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Che cosa è gratuito a Venezia e che è bene per l’ambiente ed esiste da oltre cent’anni? L’acqua rinfrescante del rubinetto che è a disposizione di tutti da ognuna delle 186 fontanelle presenti a Venezia e nelle isole circostanti della laguna. Costruite originariamente nel 1884 per distribuire acqua fresca potabile convogliata via acquedotto dalle fonti di San Benedetto in terraferma, le fontane sono numerose (una ogni circa certo metri) e sicure (l’acqua che trasportano deve rispettare norme più severe rispetto all’acqua in bottiglia). Sono l’antidoto sostenibile alla spaventosa abbondanza di bottiglie d’acqua in plastica che ogni anno inondano Venezia in un desiderio insaziabile di placare la sete di milioni di turisti attraverso il commercio piuttosto che il buon senso.
Marco Capovilla, veneziano, esperto di sostenibilità, è deciso a cambiare la percezione che si ha dell’acqua dolce a Venezia catalogando le fontanelle e promuovendone l’uso. Ha creato la mappa interattiva di Venice Tap Water, per individuare facilmente le fontane funzionanti. In questa intervista ci incoraggia a ripensare alla fonte dell’acqua che beviamo quando ci troviamo a Venezia.

Cosa ti ha spinto a impegnarti nel campo del turismo e della sua sostenibilità e in particolare nella questione dell’acqua potabile?
Nei miei ricordi è sempre presente l’amore per la natura e per l’ambiente. L’acqua ha attirato la mia attenzione notando l’enorme quantità di acqua in bottiglia utilizzata a Venezia e osservando che nulla era fatto per ridurne l’impatto. Così, nel luglio 2019 ho creato Venice Tap Water pensando che una piccola azione compiuta da un’enorme quantità di persone possa avere un enorme impatto positivo.
Prima di dar vita a Venice Tap Water qual era il tuo impegno rispetto alle questioni della sostenibilità a Venezia?
Nel 2014 ho fondato il gruppo Facebook Venezia Pulita, dove condivido informazioni sulle problematiche ambientali di Venezia e suggerimenti rivolti a tutti per vivere una vita che produca il minimo impatto possibile. Cose semplici ed efficaci che chiunque può fare senza stravolgere le proprie abitudini quotidiane.

Venice Tap Water è stata concepita per educare le persone a bere acqua pulita, fresca e gratuita a Venezia semplicemente utilizzando una qualsiasi delle 126 fontane della città (solo nel centro storico) con una bottiglia d’acqua riutilizzabile. Qual è l’ostacolo più grande per chi si voglia abbeverarsi gratuitamente alle fontane invece di acquistare bottiglie d’acqua di plastica che sono davvero dannose per l’ambiente?
I visitatori non vengono informati che l’acqua del rubinetto è buona e sicura. Io do loro una cosa molto importante: la scelta, cosicché una volta resisi conto che l’acqua del rubinetto è ok, scelgono quella che preferiscono. Rispetto all’educazione, è tema molto più complesso e viene dopo. Il progetto si rivolge sia ai visitatori che pernottano in città, sia agli escursionisti giornalieri, sia ai residenti. L’Italia è il secondo consumatore mondiale pro capite di acqua in bottiglia e non vi è alcuna ragione per questo.
L’ostacolo maggiore? Non esiste alcuna campagna di comunicazione pubblica, nazionale, regionale o comunale che promuova l’uso dell’acqua del rubinetto, mentre ci sono moltissimi spot pubblicitari sull’acqua in bottiglia.
Il danno ecologico derivante dal trasporto e dalla vendita di milioni di bottiglie d’acqua a Venezia ne è la conseguenza. Puoi dirci del danno che causano?
Cominciamo col dire che l’acqua non è un bene ma è un diritto universale e che non esiste affatto un’acqua in bottiglia sostenibile. Tutto ciò che produciamo, ciò che facciamo, ha un impatto; produzione, trasporto e anche riciclaggio (attenzione, il riciclaggio non è sufficiente, dobbiamo ridurre, dobbiamo evolvere nei nostri modi di consumo). A Venezia i trasporti hanno un effetto collaterale in più: il moto ondoso dovuto ai topi, i barconi da trasporto, che danneggia gravemente le fondamenta degli edifici e la laguna stessa, inquinando anche l’aria e l’acqua perché i motori delle barche a Venezia sono generalmente vecchi. Le persone non si rendono conto che Venezia ha problemi di inquinamento da traffico perché non vedono la barca come un veicolo, come le automobili, i furgoni, i camion, ecc.
Le bottiglie d’acqua in plastica sono rifiuti speciali, legati al contenuto: uno dei nostri bisogni vitali. A volte penso che se vendessero bottiglie di aria fresca, sarebbe lo stesso dell’acqua in bottiglia. Entrambi sono fluidi, essenziali per vivere ed esistere. Pagheresti per l’aria che respiri?

Le fontane furono costruite quando fu terminato l’acquedotto nel 1884, che portava l’acqua dolce dalla terraferma a Venezia. Ognuna racchiude una storia, spesso intitolata a famiglie veneziane esemplari. Sono funzionali oltre che belle. Sul tuo sito c’è un link al meraviglioso ConoscereVenezia, che racconta la storia di ogni fontana. Pensi che se si comprendesse cosa ci tramandano le fontane, si sarebbe più portati a usarle?
Metto il link di ConoscereVenezia.it perché credo che la storia sia importante, sono informazioni che aggiungono ancora più importanza all’acqua e all’accesso all’acqua.
Alcune fontane sono belle ma in pessime condizioni di manutenzione e la maggior parte non funziona. Non credo che conoscere la storia aumenti il consumo di acqua pubblica, l’importante è dire che l’acqua del rubinetto e quella delle fontane è buona e sicura, per questo inseriamo il link alle analisi ufficiali dell’acqua.
Pensa alla teoria della finestra rotta, se vedi qualcosa in cattive condizioni non ti senti sicuro ad avvicinarti o a usarla, è lo stesso per le fontane qui. Se non avessi le informazioni e vedessi una fontana in cattive condizioni, berresti l’acqua? Credo di no.

Chi è responsabile della cura e della manutenzione delle fontane? I nuovi pulsanti in ottone recentemente installati sulle fontane sono un aiuto o un ostacolo?
Questione molto complicata. Non esiste un solo ente responsabile delle fontane. Sembra che ci siano due organizzazioni ma non è chiaro come si dividano i compiti sulle fontane. Per quanto riguarda i pulsanti… non sono chiaramente visibili e non c’è stata alcuna comunicazione chiara sulla loro installazione, tranne quanto noi abbiamo messo in condivisione.
La manutenzione delle fontane è legata all’importo dei fondi che il consiglio comunale vuole stanziare. Penso che un profondo lavoro di restauro avrebbe un rapido ritorno in termini di risultati positivi e sostenibili.

La Venice Tap Water map che hai prodotto è uno strumento essenziale per consentire ai visitatori di sapere non solo dove si trovano le fontane, ma quali sono in funzione. Quanto impegno richiede tenere la mappa attuale e costantemente aggiornata?
Per fortuna la mappa, che abbiamo pubblicato a maggio 2023, sta andando molto bene. Senza alcuno sforzo di promozione è utilizzata ogni giorno da oltre 1.200 persone e il numero è in costante aumento. Tenerla aggiornato è alquanto complicato perché ancora non conosciamo i tempi di apertura delle fontane stagionali, e quali siano quelle designate come stagionali. Abbiamo scritto a un responsabile, ma la risposta non è stata molto chiara. Siamo fortunati e felici perché in tanti ci scrivono per aggiornarci sullo stato di una fontana. Le isole sono più complicate da pattugliare, quindi l’aiuto dei residenti è ancora più apprezzato. Ad aprile, quando abbiamo costruito la mappa, ho corso su e giù in bicicletta per il Lido e Pellestrina. Ho controllato sul cellulare e mi sono accorto di aver percorso più di sessanta chilometri in bicicletta quel giorno.
Sembra che siano diversi gli enti che hanno riconosciuto l’importanza di incentivare l’uso dell’acqua del rubinetto, dall’amministrazione comunale agli alberghi, fino alla Veritas, la società che la fornisce, ma gli sforzi non sembrano in alcun modo coordinati. È possibile per Venice Tap Water consolidare tutti questi diversi sforzi in un’unica ed efficace campagna di sensibilizzazione che possa alterare la percezione dell’acqua del rubinetto a Venezia e ridurre il consumo di acqua in bottiglie di plastica?
Ci sono molti più stakeholder rispetto a quelli che hai menzionato. Ci stiamo lavorando, non è facile, ma è una ricerca e vogliamo riuscirci. Il nostro progetto è ben noto al consiglio comunale. Molti hotel, B&B ecc. fanno circolare il nostro volantino. La cosa più importante è che il nostro sito web riceve molto traffico da siti di riferimento situati all’estero, quindi le persone tendono a informarsi prima del loro arrivo. Il messaggio si diffonde continuamente fuori Venezia.
Siamo più che disponibili a raccogliere fondi per restaurare le fontane e aggiungerne altre. Serve solo l’impegno della pubblica amministrazione perché le fontane sono pubbliche.

Il turismo minaccia di distruggere Venezia. L’UNESCO deciderà presto se il danno irreversibile arrecato alla città basti a giustificare l’inserimento di Venezia nella lista del patrimonio mondiale a rischio di estinzione. Come residente ed esperto di sostenibilità, ritieni che Venezia sopravvivrà a questa crisi?
Il turismo è una questione globale, non solo a Venezia e credo che essere nella lista nera dell’UNESCO non cambi nulla. Il turismo non è governato dall’UNESCO. Credo fortemente che in passato, prima dell’era del web, essere nei siti patrimonio dell’UNESCO sia stata la principale leva di incremento del turismo.
Credi sia giunto il momento di scoraggiare i viaggi?
Totalmente d’accordo con l’idea. Vale, in generale, per ogni luogo del pianeta, ma richiede istruzione, e l’istruzione richiede studio, e lo studio richiede impegno.
Siamo consumatori di turismo. Per un mondo migliore bisogna usare meno, quindi anche meno turismo. Dovremmo chiederci perché partecipiamo al turismo.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro di Venice Tap Water?
Stiamo già lavorando all’app Venice Tap Water.
Dobbiamo creare una rete più ampia. Siamo già in contatto con realtà simili ed è bello sapere che condividiamo gli stessi obiettivi.


servizio fotografico: cortesia di Venice Tap Water

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
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