Chinarsi per entrare in un basso e angusto sottoportico veneziano e rialzarsi in un qualche angolo di un continente lontano èun’esperienza trascendentale che Venezia può eccezionalmente concedere solo ai pochi autentici abitanti e a quei ‘foresti’ che la amano intimamente…
…l’introdursi in una corte chiusa ti porta dritto nel mondo infinito dei tuoi sogni o, più verosimilmente, dove il destino ti reclama. Pensiero che faccio ogni volta che passo davanti alla Corte Polacca, in via Garibaldi, nel popolare sestiere di Castello…
Corte Polacca èil nuovo romanzo di Sebastiano Giorgi, giornalista e scrittore veneziano, pubblicato da Edizioni Austeria e, per un venezianissimo magico caso del destino, il luogo dove a Venezia io vivo.
Romanzo e vita reale si sono incrociati e porteranno, inevitabilmente, a presentare il libro nella vera Corte Polacca, sabato 26 agosto alle 18:30, per scoprire un romanzo e un luogo destinato a diventare una porta verso l’altrove.
Nel romanzo, Checco, alter ego di Giorgi, è come lui, un veneziano di mezza età che da un decennio vive a Varsavia, insieme a una compagna polacca, a due gatti, ad amici appassionati di storia e storie sulla Polonia e la Venezia di altri tempi. Tra l’ironico e il burbero, Checco ama la modernità della Varsavia di oggi, ma molto ne rimpiange la cultura e l’eleganza di un idealizzato passato settecentesco. Così idealizza e rimpiange una Venezia della sua infanzia, che non può esistere più, come non possono più esistere gli anni già vissuti.
La storia procede tra un realismo allegro di personaggi contemporanei per poi entrare in una surreale sequenza onirica in cui i desideri di Checco si realizzano con un viaggio nel raffinato passato della corte di Re Stanislao Augusto Poniatowski, ultimo re di Polonia e mecenate di intellettuali tra cui numerosi veneziani.
Ma è quello che succede alla fine del sogno che torna a parlare ai veneziani, veri o di adozione. Checco incontra una studentessa polacca, Anna, che vuole condividere un progetto ambizioso per “salvare Venezia”. L’idea sembra volutamente incredibile al lettore, anche se poi non può fare a meno di sperarci. Perché chiunque viva, frequenti e ami Venezia, non può non sfuggire a pensieri e conversazioni su come salvarla, dalle navi, dalle acque, dai turisti, dai suoi abitanti, da se stessa.
Pensieri e conversazioni che io stessa mi trovo a fare sempre più spesso, in quella corte in via Garibaldi che dà il nome al libro di Giorgi. Dove, appunto, io abito.
Dovrei forse scrivere che cerco di abitare il più possibile in Corte Polacca, dove ho casa da poco più di un anno. Il mio percorso verso il destino che reclama mi ha portato, tra periodi a New York, Berlino, Francoforte, a Londra dove tuttora vivo da anni. Sono stati gli anni della global financial crisis e poi della ricrescita orgogliosa finita nei traumi di Brexit e Covid.
Ma sono stati questi eventi distruttivi, in particolare l’inizio della pandemia, a riportarmi prima nella mia Padova e poi a Venezia. In questa città, troppo calpestata e non abbastanza vissuta, internazionale e allo stesso tempo villaggio, raffinata e rustica, posto che esiste contro la ragione, mi sono riconosciuta e ho trovato casa da chiamare mia.
Ho scoperto dal romanzo di Giorgi e confermato dall’imprescindibile Curiosità Veneziane di Giuseppe Tassini, che sotoportego e corte prendono il nome dalla famiglia Polacco, in particolare un Francesco, capitano di Rialto che nel testamento del 18 giugno 1513 ordinò che degli affitti di case nella corte andassero due ducati annui ai frati di San Francesco della Vigna e due ai frati di San Domenico di Castello – quest’ultima, distrutta in era napoleonica, dal 1560 fu sede del tribunale dell’Inquisizione, dove il 29 aprile di ogni anno venivano bruciati i libri proibiti, monito che non tutto del passato è poi così ideale.
Ma non èsolo il passato che interessa di Venezia e, nei miei ritorni, ho letto, seguito e ascoltato idee di gruppi locali che battagliano per la residenza, cercano di portarvi lavoro, lottano per preservare la laguna.
Così, leggendo il libro Corte Polacca, trovavo affascinante, seppur surreale, il progetto di Anna per “salvare” Venezia.
Finché, nel girovagare notturno per Varsavia, i due personaggi arrivano in un locale dove una barista cartomante invita Checco a scegliere un luogo preciso a cui leggere le carte.
Quando Checco (e quando Giorgi) era ragazzino passava molte domeniche a vedere il calcio, allo stadio Penzo – tuttora attivo nella punta ultima di Sant’Elena – e poi il basket in un palazzetto all’Arsenale. Tra le partite camminava lungo via Garibaldi, di fronte a casa di un amico del gruppo, in Corte Polacca.
Tornatovi anni dopo vi aveva trovato solo cartelli “locazioni turistiche”. Ci sarà quindi futuro per Corte Polacca? chiede alla cartomante.
Il primo tarocco a uscire è la torre di Babele, simbolo di superbia punita, un fallimento, eventi distruttivi. Poi le stelle, segno di fertilità di idee, speranza. Infine il sole, che torna a splendere dopo le tenebre.
La speranza diventa un sogno di salvezza, non solo per la corte ma per Venezia.
Ne parleremo il 26 agosto, quando Corte Polacca uscirà dalle pagine per diventare, non solo per una sera, un luogo di scambio e di idee, una porta tra Venezia e altri mondi.
Perché in questa città la magia continua ad accadere e la salvezza sta, forse, nel viverla.
A volte penso che governare Venezia progettandone un futuro da città completa e contemporanea sia ormai una sfida impossibile. Ma poi il mio lato idealista prevale e mi convinco che invece qualcuno dotato di un pizzico di sana, visionaria follia – la stessa che possedeva chi secoli fa costruì una città su terre paludose soggette agli umori delle maree – potrebbe farlo.
Una visionaria follia che non è detto sia insita nei veneziani di nascita, anzi spesso mostrano di averla di più i veneziani d’elezione, gli stranieri che hanno deciso di venire a vivere nei sestieri. Perché se lasci Parigi, Londra, Monaco per Venezia significa che hai intravisto qualcosa di magico e unico, non tanto nell’architettura, ma nella dimensione di umana vivibilità.
Benvenuti in Corte Polacca was last modified: Agosto 22nd, 2023 by ALESSIA PIROLO
Benvenuti in Corte Polacca
ultima modifica: 2023-08-22T17:11:19+02:00
da ALESSIA PIROLO
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Giornalista, vive tra Londra e Venezia.
Ha scritto di finanza e immobiliare per il Wall Street Journal, Debtwire, React News, da Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania.
In Italia ha avviato la sua carriera negli anni dell’università come cronista di giudiziaria per il Corriere del Veneto.
Organizza residenze e eventi d’arte con la società di famiglia Art Apartments.
A Venezia abita in Corte Polacca.
1 commento
Bellissima storia, ben scritta e così vera, essendo io appunto una foresta che ha scelto Venezia dopo Roma e Milano come ultimi amore. Verró sabato