La Venezia ancora da scoprire

Il volume appena pubblicato di Fiammetta Martegani è una guida non convenzionale alla coperta di una città che è “luogo dell’anima”.
ANTONELLA BARETTON
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Guide su Venezia, pubblicazioni sui vari aspetti artistici, sociali, di costume, storiografici, ve ne sono infinite. Fiammetta Martegani, antropologa, scrittrice, curatrice museale a Tel Aviv, città in cui risiede buona parte dell’anno, ha voluto raccontare e raccontarsi a Venezia con originalità, attraverso un’accurata selezione di luoghi, persone, istituzioni, gallerie, mercati, luoghi di incontro, convivialità, – la città delle pietre ma anche e soprattutto della gente, la comunità, – raggruppati secondo i cinque sensi. 

Più che una guida, la sua è una narrazione che si declina a partire da un dialogo quasi maieutico con uno speciale interlocutore – suo figlio – che in quanto bambino ha innata curiosità, capacità di stupore e meraviglia delle cose. L’artificio le consente di sviluppare la narrazione quasi con la leggerezza di una fiaba. I cenni storici, le citazioni, i rimandi ad autori e personaggi, storici e contemporanei, sono rigorosi e ben documentati, ma non alterano il ritmo, quasi ludico, del racconto. Nelle sottosezioni “caccia al tesoro”, presenti in ogni capitolo, la prospettiva del baedeker viene addirittura ribaltata: è il lettore/visitatore, la sua curiosità e capacità interpretativa a essere direttamente messa alla prova e stimolata. Sta a lui trovare, disvelare, interpretare, un particolare del territorio, un tesoro nascosto e inaspettato. 

© Fiorenzo Rondi

Dietro la prigione maschile della Giudecca potete provare a spiare il cosiddetto “Giardino Eden” progettato nel 1884 – che deve il suo nome al primo proprietario Frederic Eden… frequentato da artisti e scrittori – tra cui Proust, Cocteau, Rilke e Aragon – è uno dei segreti meglio conservati di Venezia. Nel 1972 venne acquisito da Friedensreich Hundertwasser che decise di lasciare crescere la vegetazione n modo naturale, in concordanza con la sua filosofia ecologica.

Nel sestiere di Castello, provate a scovare le piccole maschere di ottone applicate ai nomi di ciascun citofono in Calle Larga San Lorenzo e, in Campo Santa Maria Formosa, nel campanile della Chiesa, le maschere scolpite di fattezze paurose che – secondo la leggenda – allontanano il malocchio, il diavolo, le sfortune. Sul portale della torre del campanile emerge il “Mascaron”, che diventò presto l’insegna dell’omonima osteria che si trova in Calle Longa

© Fiorenzo Rondi

Da antropologa le interessano le relazioni tra gli uomini più che le pietre. In tal senso Martegani coglie e ci restituisce profili e sottolineature inedite, proprio partendo dai vari aspetti sensoriali della città. Particolarmente efficace l’introduzione al capitolo dell’”udito” che inizia dal dotto rimando a Luigi Nono 

A Venezia si impara ad ascoltare l’invisibile e l’inaudibile: le pietre, i mattoni, lo scuro, l’acqua la luce, le cose ci parlano” .- citazione, peraltro, particolarmente pertinente al momento attuale se si considera che la mostra inaugurata alla Fondazione Bevilacqua La Masa lo scorso 21 luglio dal titolo Listening post, dalle pratiche di ascolto alla sound art,  intercetta proprio le relazioni tra suono, materia, spazio e tempo avvalendosi, tra le altre, dell’ampio materiale dell’archivio Luigi Nono con documenti audiovisivi del grande compositore.

© Fiorenzo Rondi

L’introduzione al capitolo continua con le acute osservazioni di Paola Liani, architetto di matrice formativa veneziana che così chiosa:

a Venezia esiste un’intimità acustica, grazie alla quale, attraverso la voce di passa per strada, la città si verbalizza, trasformandosi in un’orchestra a cui tutti partecipano: a Venezia si sente tutto, soprattutto di notte…..

La voce è parte integrante e spaziale di Venezia, che è al tempo stesso un organo sia individuale che collettivo, come un coro, in base al cui timbro si intuisce l’orario e lo spazio urbano della città.

© Fiorenzo Rondi

Seguono osservazioni, citazioni di tanti personaggi illustri e sconosciuti, fonti di cui Martegani attinge per trasmettere le sensazioni pressoché uniche che la città restituisce.

Il tema dell’arte contemporanea è un altro aspetto ben presente nella pubblicazione. Qui Martegani “gioca in casa”: si avvale di contatti e relazioni personali che intrattiene anche in qualità di curatrice di una delle realtà museali più importanti di Israele – il museo di Eretz Israel – . Da professionista del settore è in grado di tracciare efficacemente un quadro davvero esaustivo della vivacità del panorama veneziano con segnalazioni di musei, spazi espositivi, gallerie, a volte sconosciute anche agli stessi autoctoni residenti. 

non lontano da qui si trova anche uno spazio espositivo unico nel suo genere. Spazio Berlendis, ex falegnameria nautica trasformata in un luogo di incontro e scambio culturale: pochi metri quadri affacciati nell’acqua in cui storia artigianale e contemporaneità, presente e tradizione si incontrano per dar vita a nuove suggestioni.

E ancora:

Infine, per chi cerca un angolo dedicato all’arte contemporanea non perdetevi la Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery. Situata a un passo da Campo S.Polo, nella splendida trecentesca Corte Petriana, si estende su duecento metri quadri che si sviluppa all’interno di un antico magazzino con due porte d’acqua, creando un’inaspettata quanto incantevole oasi di pace e silenzio.

© Fiorenzo Rondi

La materia è trattata, come anche negli altri capitoli, con un particolare tratto distintivo: anche in questo caso, l’autrice si limita “a passare la notizia”, a segnalare, brevemente, la location, senza indugiare troppo su come raggiungerla, omettendo volutamente orari e le tradizionali info ampiamente presenti nelle guide tradizionali. Vi è il suggerimento esplicito al visitatore di trovare autonomamente la sua direzione, financo a perdersi volutamente, effettuare la sua personale selezione dei luoghi e delle esperienze secondo curiosità ed interesse personale. 

…Mi domando spesso se proprio l’occhio del foresto che permette di scrutare Venezia in un modo che, per chi vi è nato e cresciuto, risulta di fatto, impossibile, poiché ne è parte integrante. 

L’arsenale (© Fiorenzo Rondi)

Il punto di vista soggettivo di chi Venezia la fruisce, anche da residente temporaneo, è altro elemento centrale della pubblicazione. Viene dato ampio risalto alle voci di chi anima, gestisce e fa vivere ancora la città, barlumi di resistenza e resilienza che testimoniano comunque l’eccezionale vitalità culturale, politica e sociale di Venezia, malgrado il declino demografico e la gentrificazione. 

grazie alla collaborazione di amici, osti, sommelier e vignaioli, è nata anche ”Laguna nel Bicchiere – le vigne ritrovate”, un’associazione culturale che si propone di scoprire territori dimenticati e di conservare la tradizione per testimoniare la produzione e il consumo di vino presente in Laguna già nel XIII secolo.

La guida si completa con un capitolo dedicato alle feste veneziane, a come fare sport in città, alla sua fruizione non solo da turisti, a consigli e suggerimenti per rendere il soggiorno a Venezia un’esperienza in primis emozionale. Ma è anche un manuale utile agli stessi veneziani.  Perché la Venezia raccontata da Martegani è l’antitesi del museo e del parco a tema che molti preconizzano; la guida diventa essa stessa un’operazione culturale, un monito alla comunità mondiale per preservare quanto ancora esiste e resiste della città delle genti. 

Immagine di copertina: Il Lido di Venezia © Fiorenzo Rondi

La Venezia ancora da scoprire ultima modifica: 2023-07-31T16:27:51+02:00 da ANTONELLA BARETTON
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