Ritorno a scuola in America

La cultura delle armi non è una novità negli USA. Ma ciò che è nuovo negli ultimi anni è il farsi giustizieri ostentatamente, per cui sempre più persone sembrano sentirsi autorizzate a risolvere le proprie divergenze o a esprimere le proprie opinioni con le armi, e non solo mostrando quanto sono orgogliosi di possederle e portarle con sé, ma usandole per uccidere coloro con cui non sono d'accordo o da cui si sentono offesi.
PAUL ROSENBERG
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[CHAPEL HILL, NC, USA]

Ricordi il primo giorno di scuola? Ricordi quand’eri ancora piccolo, un ragazzino, alle elementari? Io ricordo l’energia nervosa di una classe nuova e di tutti i ragazzi di cui andavi facendo la conoscenza. Il tuo migliore amico è stato assegnato alla tua classe? Il maestro sarà gentile? Non vedevo l’ora di tornare a casa alla fine di quella giornata, come tutti gli altri, per raccontare a tutti il primo giorno.

E l’università? Ricordi le prime settimane che lì ci hai trascorso? Quel senso di fresco all’inizio del semestre autunnale, l’aria che comincia appena a rinfrescarsi, tutti rilassati dopo l’estate e carichi di un genere speciale di energia: sei appena entrato nel campus, hai appena iniziato le lezioni, hai appena iniziato a conoscere tutti. Quelle settimane sono così piene di promesse, di potenzialità, e di divertimento.

Ne parlo perché quella era la scena qui a Chapel Hill, Carolina del Nord, intorno all’una di lunedì 28 agosto. Tutte le scuole di Chapel Hill/Carrboro City (K-12) erano al primo giorno di scuola. Alla UNC Chapel Hill, che ospita circa trentamila studenti, era il primo giorno della seconda settimana di scuola e le lezioni erano appena iniziate. I tempi potrebbero essere cambiati, ma scommetto che il modo in cui ci sentivamo in quei momenti della nostra vita non era così diverso dall’atmosfera canticchiante del ritorno a scuola a Chapel Hill quel giorno.

Ma sono cambiati, i tempi. Quest’anno, la giornata è stata sconvolta quando uno studente specializzando dell’UNC è entrato in uno degli edifici del campus armato di pistola e ha sparato e ucciso un professore, suo tutor accademico.

Le persone presenti nell’edificio dove è avvenuto l’omicidio (dove lavora un nostro amico e vicino di casa), sono state rapidamente evacuate dalla polizia. Alle 13.30 l’intero sistema UNC – l’Università e l’Ospedale – era bloccato. A tutti gli studenti è stato immediatamente intimato di rientrare in casa e di chiudersi a chiave. Il servizio di autobus locale è stato sospeso. Inoltre, anche tutte le scuole di Chapel Hill/Carrboro City sono state messe in isolamento e ai bambini non è stato permesso di lasciare l’edificio e di essere consegnati ai loro genitori fino a diverse ore dopo, nel pomeriggio.

Studenti dell’UNC trovano riparo barricati in un’aula (fonte: Twitter/X)

Quando ho visto i primi titoli sulla sparatoria e sul blocco, intorno alle 14.30, il mio primo pensiero è andato ovviamente a mia moglie, che lavora all’UNC. Il suo ufficio non è neanche lontanamente nei pressi di quella zona, ma il suo lavoro la porta spesso in ospedale. Per quanto ne sapevo, avrebbe potuto essere proprio dietro l’angolo del luogo della sparatoria. Si è scoperto che era semplicemente confinata nel suo ufficio, come tutti gli altri nel sistema UNC. Tutti, cioè, tranne lo sfortunato professore ucciso a colpi di arma da fuoco, un altro triste esempio di quanto sia diventato normale in questo Paese risolvere i propri problemi con una pistola.

C’è il ragazzo in Texas che va in un bar e spara uccidendo la sua futura ex moglie (divorzio in attesa, o almeno lo era), e solo per dimostrare quanto fosse arrabbiato, poi uccide anche un paio di ragazzi nel bar. Questo è successo proprio la settimana scorsa. O il ragazzo che va in un negozio Dollar in Florida e colpisce a morte tre persone (inseguendo altre persone nel negozio e mancandole, riuscendo solo a colpire la prima e l’ultima persona che vede prima di togliersi la vita, suppongo come martire immolato per la sua ideologia di suprematista bianco) perché “odiava i neri”. Poi c’è il ragazzo che spara e uccide un bambino perché inseguiva una palla nel suo cortile. C’è chi è ucciso perché ha suonato il campanello della casa sbagliata, o entra nell’accesso sbagliato, o tenta accidentalmente di entrare nell’auto sbagliata in un parcheggio… L’elenco potrebbe continuare all’infinito.

Sono tutte notizie recenti provenienti da varie parti del paese, ma a questo punto, ammetto, sono vecchie notizie. La crescente epidemia di violenza armata negli Stati Uniti è sotto gli occhi di chiunque dia un’occhiata ai titoli dei giornali. Questa è la nostra realtà e, per quanto riguarda il possesso di armi in questo paese, non vedo alcuna via d’uscita. La mitologia tra i proprietari di armi e la destra sul governo, sulla “sinistra” e sullo “Stato profondo” pronti a sequestrare le loro armi è così radicata, ed è così ripetutamente alimentata, che qualsiasi tentativo di limitare il possesso di armi sarebbe disastroso.

Ma non dovere credere a me. Basta sentire la recente canzone di successo del cantante country Jason Aldean, Try That in a Small Town, che, come sottolinea The Guardian,

allude anche a una teoria del complotto secondo cui il governo degli Stati Uniti intende rastrellare le armi dei suoi cittadini: “Tengo una pistola che mi ha regalato mio nonno / Dicono che un giorno faranno una retata / Be’, quelle merde se ne volino in città, buona fortuna.”

Tanti anni fa, nei giorni innocenti in cui ero più giovane a Chapel Hill, fui ispirato da qualcosa che lessi e scrissi un articolo sul giornale locale in cui sostenevo la messa al bando dei proiettili, più o meno per le stesse ragioni che ho citato sopra. Sembrava l’unica opzione praticabile anche trent’anni fa, a prescindere dal numero soverchiante di armi da fuoco tra la popolazione attuale. La cultura delle armi non è una novità qui. Ma ciò che è nuovo negli ultimi anni è l’atteggiarsi pubblicamente a giustizieri in modo ostentato, in cui sempre più persone sembrano sentirsi autorizzate a risolvere le proprie divergenze o a esprimere le proprie opinioni con le armi, e non solo mostrando quanto sono orgogliosi di possederle e portare con sé loro, ma in realtà usandole per uccidere coloro con cui non sono d’accordo o da cui si sentono offesi.

Questa è la triste lezione che decine di migliaia di studenti hanno appreso questa settimana quando la scuola è iniziata qui nella Carolina del Nord, chiusi nelle loro aule, al buio, nella paura e lontani da casa.

Sms di studenti bloccati nel campus blindato, pubblicati sulla copertina del giornale dell’università, UNC Daily Tar Heel
Ritorno a scuola in America ultima modifica: 2023-08-31T21:31:01+02:00 da PAUL ROSENBERG
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