A bocce ferme vorrei tornare con qualche riflessione sul tema del moto ondoso e della polemica del sindaco, Luigi Brugnaro, contro le società remiere che si sono permesse di protestare durante il corteo sportivo della Regata Storica, domenica 3 settembre. Magari contavano sulla diretta televisiva di Rai 2 che invece ha bellamente glissato sulla manifestazione, col risultato che la Rai è riuscita nel capolavoro di registrare la polemica del sindaco contro la protesta del mondo del remo che nessuno spettatore della trasmissione ha visto o della quale ha avuto notizia.
Il sindaco ha detto alcune cose e per chi volesse ascoltarle segnalo che le si possono ascoltare dal minuto 1.26.41 usando di questo link.
Rispetto reciproco: nel parlare della necessità che ci sia rispetto reciproco (e chi potrebbe negarlo?) Brugnaro evidentemente voleva dire che questo è mancato e, visto il contesto, per colpa delle società remiere. Curioso rovesciamento delle responsabilità, perché, se i vogatori hanno protestato, è prima di tutto per il mancato rispetto delle regole e poi dei più elementari principi del vivere civile da parte delle categorie che il sindaco protegge: i tassisti acquei, naturalmente, i trasportatori, la maggioranza dei diportisti a motore.
Sono le categorie più forti a dover essere più rispettose: se cammino a piedi per Venezia è chi manovra i carretti di ferro a dover stare attento di non spezzarmi le gambe. O per il sindaco devo essere io a restare chiuso in casa?
Se poi la preoccupazione di Brugnaro è promuovere il lavoro, dato che il sindaco non sembra vedere altro che i “schèi”, qualcuno forse dovrebbe ricordargli che il Far West è sinonimo di sopraffazione, e che nel mondo moderno i padroni delle ferriere non dovrebbero esserci più.

…continueremo così a far sì che la regata sia un momento storico per tutti: forse Brugnaro crede che se c’è la Regata Storica sia per merito suo! Evidentemente non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello che se esiste qualcuno che voga è grazie a quelle società remiere che hanno protestato perché, a causa della sua mancanza di iniziativa, sono quotidianamente messe nella condizione di non poterlo fare; che sputano sangue per portare la gente ai remi senza nessun sostegno da parte del Comune; che in una situazione di continuo pericolo incombente cercano di insegnare ai giovani la voga, e con la voga il rispetto della città e della Laguna.
L’hanno detto bene Deborah Scarpa e Silvia Bon, le vincitrici della regata femminile, intervistate sulla Machina: sono state delle eroine a tornare a vogare dopo aver rischiato la vita perché investite in allenamento da un taxi acqueo. Vogare a Venezia è da eroi, vivere a Venezia è da eroi!

.. protesta che ha impedito ai giovani di fare una regata serena: questa è davvero paradossale! Gliel’ha detto qualcuno? Qualcuno s’è lamentato? Una protesta dignitosa e civile ha creato un tale clima di terrore che le maciarele o i giovanissimi hanno vogato col cuore in gola e le gambe che gli tremavano? O forse c’è stata piuttosto qualche, chiamiamola così, defaillance organizzativa?
E ancora: chi ha preparato quei giovani per le regate? Brugnaro o il mondo che lui attacca?

…si rompe l’armonia: chissà Brugnaro dove la vede? Certo vorrebbe che Venezia desse di sé un’immagine da Mulino Bianco, edulcorata, da cartolina, così da richiamare ancora più turisti ammirati dalle meraviglie della sua città e dalla serenità che vi si respira, grazie, naturalmente, al suo sindaco. Mi viene in mente, non so perché, Kim Jong – un, leader supremo della Corea del Nord, dove naturalmente nessuno protesta.
Qui, invece, protestano tutti: le società remiere, i cittadini contro le grandi navi, contro la movida, contro l’eccesso di turismo, contro i B&B; protesta perfino l’Unesco, minacciando di togliere Venezia dalla lista dei patrimoni mondiali dell’umanità, ma naturalmente hanno tutti torto, fanno del male alla comunità, perché guai a dire che Venezia è una città (se lo è ancora) piena di problemi, altrimenti si rompe l’armonia.
Sono cinquant’anni che i temi del moto ondoso e del traffico acqueo incontrollato in città e in Laguna sono virtualmente nell’agenda delle autorità, senza alcun costrutto, e nella loro protesta, con le maschere nere indossate in segno di lutto, questo hanno voluto dire le società remiere, accusando la miopia di una lunga serie di politici e di amministratori. Brugnaro, però, s’è sentito preso di mira personalmente, perché evidentemente ha la coda di paglia, e non ha mai voluto incontrare i rappresentanti del mondo della voga, che pure avrebbero avuto e hanno molte proposte da fargli.

Qualsiasi siano i problemi, devono essere risolti da tutti, ha detto ancora Brugnaro, ma se non parli tu con tutti, come fai? Le società hanno concluso il loro appello invitando cittadini e politici a lavorare assieme per il futuro della città, ma evidentemente è Brugnaro che non vuole ascoltare nessuno.
Prima ho parlato di moto ondoso e di traffico acqueo perché il problema dell’uso senza alcuna regola dei mezzi a motore non è solo quello delle onde che impediscono la voga, sgretolano case rive e fondamenta, erodono i fondali della Laguna, ma è anche quello, gravissimo, dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua.
La legge 171 del 1973, la prima legge speciale per Venezia, imponeva l’uso di combustibili gassosi per gli impianti termici e industriali per evitare la trasformazione dei marmi in gesso ed entro due anni dalla sua promulgazione il Governo avrebbe dovuto determinare le caratteristiche dei motori dei natanti, ma ad oggi non è stato fatto nulla.
Per gli autoveicoli i limiti sono definiti per legge, siamo arrivati agli euro 6, la percentuale di zolfo nei carburanti è praticamente pari a zero, se le centraline rilevano il superamento dei limiti di particolato il traffico ha pesanti limitazioni e con le domeniche ecologiche addirittura si ferma. Dal 2035 i motori endotermici saranno banditi.
A Venezia nulla di tutto questo, mentre il numero di barche che circolano in Laguna è esploso anche se nessuno sa quante esse siano. Solo per le targhe LV si sono superate le 100 mila unità.
Per le barche si usano dunque le norme internazionali che dal 2020 prescrivono per i carburanti un tenore di zolfo dello 0,50 per cento contro il 3,5 per cento precedente, limite dunque 500 volte più alto rispetto a quello del gasolio per autotrazione e paradossalmente 5 volte più elevato di quello previsto per i carburanti da riscaldamento, vietati a Venezia ed Estuario dal 1973.
Brugnaro, se volesse, ne avrebbe dunque di cose da fare, incominciando ad esempio a organizzare un salone nautico, se proprio lo si deve fare in Arsenale, improntato alla promozione di una nautica sostenibile e non all’esibizione pacchiana di quei ferri da stiro che sono il concentrato dell’insostenibilità, del consumo, dell’arroganza dell’andar per mare.
Lui ha un Ferretti 1000, trenta metri per venti persone, due motori da duemila cavalli l’uno, un serbatoio da novemila litri di gasolio: indovinate da che parte sta!

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!
1 commento
Un sindaco non degno di amministrare la città di Venezia