla realizzazione del MOSE, quando la maggior parte dell’intellighenzia veneziana, non osando fermarlo, puntava su tutto quello che si doveva realizzare “prima” del MOSE, pur di non confrontarsi con la grande opera.
Gli dobbiamo il bosco del Parco di San Giuliano, con il ponte che lo collega all’abitato di Mestre.
Gli dobbiamo la ricostruzione a tempi di record del Teatro La Fenice danneggiato da un incendio. E l’apertura alla città dell’Arsenale, bene militare di cui ha ottenuto la sdemanializzazione.
Gli siamo grati per averci mostrato come si poteva, anzi si sarebbe potuto, organizzare diversamente il porto di Venezia (off shore) e acquisire un ruolo di primo piano nei traffici marittimi internazionali.
Ci ha mostrato come si poteva fare il Ministro dei Trasporti e il Presidente dell’Autorità portuale: qualche giovane si varrà di quegli esempi.
Ci ha mostrato come non è sufficiente essere intelligenti: occorre avere anche carattere, passione e lungimiranza, pensare in grande.

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