Il Ministro della Cultura, spesso partecipe a Venezia di eventi, elargisce dichiarazioni, ma non riserva altrettanto interesse all’efficienza delle strutture veneziane del suo ministero.
Gli uffici ministeriali a Venezia sono da tempo affidati a dirigenti ad interim o a funzionari romani, talvolta con incarichi scaduti e non rinnovati tempestivamente, personale scarso e disorientato. Difficile se non impossibile realizzare gli obiettivi di tutela e valorizzazione culturale previsti dal Codice.
Tre istituzioni importanti: la Biblioteca Marciana, l’Archivio di Stato e la Soprintendenza archivistica e bibliografica, da anni o da mesi senza dirigenti stabilmente presenti a Venezia e in Veneto. Il caso è stato denunciato dalle Istituzioni veneziane più volte ai vertici del Ministero: Capo di Gabinetto e Segretario Generale. Si sono ricevute risposte rassicuranti che facevano pensare a rapide soluzioni, ma il tempo trascorso fa capire come non ci sia interesse a risolvere i problemi.
La mancanza di Dirigenti presenti costantemente sul territorio veneziano con il passare del tempo crea disservizi e difficoltà. Gli incarichi ad interim dovrebbero tamponare situazioni per brevi lassi di tempo, se si trascinano per anni finiscono per evidenziare incuria.
Così la Biblioteca Marciana è affidata alla volenterosa opera di un dirigente che chiamato alla Biblioteca Nazionale di Roma dedica alla città di Venezia qualche giorno al mese, la Soprintendenza Archivistica segue in peggio: affidata ad un dirigente con plurimi incarichi in Lombardia è praticamente abbandonata. Infatti l’efficacia del dirigente che viene in Veneto un giorno o meno al mese, per seguire principalmente convegni ed incontri non può garantire la qualità manageriale che una esclusiva presenza dovrebbe dare.
Anche sulla qualità dei funzionari che sono chiamati a sopperire alla carenza di dirigenti sorgono perplessità: si scelgono quelli senza esperienza in conduzione di Archivi, ma di lunga presenza negli uffici romani. Con il passare del tempo situazioni che dovevano essere temporanee diventano consolidate.

Le richieste di attenzione sono state portate a conoscenza del Ministro da due Università: Ca’ Foscari e Warwick e da Fondazioni importanti che erano coinvolte in un finanziamento del 2022 che doveva garantire un percorso di studio e ricerca documentale sul tema dei traffici marittimi ed economici della Repubblica veneziana. I finanziamenti attendevano le approvazioni del Soprintendente che sono mancate e la somma di 190 mila euro rischia di andare in economia. Neppure un congruo finanziamento offerto dalla Cà Foscari al progetto ha spinto il Ministro a risolvere i problemi delle nomine dei dirigenti a Venezia.
La cosa più irritante è stata che le assicurazioni verbali sono piovute ripetutamente, senza mai però concludersi con atti di nomina.
Anche i diritti dei lavoratori sono stati ignorati: si tratta degli interpelli che il Ministero fa per cercare dirigenti.
C’è scarsa e non adeguata INFORMAZIONE, TRASPARENZA E PREVEDIBILITA’; una violazione delle norme sulla corretta e trasparente trasmissione di informazioni riguardanti il rapporto di lavoro. Una mancanza di PREVEDIBILITA’ dell’inizio e della durata dell’incarico per i dirigenti che vogliono proporsi.

La trasparenza rappresenta uno strumento essenziale per assicurare i valori costituzionali dell’imparzialità e del buon andamento delle pubbliche amministrazioni previsto nell’art. 97 della Costituzione. Il Ministero ha pubblicato interpelli indicando solamente la sede di lavoro senza indicare la data di inizio e la durata dell’incarico. Decorso il periodo per presentare le candidature non sono stati pubblicati i risultati degli interpelli. Purtroppo neppure ai candidati viene notificato il risultato della loro domanda. La mancata informazione incide sul diritto dei soggetti a presentare sia il ricorso gerarchico e quello amministrativo. La mancata sollecita trasmissione dei risultati degli interpelli viola anche la possibilità al dirigente selezionato di una buona organizzazione del lavoro.
Ancora peggiori sono le ipotesi in cui l’Amministrazione non indica la decorrenza degli incarichi e la loro durata. Nei lunghi periodi in cui il dirigente rimane in attesa di notizie non può esercitare il suo diritto a partecipare ad ulteriori interpelli, a meno di sviluppare un inutile proliferazione di adesioni a tutti gli interpelli.
Questo è proprio il caso di Venezia per la scelta del nuovo Soprintendente: procedura ministeriale conclusa il 2 maggio di cui a tutt’oggi non si conosce il nome e la data di presa servizio del nuovo dirigente.
A Venezia però l’interim che era già durato 12 mesi è scaduto il 30 giugno e la mancata nomina sta incidendo ulteriormente sulle attività delle Istituzioni coinvolte nella Cultura.
Una situazione di gestione delle strutture del Ministero che lascia attoniti, difficile da capire, da giustificare, da motivare, non così comune e diffusa in altre Regioni. Le ipotesi si sprecano: un disinteresse per gli uffici che dovrebbero garantire l’applicazione del Codice dei Beni Culturali accentuato nel Veneto? Se questo stallo si dovesse prolungare in attesa della completa riforma del Ministero a fine 2024 significherebbe annullare la presenza e la rilevanza del Ministero della Cultura in Veneto. Con buona pace dei finanziamenti già concessi e con ovvia contenuta richiesta di nuovi su altri progetti che mancano.

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