Venezia a rischio. Il sindaco è parte del problema

Nel rispondere alle osservazioni dell’Unesco, Brugnaro dovrebbe confrontarsi con la città a partire dal Consiglio comunale e smetterla di accusare chiunque muova delle critiche al suo operato. 
GIUSEPPE SACCÀ SARA ARCO
Condividi
PDF

English Version / ytaliglobal

L’amministrazione, nel rispondere alle osservazioni dell’Unesco, dovrebbe confrontarsi con la città a partire dal Consiglio comunale e smetterla di accusare chiunque muova delle critiche al suo operato, siano istituzioni, partiti, associazioni e altro di essere parziali nelle analisi oltre che autoreferenziali, anziché entrare nel merito delle critiche. È il Sindaco il primo che si dovrebbe aprire al confronto, potrebbe solo migliorare la sua qualità nel governare la città.  

Sicuramente il documento dell’Unesco mette al primo punto il tema dell’overtourism dove le inadempienze della giunta sono evidenti. Basti pensare al continuo rinvio a ogni forma di sperimentazione nel governo dei flussi turistici con proposte di per sé deficitarie e comunque sempre rinviate nella loro applicazione. Per non parlare di uno strumento che tutta Italia ci invidia ovvero la regolamentazione delle locazioni turistiche di cui non si ha nemmeno una bozza sulla quale discutere. 

Ma c’è ben altro nel documento Unesco.

Si parla chiaramente di mancato coordinamento tra enti e istituzioni e strumenti di pianificazione inadeguati. L’autoreferenzialità del Sindaco non aiuta e il caso dell’Autorità per la laguna è emblematico: cosa sta facendo il Sindaco per sbloccare questa partita? Ora ha anche un governo amico con il quale confrontarsi, il vicesindaco del Comune è vicinissimo politicamente al Ministro competente (Salvini) eppure tutto tace. Lo stallo ha forti ripercussioni anche sul piano occupazionale con oltre dueceno lavoratori tra Consorzio Venezia Nuova, Thetis e Comar che vivano una situazione di profonda incertezza. L’Autorità dovrebbe occuparsi non solo di Mose (completamento dei lavori, sollevamenti ecc.) ma di salvaguardia diffusa. E qui torniamo al rapporto Unesco e le sue preoccupazioni sulla strategia di lungo periodo per affrontare i cambiamenti climatici: il Mose non è sufficiente per risolvere i problemi (e non è ancora né collaudato né completato). Su questo l’agenda dell’amministrazione dimostra la corda, non basta dichiararsi capitale mondiale della sostenibilità per esserlo. 

© Andrea MEROLA

Tutto ciò che scrive l’Unesco è condivisibile al cento per cento? Non lo crediamo. L’Unesco, per sua stessa natura, è portatrice di un’idea conservativa dell’ambiente storico e ambientale e, nel difficile equilibrio che la laguna e tutta l’area vasta deve porsi tra salvaguardia e sviluppo sostenibile, è propugnatrice di un’idea di città che in alcuni passaggi può essere giustamente criticata. Ma una visione la presenta e la porta avanti con coerenza ed è stata determinante nell’assunzione di alcune scelte che altrimenti non sarebbero mai state prese. Una su tutte il passaggio delle grandi navi in bacino di San Marco. Quale visione invece porta con sé l’attuale giunta? Sul turismo è sotto gli occhi di tutti come l’amministrazione sia portatrice di una versione “adattativa” – con il risultato di rafforzare la monocultura turistica – e non radicalmente “trasformativa”. 

I trend economici e sociali sono stranoti e non è solo l’Unesco a preoccuparsi di quello che accade. Non è un caso che Venezia sia la città che presenta un numero di commissari governativi molto alto. Non ha nulla da dire al riguardo il Sindaco? È colpa di Roma o della sua incapacità di fare il Sindaco ovvero di guidare in accordo con le altre istituzioni lo sviluppo della città?

Dalla Giunta non ci aspettiamo che faccia sue tutte le raccomandazioni dell’Unesco ma che abbia la forza di dialogarci in un confronto aperto anche con la città e portare avanti una visione che traghetti Venezia dall’essere la capitale mondiale dell’overtourism a capitale mondiale della sostenibilità nei fatti non nei proclami grazie ad un percorso di sviluppo economico e sociale che oggi manca. Dal Porto all’Aeroporto, da Porto Marghera al potenziamento di tutto il settore terziario come delle attività artigianali. Non crediamo che Venezia sarà inserita nel patrimonio a rischio, ma al di là di quello che l’Unesco deciderà a settembre, il vero nodo è l’incapacità di chi oggi governa il Comune di Venezia nell’immaginare una strategia di sviluppo da mettere in campo con la quale dialogare anche e non solo con l’Unesco. 

Giuseppe Saccà è capogruppo del Parito democratico in Consiglio comunale, Venezia.
Sara Arco è delegata al turismo per la Municipalità di Venezia, Murano, Burano.

Venezia a rischio. Il sindaco è parte del problema ultima modifica: 2023-08-31T19:56:47+02:00 da GIUSEPPE SACCÀ SARA ARCO
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

VAI AL PROSSIMO ARTICOLO:

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento